A Bari crollano i grossi marchi come audi ma anche mercedes è a rischio.
IL CASO AUDI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/15/audi-zentrum-scoperto-buco-di-28-milioni.html
UN BUCO da 28 milioni di euro, una voragine sui conti dell' Audi Zentrum, la concessionaria ufficiale dell' Audi a Bari e Barletta, che l' ex amministratore (e socio) unico Michele Dipinto avrebbe "scavato" nelle settimane successive al blitz Domino con cui fu smantellato l' impero dei clan Parisi-Stramaglia fra Bari e Valenzano. Nell' orbita delle due organizzazioni si inseriva, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Bari, anche Dipinto che avrebbe avuto l' incarico di fornire le auto ai boss. Per questo, a marzo scorso, i giudici della sezione di prevenzione del tribunale di Bari, su richiesta della Dda, hanno sospeso Dipinto dall' amministrazione dei beni della società per un periodo di sei mesi, eventualmente rinnovabile. Nel frattempo l' amministrazione e la gestione della società, il cui volume di affari si aggira intorno ai 33 milioni di euro, è stata affidata ad un amministratore giudiziale, un commercialista barese, allo scopo di tutelare il posto di lavoro dei 70 dipendenti. Il professionista, il quale aveva anche il compito di verificare la presenza di eventuali anomalie nella gestione amministrativa della società e, in caso di riscontro, di segnalarle al Tribunale per i provvedimenti di competenza, ha cominciato ormai da tempo l' esame contabile dei registri e ha riscontrato il voluminoso ammanco. La sua relazione è stata acquisita nel fascicolo dell' antimafia barese intitolato "Domino 2" sul rapporto tra professionisti baresi, imprenditori, amministratori e i clan Parisi e Stramaglia. Le indagini finora condotte dai finanzieri del Gico (il gruppo di contrasto alla criminalità organizzata) di Bari e coordinate dai pm Elisabetta Pugliese e Francesca Pirrelli e dal procuratore Antonio Laudati, avrebbero fatto emergere forti legami tra alcuni esponenti dell' organizzazione criminale e Michele Dipinto. Un' Audi fiammante, è emerso dagli accertamenti, sarebbe stata concessa ad ogni affiliato, come premio o incentivo, ma tutte rigorosamente intestate alla concessionaria Audi Zentrum. Gli ulteriori approfondimenti della procura mireranno a verificare che fine abbiano fatto quei 28 milioni di euro e se, come ipotizzano gli inquirenti, siano serviti a finanziare attività illecite del clan, la cui infiltrazione nella società sembra ormai chiara. Quel che sorprende e fa insospettire gli investigatori è che i conti della società si siano progressivamente svuotati proprio dopo gli arresti del primo dicembre 2009, quando in carcere finirono 53 persone, altre 30 ai domiciliari: non si può escludere, dunque, che la concessionaria abbia rappresentato una delle tante "casseforti" della criminalità organizzata, dalle quali sia stato necessario attingere al momento del bisogno.
ED IL CASO MERCEDES....
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=419161&IDCategoria=1
Immaginate di aver desiderato una Mercedes per anni, di aver accumulato dei soldi per poterla acquistare. Poi, immaginate di esservi decisi al grande passo: comprare una classe B da 30mila euro. A quel punto immaginate di essere andati dal concessionario Emme Emme di Bari, di aver trattato le condizioni d?acquisto e poi firmato il contratto versando un acconto di circa duemila euro. Immaginate poi che tutto questo sia avvenuto agli inizi dell?autunno del 2010 e che vi abbiano richiamato a fine anno (quindi dopo parecchie settimane) per comunicare che l?autovettura è finalmente disponibile.
«Ovviamente, dopo una lunga attesa (non capita di rado che si debba aspettare trenta, sessanta o anche novanta giorni per la consegna, come previsto dalle clausole, ndr), ci siamo recati dal concessionario - spiega uno degli acquirenti, che richiede l?anonimato - per definire la compravendita. Siamo entrati, ci hanno ricevuto con grande gentilezza, accompagnato nel parco auto per farci vedere il veicolo che avremmo dovuto portarci a casa».
