Salve a voi.
L'altezza da terra di una autovettura è, di solito, stabilita dalle molle delle sospensioni, ovvero i dispositivi che tengono in estensione i cinematismi sottoposti al carico di esercizio, sia in ambito statico (da fermi) che dinamico (in movimento; in questo caso, l'altezza varia continuamente, entro certi limiti, in dipendenza della situazione contingente).
Quando si passa in un punto specifico sul quale si rischia di "toccare sotto", di solito la velocità è molto ridotta ma sulla vettura è presente almeno il solo guidatore; quindi l'altezza da terra è leggermente inferiore (ed anche leggermente asimmetrica rispetto ai due lati, la presenza delle barre di torsione ne limita il discostamento) rispetto a quanto misurabile quando la vettura è ferma e scarica.
Il valore deve essere circa lo stesso sullo stesso asse sia a dx che a sx ma non è detto che sia il solito tra i due assi anteriore e posteriore se questo viene misurato rispetto ad un riferimento preso sulla carrozzeria; dipende, infatti, dal disegno dell'insieme, ovvero da una fattore perlopiù estetico o comunque legato a fattori funzionali diversi da quello dell'altezza da terra, come, ad esempio, la capacità di riparare dall'acqua e fango sollevati dalla rotazione della ruota in moto. Da tener presente che una differenza di uno-due cm tra i lati sx e dx sullo stesso asse può rientrare nelle tolleranze di progetto specie se si inquadra la circostanza tenendo conto dell?uso che può, come ovvio, assumere connotazioni estremamente varie ed eterogenee.
Vi è poi da tener di conto di un altro fattore. Se gli ammortizzatori sono ancora ragionevolmente funzionali, questi, di tipologia ?a gas? (ormai, la stragrande maggioranza sono connotati in tal modo), esercitano sullo stelo una certa forza che lo proietta verso l?esterno. Ciò si traduce in una spinta, piuttosto limitata ma non del tutto ininfluente, che può variare l?altezza della vettura da terra specie quando questa è scarica. In sostanza, le molle si assestano ad un?altezza tale per cui l?incidenza specifica sulla parte considerata del carico della massa sospesa del veicolo bilancia la forza elastica fornita per reazione dalla molla quando compressa dal carico medesimo. La forza di espulsione dello stelo si può notare proprio quando questa, pur ridotta, si assomma alle due forze bilanciate sopra sommariamente descritte; il risultato è che la vettura si ?posa? ad un?altezza leggermente superiore a quella che si avrebbe solo per l?azione delle molle, come se l?ammortizzatore fosse, per così dire, temporaneamente estratto dalla sua sede.
Dal momento che, come si è visto, tale azione ?suppletiva? sulla spinta di sostegno è dovuta all?azione del gas, si può ragionevolmente arguire che, in dipendenza del clima, si possano avere delle differenziazioni apprezzabili; ad esempio, con il caldo, la molla tenderà a diventare un poco più morbida ? e potrebbe, pertanto, comprimersi di più a parità di carico impresso ? ma il gas contenuto nell?ammortizzatore tende a dilatarsi maggiormente e quindi, per il fisiologico aumento di pressione interna, lo fa partecipare maggiormente al sollevamento della vettura spingendo con maggiore vigore lo stello verso l?esterno. A seconda di quale di questi due fattori risulta preponderante, avremo effetti diversi.
Nel caso di specie, infatti, l?utente segnala differenze nel comportamento della vettura sotto questo particolare profilo che possono essere anche conseguenze, per così dire, ?stagionali?: l?estate, quindi clima caldo, ed ora, inverno, che è freddo, oltre, ovviamente, la maggiore percorrenza effettata che imprime una maggiore usura dei comparti menzionati.
Una volta stabilito che la circostanza non è dovuta a variazioni della quota, sia in senso puntuale che esteso, del manto stradale, non resta che approcciarsi all?idea del ripristino dei dispositivi summenzionati nel caso in cui si debba fruire dell?accesso al punto specifico con una ricorrenza tale che risulti fastidioso ? o peggio, dannoso per la struttura della vettura ? l?inconveniente descritto.