Sino al 1973 l'industria elvetica degli orologi e della micromeccanica era leader indiscusso e mondiale. Quel distretto creato nella valle montana e sviluppatosi nei secoli sapeva conciliare produttività stile e tecnica e anche dal punto di vista economico era sicuramente concorrenziale sinchè.....sinchè come capita spesso quando le cose vanno anche troppo bene il diavolo ci mette lo zampino. In questo caso quello zampino anzi quelle due zampine....furono una guerra e poi qualche anno dopo a catena sulla prima appunto il quarzo. Erroneamente infatti la crisi orologiera elvetica partita nel 1973 viene definita crisi ddel quarzo che ebbe i suoi effetti come nuova tecnologia solo dal 1978. Quindi la guerra dello kippur seppur lontana destabilizzò l'economia di allora e il franco svizzero crebbe diventando moneta rifugio, cosa che di fatto penalizzò l'esportazione di orologi che da sola rappresentava il 98,9% circa della produzione nazionale, circa....Questa prima "botta fece si che in quattro anni si perse l'85% della produzione e si permise ai colossi giapponesi di penetrare massicciamente in europa e altrove grazie a prezzi più concorrenziali. In questa prima fase il quarzo non c'entra nel 1973 l'unico orologio al quarzo da polso era l'Astron e costava come una automobile (bella) allora c'è da scommetterlo un blasonato sportivo in oro di primaria ditta sicuramente sarebbe stato da preferire, potendo....per charme...insomma una capocchia di spillo in un pagliaio sto quarzo come prima lo era stato il cronometro da marina di Longines....
Il fatto è che quando invero la tecnologia progredendo abbassava i costi del quarzo e orologi al quarzo divennero non più elitari ma quotidiani, mostrando anche innumerevoli vantaggi, la già decimata azienda orologiera elvetica si trovò spiazzata, incapace di realizzare quell'innovazione tecnicache lei stessa negli anni buoni, in modo differente aveva studiato e sviluppato peraltro con ingenti investimenti e qualche testa illustre rotolata per questo motivo.....così Citizen che si era timidamente presentata per il prezzo con modesti ma robusti e affidabili meccanici assieme a Seiko e Casio ora era "il mercato" mentre il governo federale in una corsa a salvare il salvabile comperava di fatto i marchi più famosi per tenerli in vita e assieme ad essi gli stabili dismessi delle ditte una volta fonte di lavoro, ricchezza, notorietà e benessere, ma solo nelle città per preservare decoro e ordine pubblico, nei paesi più....più diciamo come Fontanamelone, Tramelan, Grenchen e sù sù dai, fin quasi ai milleotto, fin dove questo comparto industriale a distretti si era sviluppato, col record di attività al limitare dei 1500 e più metri...ma non robetta eh, anche migliaia di persone, quelli erano, e forse sono lì a memento.....basta farsi un giro per lo Jura e vedere quell'archeologia industriale, se non hanno rasato giù tutto per più produttivi pascoli di sbrinz.
Quindi la sofferente industria elvetica non poteva/voleva più avere un suo quarzo perchè già rosa dalla crisi e così continuava a perdere quote di mercato già erose da orologetti americani e giapponesi......bel guaio.....
Banche il governo federale e devo dire anche tutto il comparto che riuscì in parte a riconvertirsi, grazie ovviamente anche a cospicui aiuti federali elvetici ebbero un lustro buio quello che va dal '78 al 1983 in cui un manager riunì qualche "testa" e avviò il più grosso progetto di tecnologia applicato agli orologi creando un quarzo tanto semplice quanto robusto e ovviamente preciso, un orologio in plastica tanto semplice ed economico quanto innovativo e fashion, tanto che divenne un fenomeno di costume.Ma questo quarzo fu di fatto anche la base della rinascita dell'orologeria meccanica elvetica, scomparsa o quasi anche lei. Infatti nel 1991 lo Swatch fu il primo a montare un movimento automatico, tra l'altro molto robusto e longevo, da non credere, basato sul più elitario 2824-1/2 su base Eterna meglio conosciuto come Eta.
Ricordo da bambino molto piccolo che alla dogana con il Ticino i famosi cambiavalute avevano il loro negozietto con cioccolato, sigari e sigarette, e vendevano anche orologi, orologi che poi sparirono sostituiti da chissachè ovviamente, mentre da ragazzino ricordo che riapparvero, a iosa questi Swatch che erano solo neri che non mi ricordo male io, costavano 50 cfh o 50.000 lire ed erano venduti in un blister di plastica trasparente, stile Timex non so se avete presente, una di quelle confezioni in plastica rettangolari, leggere che mostrano tutto il contenuto. Proprio la non abbondanza di colori fece sì che dopo poco, come d'uopo, comparvero anche i più economici Swiss Watch sempre al quarzo sempre in plastica (perdon gomma....) ma con bei colori, roba da bambini ma perchè nò anche da adulti un pò meno seriosi, mentre lo Swatch dopo quella prima uscita sottotono per farsi conoscere divenne molto trasversale, oltremodo colorato, acquistò una sua scatoletta, un astuccetto sottile sottile di plastica a misura o quasi dell'orologio semitrasparente mantenne il prezzo e già nel 1986 era l'orologio più venduto al mondo....
