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Ed anche Fantic Motor ci lascia ?

La "Nuova Fantic" ci lascia? per me va bene così.

Giusto ieri giocavo col Caballero 500 di un amico, di un paio d'anni.
Frizione a cavo, già strappata in primavera con relativa chiamata al carro attrezzi. (Il mio monster 620, il più base ed economico in vendita vent'anni fa, ha il comando idraulico).
Comando gas che resta bloccato aperto. Ripeto, due anni di vita.
Tubi freno in gomma con evidente effetto di pompaggio già a freddo.
Cruscotto a lcd striminzito difficile da leggere a mezzo fermo e spento, figurarsi in movimento.
Comandi piazzati a caso e non intuitivi.

Non è così che si costruisce una moto 500.
Magari un cinquantino, ma non una moto.
E' una moto di origine cinese, non so se viene addirittura assemblata là e rifinita in Italia ma in ogni caso la componentistica è asiatica.

Il problema è che la Fantic attuale, che dopo i primi anni di crescita sta faticando, si tirerebbe dentro anche la Motori Minarelli, altra storica azienda, passata di mano da Yamaha a alla nuova Fantic.
Azienda che, producendo motori endotermici, è soggetta a rischi di chiusura per sua stessa natura e che richiede investimenti molto alti per una realtà non legata ad una grossa casa.
 
Il problema è che la Fantic attuale, che dopo i primi anni di crescita sta faticando, si tirerebbe dentro anche la Motori Minarelli, altra storica azienda, passata di mano da Yamaha a alla nuova Fantic.
La questione è un poco diversa....

Vedi negli anni settanta il mercato italiano crebbe proprio grazie agli assemblatori, si parla prevalentemente di tre cilindrate, cinquanta, ottanta e 125cc.

In molti potevano "assemblare" una moto magari progettando un telaio, in pochi fare anche il motore.

Franco Morini e Minarelli le due più grosse realtà di quegli anni per quanto riguarda le piccole cilindrate la prima prevalentemente dedicata ai motorini, la seconda oltre che a questi anche a cinquantini e centoventicinque.

Nella seconda metà degli anni ottanta, quando i cinquantini come se piovesse ele centoventicinque tiravano Minarelli equipaggiava Fantic Aprilia, e tanti altri....per i 50cc mentre aveva firmato in esclusiva un contratto con Belgarda e Yamaha per equipaggiare le 125 e le Malaguti 125.

Il non aver voluto dare a Garelli i motori per le 125 il ritardo nell'approntamento delle moto Yamaha nella classe per sedicenni, le scarse vendite dei Malaguti che da lì a poco infatti tornò a concentrarsi sui cinquantini fecero sì che già allora l'azienda....non fosse più proprio all'apice....si salvò comunque dopo con gli scooter che gli diedero un altro paio di lustri di relativa serenità ma di fronte a Kimco e compagnia briscola anche lì....

Per cui questo reprise di una Partnership storica è o meglio era un pò il canto del cigno degli ottanta, vissuti dalle due aziende anche con soddisfazione.
 
E' una moto di origine cinese, non so se viene addirittura assemblata là e rifinita in Italia ma in ogni caso la componentistica è asiatica.

Il problema è che la Fantic attuale, che dopo i primi anni di crescita sta faticando, si tirerebbe dentro anche la Motori Minarelli, altra storica azienda, passata di mano da Yamaha a alla nuova Fantic.
Azienda che, producendo motori endotermici, è soggetta a rischi di chiusura per sua stessa natura e che richiede investimenti molto alti per una realtà non legata ad una grossa casa.
Che sia cinese o nigeriana, a me non piace.
Non la moto, che ha una linea molto bella: non mi piace la politica della nuova Fantic.

Vuoi rilevare un marchio storico, che ha costruito mezzi che girano ancora dopo 50 anni senza noie? Rileva pure, ma devi tener fede al marchio.

Non montare cavi frizione che patiscono il cambio stagione; nel dubbio, non usare proprio i cavi.
Se proprio deve avere uno schermo, che sia leggibile; non una cosa che a motore spento devo fare ombra con la mano e strizzare gli occhi.
Un comando gas indurito in 2 soli anni, su una moto tout-terrain non si può vedere.
Cioè sono cose ridicole, non dovremmo neanche stare qui a parlarne.

La gente la moto vuole guidarla, non ammirarla sul cavalletto del meccanico.
A maggior ragione visto che in giappone costruiscono moto allo stesso prezzo, ma affidabili.
 
Il problema storico delle Italiane. Ricordo 30 anni fa con un mio amico passammo davanti a una concessionaria e lui si fermò, patito e appassionato, conosceva il titolare, e stavano mettendo una moto italiana in salone, allora era italiana, la Ducati, goccio d'olio su piastrella e....il titolare, candidamente, se non c'è la goccia d'olio non è Ducati....

Per poi ricordare il maschio vibrare di una Jota.......
 
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