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Eccoli qua, i paladini dell'accoglienza......

Stato
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L’ex prefetto di Padova al suo vice: «Ne abbiamo fatte di porcherie sui profughi»
Le conversazioni tra Impresa e Aversa nelle intercettazioni dei carabinieri: «Anche se dobbiamo fare schifezze Pasqua’ .... noi ci dobbiamo salvare»

PADOVA. «È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare». 14 aprile 2017, chi parla è l’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa da tre mesi a Roma con l’incarico di vice capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno (dal luglio scorso prefetto di Bologna). «Esatto» replica convinto il suo interlocutore, il vice prefetto vicario di Padova Pasquale Aversa, delegato a occuparsi della gestione dei migranti. La conversazione è intercettata dai carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal pm Federica Baccaglini: Impresa (non indagata) lavora a Roma dal 27 gennaio, Aversa è sempre in servizio nella Prefettura di Padova. È uno fra i tanti dialoghi finiti nelle 437 pagine del rapporto conclusivo dell’Arma, parte integrante dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza in Veneto. Un’accoglienza monopolizzata dalla cooperativa Ecofficina Educational, poi Edeco, saldamente nelle mani di Simone Borile e della moglie Sara Felpati. Coop pigliatutto. Coop monopolista dell’affaire migranti. Con la benedizione della Prefettura padovana.

Così Borile (e, con lui, i soci) arriva a «decuplicare il fatturato» della coop dal 2014 a oggi, mentre uomini e donne delle istituzioni (la Prefettura di Padova) gli regalano «assoluto appoggio» si legge negli atti .

E perché? Per salvare la poltrona, conquistandosi meriti e fiducia di fronte al superiore gerarchico oppure, semplicemente, per non sfigurare con il Governo rischiando magari il trasferimento. Un teatrino squallido, quasi misero, pensando alle responsabilità e al ruolo di questi burocrati di Stato formalmente al servizio del bene comune. E se, alla fine, gli indagati all’interno della “macchina amministrativa” (la Prefettura) risultano due (la funzionaria Tiziana Quintario, pure lei trasferita in prefettura a Bologna, e il vice prefetto Aversa, oltre ai capi di Ecofficina Simone Borile, Sara Felpati e Gaetano Battocchio), il quadro che ne emerge è desolante.

Edeco fa ciò che vuole: bara sul numero dei profughi e infila quanti più migranti ci stanno nei centri di accoglienza. Ancora: prevede programmi d’integrazione che restano sulla carta, risparmia sul numero di operatori e chi se ne importa delle condizioni igieniche da brivido. Di più: se ne infischia di pericolose promiscuità fra maschi e femmine, del cibo scarso, delle temperature gelide nei rifugi, della prostituzione che “arruola” le immigrate. Infine: è avvisata in anticipo delle ispezioni grazie a soffiate degli uffici prefettizi. Eppure nel Palazzo, ovvero in Prefettura, si parla d’altro.

Ottobre 2016, il centro di San Siro di Bagnoli è sovraffollato. E da Roma si fa pressione per alleggerirlo di 100-200 unità. Il 10 del mese il prefetto Impresa telefona al vice Aversa. «Mario Morcone (capo dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno) le fa capire che le cose si mettevano male se la situazione restava invariata» scrivono i carabinieri. Il presidente dell’Anci Piero Fassino (Pd) era molto arrabbiato per la questione di San Siro (il sindaco di Bagnoli Roberto Milan è del Pd) e Morcone minaccia di parlare con il premier Renzi. Impresa è chiara: «Anche se andiamo a metterli da qualche parte dove non possiamo, qualche cosa la dobbiamo pur fare» sentenzia, altrimenti teme che Morcone la faccia saltare. Chi l’ha informata, è Carmine Valente direttore dei servizi per l’Immigrazione. «Ricordati che se devo cadere, io però faccio cadere Sansone con tutti i filistei» racconta di aver replicato, lamentando di aver sopportato da prefetto, nei tre anni padovani, gli attacchi prima della Lega e ora del Pd. Aversa risponde di essersi già messo in azione. E Impresa: «Anche se dobbiamo fare schifezze Pasqua’... eh (Aversa ride) eh... no... schifezze...noi ci dobbiamo salvare Pasqua’... perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che...».

10 novembre 2016: gli ospiti a San Siro lievitano paurosamente a 960. Ore 18.12, il vice prefetto Aversa chiama Borile: «Il numero che c’era oggi sul report (il rapporto quotidiano del gestori del centro trasmesso in Prefettura) mi ha fatto venire i brividi...». Il 21 novembre Impresa telefona ad Aversa: le serve il dato di Bagnoli perché il Ministro dell’Interno (Alfano) verrà nel fine settimana. Ma non può dargli il «dato di 900 persone di oggi. Non possiamo darglielo assolutamente». «Impresa dice di voler dire al ministro 850 persone» scrivono gli investigatori nel rapporto, «Aversa dice di sì che ci sta come dato e nemmeno il sindaco di Bagnoli Milan lo sa.. Impresa dice ad Aversa di ricordarsi che riferirà 850 persone». I due tornano sull’argomento il 27 novembre. Impresa chiede ad Aversa il numero dei profughi che dovrà dire al ministro Alfano. Aversa precisa: «A Bagnoli sono 912». Ma si raccomanda: lei, il prefetto, deve dire che sono 850. Cinque mesi più tardi il sovraffollamento è incontrollabile. A Impresa (nel frattempo non più nella città veneta) Aversa ammette che, a Padova, finisce male perché non ci sono più strutture per accogliere. Poi parla della possibilità di ottenere una promozione. Per fine anno. —

Vi risparmio le foto delle facce di mer*a coinvolte nella storia per non rovinarvi la digestione e vi propongo alcune riflessioni nel post successivo.
 