Segue la procedura classica. Versamento di altri contanti (se nella disponibilità del consumatore), in alcuni casi di 15mila euro e finanziamento a copertura della somma residua. «Ci hanno fatto vedere l?auto, abbiamo quindi versato e deciso per il finanziamento. Dall?inizio del 2011 abbiamo cominciato a versare puntualmente per pagare una rata di circa 500 euro al mese, ma dell?auto ormai di nostra proprietà nemmeno l?ombra. Pensi che abbiamo anche la fattura e il numero di telaio. Insomma, riteniamo che la macchina sia dal concessionario. Non capisco perché non ce l?abbiano consegnata. Qualche settimana fa abbiamo fatto inviare dal nostro legale una lettera di messa in mora, ma l?unico riscontro ricevuto (anche da altre persone in attesa, ndr) è stata una risposta interlocutoria del concessionario».
Eccola: «Le comunichiamo che faremo di tutto per soddisfare la richiesta formulataci. Ci scusiamo nuovamente per il ritardo che sta interessando la consegna della vettura e intendiamo per questo tranquillizzarla circa il buon esito della pratica. Purtroppo, una serie di problematiche, ormai in via di risoluzione, imprevedibili se non al momento del loro verificarsi, non ci hanno consentito di rispettare i tempi previsti. Sarà nostra cura aggiornare telefonicamente circa l?avanzamento della pratica di immatricolazione».
Se non fosse che, a oltre un mese da questa comunicazione, l?acquirente non ha ancora ricevuto risposta né conosce i motivi di tale ritardo (la Emme Emme ha conosciuto in questi anni una crisi che ha portato anche a una riduzione del personale e alla chiusura della sede di Altamura. Restano aperte quelle di Taranto e Trani). Sia dall?azienda barese sia la dalla sede centrale di Roma della Mercedes, entrambe contattate dalla Gazzetta per avere delucidazioni, non sono giunte per ora risposte.
IL CASO AUDI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/15/audi-zentrum-scoperto-buco-di-28-milioni.html
UN BUCO da 28 milioni di euro, una voragine sui conti dell' Audi Zentrum, la concessionaria ufficiale dell' Audi a Bari e Barletta, che l' ex amministratore (e socio) unico Michele Dipinto avrebbe "scavato" nelle settimane successive al blitz Domino con cui fu smantellato l' impero dei clan Parisi-Stramaglia fra Bari e Valenzano. Nell' orbita delle due organizzazioni si inseriva, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Bari, anche Dipinto che avrebbe avuto l' incarico di fornire le auto ai boss. Per questo, a marzo scorso, i giudici della sezione di prevenzione del tribunale di Bari, su richiesta della Dda, hanno sospeso Dipinto dall' amministrazione dei beni della società per un periodo di sei mesi, eventualmente rinnovabile. Nel frattempo l' amministrazione e la gestione della società, il cui volume di affari si aggira intorno ai 33 milioni di euro, è stata affidata ad un amministratore giudiziale, un commercialista barese, allo scopo di tutelare il posto di lavoro dei 70 dipendenti. Il professionista, il quale aveva anche il compito di verificare la presenza di eventuali anomalie nella gestione amministrativa della società e, in caso di riscontro, di segnalarle al Tribunale per i provvedimenti di competenza, ha cominciato ormai da tempo l' esame contabile dei registri e ha riscontrato il voluminoso ammanco. La sua relazione è stata acquisita nel fascicolo dell' antimafia barese intitolato "Domino 2" sul rapporto tra professionisti baresi, imprenditori, amministratori e i clan Parisi e Stramaglia. Le indagini finora condotte dai finanzieri del Gico (il gruppo di contrasto alla criminalità organizzata) di Bari e coordinate dai pm Elisabetta Pugliese e Francesca Pirrelli e dal procuratore Antonio Laudati, avrebbero fatto emergere forti legami tra alcuni esponenti dell' organizzazione criminale e Michele Dipinto. Un' Audi fiammante, è emerso dagli accertamenti, sarebbe stata concessa ad ogni affiliato, come premio o incentivo, ma tutte rigorosamente intestate alla concessionaria Audi Zentrum. Gli ulteriori approfondimenti della procura mireranno a verificare che fine abbiano fatto quei 28 milioni di euro e se, come ipotizzano gli inquirenti, siano serviti a finanziare attività illecite del clan, la cui infiltrazione nella società sembra ormai chiara. Quel che sorprende e fa insospettire gli investigatori è che i conti della società si siano progressivamente svuotati proprio dopo gli arresti del primo dicembre 2009, quando in carcere finirono 53 persone, altre 30 ai domiciliari: non si può escludere, dunque, che la concessionaria abbia rappresentato una delle tante "casseforti" della criminalità organizzata, dalle quali sia stato necessario attingere al momento del bisogno.
