Il Freemont non è fuori da tutti gli schemi, è un monovolume all'americana. Magari si potrebbe dire che risulti di più difficile comprensione per noi europei. La cosa secondo me è spiegabile partendo da due aspetti: prima di tutto il volume del cofano separato da quello dell'abitacolo (o almeno che da quell'idea). Noi europei siamo stati abituati, prima con l'Espace e poi con le sue concorrenti, a considerare monovolume tutti quei veicoli che non avessero soluzione di continuità tra cofano e parabrezza (persino l'Ulysse/Phedra, che è il monovolume costruito in Europa che più si era spinto in la nel contraddire tale regola, alla fine presentava comunque un cofano molto inclinato, quasi da veicolo commerciale), cioè monovolume interpretati nel senso stretto della parola. Gli americani invece hanno sempre costruito i minivan col volume del cofano separato (persino la voyager della decade sorsa, che è la più filante mai costruita, aveva il cofano relativamente lungo e ben distinguibile dal resto dell'abitacolo, di solito le foto non rendono bene questa caratteristica) dal resto dell'abitacolo. Anche i quattro sportelli ad apertura convenzionale hanno contribuito a fare confusione, per lo meno da noi, dove la monovolume americana tipo (cioè la Voyager) aveva le posteriori scorrevoli. C'è poi la questione del marchio dodge e del fatto che in Italia la Journey fosse stata presentata all'inizio, erroneamente, come un Suv. Ora la Fiat la vuole far passare addirittura come naturale evoluzione della Croma (cosa che per l'utente medio comune può essere anche piuttosto plausibile) piuttosto che dell'Ulysse ed ecco che nella testa di chi bazzica le auto inizia a crearsi confusione. A mio parere il Freemont è un monovolume, magari confrontabile più con la Ford s-Max che con col Galaxy, ma sempre monovolume rimane.
PS: per quel che riguarda la trazione integrale, in America sono soliti offrire i minivan anche con questa possibilità (anche la Voyager l'aveva e l'ha tuttora, anche se non da noi), visto che li i veicoli devono cavarsela in un ventaglio di condizioni ambientali e stagionali molto più ampio di quello che si può incontrare da noi, e questo è un'altro elemento che può trarre in inganno l'europeo medio.