Ecco come si spiega come mai i tristemente famosi centri di accoglienza di Cona e dintorni - già sovraffollati e malgrado quotidiane manifestazioni dei residenti, suppliche dei sindaci, puntate dedicate in talk show dove inevitabilmente i cittadini esasperati venivano trattati da rassisti con la sufficienza puzzosubnasista tipica di certi intellettualoidi con Rolex e ombrellone a Capalbio (ovviamente immigrant-free) - venissero sistematicamente e quotidianamente "riforniti" da ulteriori pullman di clandestini, di solito di notte e senza avvertire i sindaci .... Credo ci sia poco da aggiungere, però mi chiedo cosa spinge un prefetto che ha uno stipendio annuo di 150.000 € a buttare nel cesso la sua dignità mettendosi a fare il paraculo di scarafaggi come questi gestori di cooperative. E in più, leggo anche sul cartaceo che il " Pasqua' " di cui al sottotitolo, dopo essere stato beccato con le mani nella marmellata è stato trasferito a Gioia Tauro..... cioè, fatemi capire: in un comune sciolto per mafia ci mettiamo come prefetto un soggetto di tale spiccata integerrimità morale? A quando una volpe a guardia del pollaio? Mi fermo qui, mi sta già tornando su il panino......
 
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La Prefetta in questione è ora a Bologna in sostituzione di Piantedosi ora capo di gabinetto del ministro dell'Interno ed anche lui coinvolto (in modo più pesante a dire il vero, con procedimento a carico) in grane giudiziarie.
Strano come si cerchino accuratamente notizie a senso unico e si trascuri sistematicamente comportamenti contro le leggi in vigore da parte di chi avrebbe il compito di rispettare le leggi italiane ed i principi costituzionali.
Ah già le imputazioni per qualcuno sono medaglie…..
Povera Italia così imbevuta di odio e di falsità.
P.S. questo mia risposta ha certamente un contenuto politico, ma è la risposta ad un argomento altrettanto fortemente connotato politicamente. Chiedo pertanto ai moderatori se non sia il caso di chiudere subito gli argomenti di discussione aventi come scopo di fungere da cassa di risonanza ai temi oggetto di propaganda politica da parte di ben precisi soggetti politici oppure consentire un approfondimento dei temi proposti.
 
capo di gabinetto del ministro dell'Interno ed anche lui coinvolto (in modo più pesante a dire il vero, con procedimento a carico) in grane giudiziarie.

Il terreno è scivoloso, ma rispondo lo stesso: le grane che vedono ora implicato Piantedosi sono di ben altra natura, e la prefetta in questione dovrebbe essere in galera.

Strano come si cerchino accuratamente notizie a senso unico e si trascuri sistematicamente comportamenti contro le leggi in vigore da parte di chi avrebbe il compito di rispettare le leggi italiane ed i principi costituzionali.

Vedi sopra. Chiudo OT borderline.
 
Per me in galera si deve andare quando non si rispettano le leggi e non quando si estrapolando le frasi dal contesto in cui sono state pronunciate.
Si accettino i fatti e si valutino le ipotesi di reato se esistono.
Non accetto il doppiopesismo di chi valuta gravissima una frase ed accetta come normale che le nostre istituzioni si vantino di infrangere le leggi ed i codici internazionali.
 
Non accetto il doppiopesismo di chi valuta gravissima una frase ed accetta come normale che le nostre istituzioni si vantino di infrangere le leggi ed i codici internazionali.

beh, io non accetto che un Prefetto, che dovrebbe essere il massimo rappresentante dello Stato - quindi, dei cittadini - si metta in combutta con gentaglia che a spese dello stesso Stato - quindi, dei cittadini -si gonfia le tasche come mongolfiere, per tacere delle tensioni sociali determinate da situazioni come quella di cui si parla in questa discussione, che meriterebbero da sole il licenziamento in tronco del prefetto stesso per incapacità di assolvere il suo compito, prima ancora che per corruzione o connivenza.
 
beh, io non accetto che un Prefetto, che dovrebbe essere il massimo rappresentante dello Stato - quindi, dei cittadini - si metta in combutta con gentaglia che a spese dello stesso Stato - quindi, dei cittadini -si gonfia le tasche come mongolfiere, per tacere delle tensioni sociali determinate da situazioni come quella di cui si parla in questa discussione, che meriterebbero da sole il licenziamento in tronco del prefetto stesso per incapacità di assolvere il suo compito, prima ancora che per corruzione o connivenza.
E su questo sono d'accordo. Se vi saranno fatti accertati però, non su ricostruzioni giornalistiche. Vedo però che sui reati di Piantedosi per compiacere sappiamo chi...... non ti esprimi. È questo che io chiamo doppiopesismo.
E, per essere più chiaro, mi sembra sospetto il tuo continuo postare notizie volte solo a fare da cassa di risonanza ai temi martellanti di un noto partito.
 
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