Salve, emymenzio. Mi accodo alle avvedute considerazioni di albelilly nell?evidenziare che davvero potrebbe trattarsi di un difetto di conformazione della carcassa di un pneumatico (presupporre che il difetto si estenda a più di uno è un po? forzoso in quanto sono problemi che si riscontrano, di solito, su un numero assai limitato di esemplari ed è pertanto difficile trovarne due o più nell?ambito dello stesso treno).
Al di là di questo, occorre inquadrare il frangente come segue; al momento in cui si monta un nuovo pneumatico, il gommista provvede ad equilibrare l?intero sistema gomma-cerchio del quale il pneumatico è nuovo. Negli istanti immediatamente successivi al primo utilizzo (ma, a ben vedere, già dal momento in cui la vettura viene calata a terra dopo le operazioni della sostituzione delle gomme) la struttura delle coperture subisce un progressivo processo di assestamento. E? probabile, quindi, che il sistema non resti equilibrato, così come fatto inizialmente, e che richieda un ulteriore ritocco dopo una certa percorrenza, a stima qualche centinaio di km.
Talvolta l?assestamento non provoca traslazioni di massa e/o variazioni di forma apprezzabili, dovuti ai microriposizionamenti subiti dalle parti costituenti la struttura del pneumatico, cosicché si può omettere di ritoccare l?equilibratura in momento successivo al primo montaggio. Ma se tale assestamento coinvolge in maniera decisa la forma del pneumatico, potremmo trovarci di fronte ad un miglioramento della regolarità di conformazione che quindi va a diminuire l?insorgenza di fenomeni vibrazionali oppure nel caso opposto.
Un espediente che consente, se non altro, di contenere gli effetti di una conformazione non proprio perfetta è quello di non esagerare con la pressione di gonfiaggio della copertura, limitandosi ai valori più bassi consentiti dal range prescritto dal costruttore.
Ciò rende la carcassa più elastica e quindi più atta ad assorbire le vibrazioni innescate dalle reazioni vincolari anomale tra ruota e fondo stradale che derivano da una conformazione e quindi un appoggio di rotolamento non perfettamente congrui. In sostanza, il pneumatico si deforma ed assorbe parte delle sollecitazioni che, in configurazione più rigida, andrebbe a trasmettere al cerchio e quindi al mozzo e l?intera vettura.
Altro aspetto da tenere in primissima considerazione è il centraggio del cerchio con il mozzo. Ci potrebbero essere delle piccole tolleranze di accoppiamento; se i cerchi sono originali o comunque scelti in modo che tutti i parametri geometrici siano perfettamente congrui, tali giochi sono, di norma, ridottissimi e non richiedono particolari accortezze salvo una, che è imprescindibile: l?uso della chiave dinamometrica per il serraggio dei bulloni.
Ciò non sostituisce la buona norma esecutiva, ovvero preservare l?ordine del serraggio dei bulloni, che deve comunque avvenire in modo da agevolare il perfetto accoppiamento in termini di planarità tra l?intradosso del cerchio e la superficie del mozzo, ma ne costituisce il giusto completamento specie se accompagnata con un?accurata pulizia delle superfici a contatto.
Quindi: se si tratta di un difetto di una certa portata della conformazione della carcassa, solo la sostituzione dei pneumatici può davvero portare alla risoluzione; ma prima di tutto, occorre una precisa, efficace, ben fatta, operazione di montaggio, così come assai sommariamente descritto sopra.
Il montaggio nel suo complesso, si badi bene, non è circoscritto solo all?accoppiamento tra ruota e mozzo, ma, prima ancora, anche al posizionamento della gomma sul cerchio. Occorre estrema attenzione da parte del competente artigiano in questa fase; egli deve fare in modo che la superficie del labbro del pneumatico possa agevolmente scorrere longitudinalmente sui profili interni del canale del cerchio prima di assestarsi sulla posizione definitiva (viene usata, di solito, della paraffina solida apposta ove occorra con un pennello), al fine che non si instaurino, nella maniera più assoluta, tensioni parassite al momento in cui si effettua il gonfiaggio che tende le carcasse e le dispone in posizione di esercizio. ?L?artiglio? impone alla gomma di ?abbracciare? il cerchio ma l?aderenza tra quest?ultimo e la prima potrebbe impedire un?adeguata distensione della struttura della copertura con riverberi anche marcatamente negativi su forma e sollecitazioni interne e quindi sulle modalità di lavoro in ambito di esercizio.