<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La Cina è un altro mondo.. | Il Forum di Quattroruote

La Cina è un altro mondo..

Prosegue a pieno ritmo la crescita del mercato automobilistico asiatico. Nel primo trimestre dell'anno la Audi ha fatto registrare ancora una volta una crescita significativa nel suo più grande mercato estero con un totale di 64.112 unità tra Cina e Hong Kong, che corrisponde al 24,6 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2010.

In particolare l'ammiraglia A8, lanciata lo scorso mese, ha fatto registrare una partenza fulminante superiore a ogni più rosea previsione con 1.655 vetture vendute nel solo mese di marzo (4825 cumulativamente nei primi tre mesi), di cui l'80% è costituito dalla poderosa versione W12 6.3 (nota mia: giusto per paragone l'immatricolato in Italia sul primo trimestre è di 220 vetture)

Bene anche le vendite della A5 Coupé che da gennaio a marzo ha più che raddoppiato il suo successo passando da 339 a 716 unità (111,2%), mentre le consegne del luxury Suv Q7 aumentato del 76,6 per cento e raggiungono quota 4.051.

Un successo clamoroso, come sottolineato da Peter Schwarzenbauer, membro del board del management per il marketing e le vendite Audi: "Seguendo i nostri risultati da record dello scorso anno, nel primo trimestre del 2011 abbiamo ancora una volta raggiunto una crescita continua in Cina. Per il 2011 complessivamente il nostro target di vendite raggiungerà circa le 280.000 unità. E' necessario che le esigenze del cliente cinese vengano sempre più tenute in debita considerazione, in particolare in quei segmenti di mercato dove la Cina occupa per noi un peso preponderante; ad esempio per mantenere il successo di Audi A8 dobbiamo poter rispondere alle richieste di down-sizing del cliente europeo, ma ancor di più al desiderio di possedere vetture con motorizzazioni plurifrazionate proviente dall'estremo oriente".
 
Beh in un Paese di circa 1.341.000.000 abitanti sarebbe una follia non tenerne conto dal punto di vista commerciale.

Follia doppia se si considera che la Cina è di fatto entrata nei processi capitalistici mondiali diventando essa stessa un vero e proprio mercato mondiale, impossibile non considerarla.

La Cina paradossalmente ha un'arretratezza consumistica e di benessere rispetto all'occidente evoluto che ne fa una potenza colossale come soggetto di assorbimento di beni sui mercati.
E' chiaro, allo stesso tempo, che la situazione si evolve e la Cina non resta a guardare cercando anche lei di entrare nel circolo.

L'Europa fa bene a guardare alla Cina ma deve allo stesso tempo anche guardarsi dalla Cina, con intelligenza.

Un punto di forza che rende merito a VAG è la sua chiara intenzione di mantenere i suoi centri di comando in Germania, cosa che Fiat non sembra comprendere.
 
exLorenz-A4 ha scritto:
Prosegue a pieno ritmo la crescita del mercato automobilistico asiatico. Nel primo trimestre dell'anno la Audi ha fatto registrare ancora una volta una crescita significativa nel suo più grande mercato estero con un totale di 64.112 unità tra Cina e Hong Kong, che corrisponde al 24,6 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2010.

In particolare l'ammiraglia A8, lanciata lo scorso mese, ha fatto registrare una partenza fulminante superiore a ogni più rosea previsione con 1.655 vetture vendute nel solo mese di marzo (4825 cumulativamente nei primi tre mesi), di cui l'80% è costituito dalla poderosa versione W12 6.3 (nota mia: giusto per paragone l'immatricolato in Italia sul primo trimestre è di 220 vetture)

Bene anche le vendite della A5 Coupé che da gennaio a marzo ha più che raddoppiato il suo successo passando da 339 a 716 unità (111,2%), mentre le consegne del luxury Suv Q7 aumentato del 76,6 per cento e raggiungono quota 4.051.

