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Contachilometri manomesso: sanzione di 100 mila euro per una concessionaria Ford
Categoria: Il Semaforo | 07 Dicembre 2010 | Riccardo Celi
Questa volta l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha picchiato davvero duro: una nota concessionaria multimarche (Ford, Mazda, Volvo e Land Rover) che opera nella cintura milanese, la Monzacar Spa, è stata sanzionata con ben 100 mila euro per la vendita di un'auto d'occasione il cui contachilometri è risultato manomesso. Il provvedimento (il n° 21810 riportato sul bollettino n° 45 del 6 dicembre 2010), riguarda in realtà due distinte violazioni del Codice del Consumo ai danni di un cliente al quale, nel marzo 2009, la concessionaria aveva venduto una Renault Mégane usata il cui quadro strumenti dichiarava una percorrenza di circa 58 mila km, riportata anche sul libretto di garanzia consegnato dal venditore al cliente.
144 MILA KM - In realtà, come poi è stato documentato, già in occasione di un intervento in garanzia effettuato nel gennaio 2006, un'officina Renault aveva verificato che la percorrenza era di 88 mila km e in occasione della rivendita della vettura dal primo proprietario a un altro soggetto, nel giugno 2007, i km erano divenuti 144 mila. Inoltre, la Monzacar aveva consegnato all'acquirente solo una copia parziale della carta di circolazione che riportava, contrariamente alla realtà, un unico proprietario della macchina, mentre il libretto dei tagliandi (che di solito riporta anche il chilometraggio registrato durante le soste in officina) non era stato consegnato affatto. Dopo l'acquisto, la vettura aveva manifestato problemi meccanici che in un pirmo momento erano stati risolti dalla Monzacar, ma solo grazie a una compartecipazione alle spese da parte del cliente. In occasione di un altra avaria che aveva interessato la turbina di sovralimentazione il venditore era intervenuto gratis, ma quanto il problema s'era manifestato nuovamente aveva rifiutato ogni intervento, lasciando oltretutto cadere nel vuoto la richiesta di risoluzione del contratto avanzata dall'acquirente per "difetto di confornità".
SOLO LAVAGGIO - Il Garante, grazie alla documentazione prodotta dal consumatore-segnalante e a quella fornita dal venditore come elemento a sua discolpa, ha ricostruito minuziosamente la "storia" della vettura accertando, per esempio, che in occasione del controllo pre-vendita della macchina da parte della Monzacar, alla voce "cronologia completa dell'assistenza" prevista dal documento di verifica, il personale d'officina aveva posto un segno di spunta sulla dicitura "ricontrollare", segno che qualcosa nel passato dell'auto risultava poco chiaro al capofficina stesso. Eppure, secondo le risultanze emerse, la Monzacar aveva ritenuto la vettura in ordine, tanto che l'unico intervento di ricondizionamento effettuato era stato... un semplice lavaggio. Il Garante non ha potuto accusare il venditore di aver materialmente alterato il contachilometri della Mégane, ma ha comunque ritenuto il suo comportamento non conforme alla "normale diligenza professionale". Pertanto, ha proceduto nei suoi confronti infliggendogli due distinte sanzioni: 50 mila euro per la pratica commerciale scorretta consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli (il chilometraggio risultato non veritiero) e l'omissione di altre rilevanti in merito alle caratteristiche principali del prodotto (l'esistenza di più di un proprietario sui documenti), nonché altri 50 mila per aver posto ostacoli all'esercizio del diritto del consumatore al rispetto della garanzia legale di conformità, manifestato con la richiesta di risoluzione del contratto.
SENTENZA ESEMPLARE - È da sottolineare che tuttavia, prima della chiusura del procedimento e dopo essere stata denunciata dal cliente in sede civile e penale, la concessionaria aveva accettato tale richiesta manifestando la volonta di versare alla controparte la somma di 19 mila euro, in seguito aumentati. È da rilevare inoltre che il Garante, nonostante abbia evidenziato la poca diligenza professionale del concessionario, non ha ritenuto di doverlo sanzionare anche per la mancata consegna del libretto dei tagliandi della vettura, che non è stato ritenuto un obbligo. Resta il fatto che una multa di 100 mila euro per la rivendita di una singola vettura usata costituisce una punizione pesante per una società come quella sanzionata, che nel 2009 ha conseguito un utile d'esercizio di 78 mila euro. Si tratta quindi di una sentenza esemplare e di grande importanza sia per i consumatori, per i quali l'alterazione dei contachilomeri costituisce una piaga purtroppo ancora diffusissima, sia per gli operatori professionali, ai quali dovrebbe ormai risultare chiaro quanto possa essere pericoloso e costar caro, per un venditore d'automobili, comportarsi superficialmente nella gestione dell'usato.
Articolo tratto da Sicurauto.it