Questa storia in offtopico in realtà ha più di un punto di contatto anzi molti punti di contatto con un'altra storia altrimenti drammatica, l'automotive e la sua industria seppur con modi e tempi difformi.
Il fatto è che quando invero la tecnologia progredendo abbassava i costi del quarzo e orologi al quarzo divennero non più elitari ma quotidiani, mostrando anche innumerevoli vantaggi, la già decimata azienda orologiera elvetica si trovò spiazzata, incapace di realizzare quell'innovazione tecnicache lei stessa negli anni buoni, in modo differente aveva studiato e sviluppato peraltro con ingenti investimenti e qualche testa illustre rotolata per questo motivo.....così Citizen che si era timidamente presentata per il prezzo con modesti ma robusti e affidabili meccanici assieme a Seiko e Casio ora era "il mercato" mentre il governo federale in una corsa a salvare il salvabile comperava di fatto i marchi più famosi per tenerli in vita e assieme ad essi gli stabili dismessi delle ditte una volta fonte di lavoro, ricchezza, notorietà e benessere, ma solo nelle città per preservare decoro e ordine pubblico, nei paesi più....più diciamo come Fontanamelone, Tramelan, Grenchen e sù sù dai, fin quasi ai milleotto, fin dove questo comparto industriale a distretti si era sviluppato, col record di attività al limitare dei 1500 e più metri...ma non robetta eh, anche migliaia di persone, quelli erano, e forse sono lì a memento.....basta farsi un giro per lo Jura e vedere quell'archeologia industriale, se non hanno rasato giù tutto per più produttivi pascoli di sbrinz.
Quindi la sofferente industria elvetica non poteva/voleva più avere un suo quarzo perchè già rosa dalla crisi e così continuava a perdere quote di mercato già erose da orologetti americani e giapponesi......bel guaio.....
Banche il governo federale e devo dire anche tutto il comparto che riuscì in parte a riconvertirsi, grazie ovviamente anche a cospicui aiuti federali elvetici ebbero un lustro buio quello che va dal '78 al 1983 in cui un manager riunì qualche "testa" e avviò il più grosso progetto di tecnologia applicato agli orologi creando un quarzo tanto semplice quanto robusto e ovviamente preciso, un orologio in plastica tanto semplice ed economico quanto innovativo e fashion, tanto che divenne un fenomeno di costume.Ma questo quarzo fu di fatto anche la base della rinascita dell'orologeria meccanica elvetica, scomparsa o quasi anche lei. Infatti nel 1991 lo Swatch fu il primo a montare un movimento automatico, tra l'altro molto robusto e longevo, da non credere, basato sul più elitario 2824-1/2 su base Eterna meglio conosciuto come Eta.
Ricordo da bambino molto piccolo che alla dogana con il Ticino i famosi cambiavalute avevano il loro negozietto con cioccolato, sigari e sigarette, e vendevano anche orologi, orologi che poi sparirono sostituiti da chissachè ovviamente, mentre da ragazzino ricordo che riapparvero, a iosa questi Swatch che erano solo neri che non mi ricordo male io, costavano 50 cfh o 50.000 lire ed erano venduti in un blister di plastica trasparente, stile Timex non so se avete presente, una di quelle confezioni in plastica rettangolari, leggere che mostrano tutto il contenuto. Proprio la non abbondanza di colori fece sì che dopo poco, come d'uopo, comparvero anche i più economici Swiss Watch sempre al quarzo sempre in plastica (perdon gomma....) ma con bei colori, roba da bambini ma perchè nò anche da adulti un pò meno seriosi, mentre lo Swatch dopo quella prima uscita sottotono per farsi conoscere divenne molto trasversale, oltremodo colorato, acquistò una sua scatoletta, un astuccetto sottile sottile di plastica a misura o quasi dell'orologio semitrasparente mantenne il prezzo e già nel 1986 era l'orologio più venduto al mondo....
Questa storia in offtopico in realtà ha più di un punto di contatto anzi molti punti di contatto con un'altra storia altrimenti drammatica, l'automotive e la sua industria seppur con modi e tempi difformi.
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