Un successo clamoroso, come sottolineato da Peter Schwarzenbauer, membro del board del management per il marketing e le vendite Audi: "Seguendo i nostri risultati da record dello scorso anno, nel primo trimestre del 2011 abbiamo ancora una volta raggiunto una crescita continua in Cina. Per il 2011 complessivamente il nostro target di vendite raggiungerà circa le 280.000 unità. E' necessario che le esigenze del cliente cinese vengano sempre più tenute in debita considerazione, in particolare in quei segmenti di mercato dove la Cina occupa per noi un peso preponderante; ad esempio per mantenere il successo di Audi A8 dobbiamo poter rispondere alle richieste di down-sizing del cliente europeo, ma ancor di più al desiderio di possedere vetture con motorizzazioni plurifrazionate proviente dall'estremo oriente".

dobvranno arrivare anche per loro gli anni 60, le rivolte sindacali i diritti civili e sociali in genere (ad esempio quelli che in italia chiamamo inps inail), fino ad allora mi limito a guardare la provenienza di quello che comopro..
 
La Cina è una grande opportunità commerciale, che le case tedesche sfruttano per quello che è.
Mantenendo ben saldo il timone dell'azienda, e continuano a reinvestire gli utili in Germania.

La Fiat si sta trasformando in una azienda usa e getta, priva di strategia industriale, ma soprattutto senza sviluppo di prodotti.
Si cerca soltanto di sfruttare all'osso quello che c'è, dando la colpa agli operai che vorrebbero lo stipendio tutti i mesi.
 
reFORESTERation ha scritto:
dobvranno arrivare anche per loro gli anni 60, le rivolte sindacali i diritti civili e sociali in genere (ad esempio quelli che in italia chiamamo inps inail), fino ad allora mi limito a guardare la provenienza di quello che comopro..

Di questo ne sono convinti un pò tutti, il problema però è un altro, ovvero che negli anni 60 non c'era la globalizzazione.

Una eventuale forte crisi in Cina avrebbe ripercussioni pessime in tutto il globo, il detto sul battito di ali di una farfalla in Cina che si riperquote nell'emisfero opposto è una realtà, soprattutto economica.

Basti guardare al Giappone, la distribuzione di componentistica ha rappresentato un bel problema per chi ne faceva uso.

La Cina sta cambiando molto ed in fretta e quello che l'ha fatta marciare con botte di PIL inverosimili, per ogni Paese occidentale, sono state l'innumerevole manodopera ed i costi bassi.
Ma ovviamente non può rimanere così in eterno poichè il capitalismo porta inevitabilmente "benessere", un benessere che però può facilmente non redistribuirsi equamente ed è da quì che nascono i problemi.

Il mercato cinese è come un'istrice, rischia che se si gonfia senza controllo spari aculei ovunque. ;)
 
FurettoS ha scritto:
reFORESTERation ha scritto:
dobvranno arrivare anche per loro gli anni 60, le rivolte sindacali i diritti civili e sociali in genere (ad esempio quelli che in italia chiamamo inps inail), fino ad allora mi limito a guardare la provenienza di quello che comopro..

Di questo ne sono convinti un pò tutti, il problema però è un altro, ovvero che negli anni 60 non c'era la globalizzazione.

Una eventuale forte crisi in Cina avrebbe ripercussioni pessime in tutto il globo, il detto sul battito di ali di una farfalla in Cina che si riperquote nell'emisfero opposto è una realtà, soprattutto economica.

Basti guardare al Giappone, la distribuzione di componentistica ha rappresentato un bel problema per chi ne faceva uso.

La Cina sta cambiando molto ed in fretta e quello che l'ha fatta marciare con botte di PIL inverosimili, per ogni Paese occidentale, sono state l'innumerevole manodopera ed i costi bassi.
Ma ovviamente non può rimanere così in eterno poichè il capitalismo porta inevitabilmente "benessere", un benessere che però può facilmente non redistribuirsi equamente ed è da quì che nascono i problemi.

Il mercato cinese è come un'istrice, rischia che se si gonfia senza controllo spari aculei ovunque. ;)
Niente dura per sempre, arriverà anche per loro il momento di crisi, e quando succederà chi è troppo esposto sul loro mercato se la passerà male
 
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