ED IL CASO MERCEDES....
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=419161&IDCategoria=1
Immaginate di aver desiderato una Mercedes per anni, di aver accumulato dei soldi per poterla acquistare. Poi, immaginate di esservi decisi al grande passo: comprare una classe B da 30mila euro. A quel punto immaginate di essere andati dal concessionario Emme Emme di Bari, di aver trattato le condizioni d?acquisto e poi firmato il contratto versando un acconto di circa duemila euro. Immaginate poi che tutto questo sia avvenuto agli inizi dell?autunno del 2010 e che vi abbiano richiamato a fine anno (quindi dopo parecchie settimane) per comunicare che l?autovettura è finalmente disponibile.
«Ovviamente, dopo una lunga attesa (non capita di rado che si debba aspettare trenta, sessanta o anche novanta giorni per la consegna, come previsto dalle clausole, ndr), ci siamo recati dal concessionario - spiega uno degli acquirenti, che richiede l?anonimato - per definire la compravendita. Siamo entrati, ci hanno ricevuto con grande gentilezza, accompagnato nel parco auto per farci vedere il veicolo che avremmo dovuto portarci a casa».
Segue la procedura classica. Versamento di altri contanti (se nella disponibilità del consumatore), in alcuni casi di 15mila euro e finanziamento a copertura della somma residua. «Ci hanno fatto vedere l?auto, abbiamo quindi versato e deciso per il finanziamento. Dall?inizio del 2011 abbiamo cominciato a versare puntualmente per pagare una rata di circa 500 euro al mese, ma dell?auto ormai di nostra proprietà nemmeno l?ombra. Pensi che abbiamo anche la fattura e il numero di telaio. Insomma, riteniamo che la macchina sia dal concessionario. Non capisco perché non ce l?abbiano consegnata. Qualche settimana fa abbiamo fatto inviare dal nostro legale una lettera di messa in mora, ma l?unico riscontro ricevuto (anche da altre persone in attesa, ndr) è stata una risposta interlocutoria del concessionario».
Eccola: «Le comunichiamo che faremo di tutto per soddisfare la richiesta formulataci. Ci scusiamo nuovamente per il ritardo che sta interessando la consegna della vettura e intendiamo per questo tranquillizzarla circa il buon esito della pratica. Purtroppo, una serie di problematiche, ormai in via di risoluzione, imprevedibili se non al momento del loro verificarsi, non ci hanno consentito di rispettare i tempi previsti. Sarà nostra cura aggiornare telefonicamente circa l?avanzamento della pratica di immatricolazione».
Se non fosse che, a oltre un mese da questa comunicazione, l?acquirente non ha ancora ricevuto risposta né conosce i motivi di tale ritardo (la Emme Emme ha conosciuto in questi anni una crisi che ha portato anche a una riduzione del personale e alla chiusura della sede di Altamura. Restano aperte quelle di Taranto e Trani). Sia dall?azienda barese sia la dalla sede centrale di Roma della Mercedes, entrambe contattate dalla Gazzetta per avere delucidazioni, non sono giunte per ora risposte.