Un giorno mi piacerebbe scrivere un libro , forse l'avevo gia' segnalato .., avrei anche un titolo ..; Delusions of Grandeur..
Hitler non è stato un benefattore dell’umanità. E’ stato un dittatore sanguinario e crudele, che ha messo in atto crimini efferati ed incancellabili, spinto il mondo nel disastro e nell’abiezione morale.
Ma ha fatto per l’automobile quello che non avevano fatto neanche Ford e Roosevelt in America, né nessun altro governo, democratico o dittatoriale, d’Europa. E l’ha fatto con una determinazione, una coerenza, un’ampiezza di visione fino a quel momento sconosciute,
Il 30 gennaio 1933 Hitler fu nominato Cancelliere dal Presidente Hindenburg. Il caso volle che il suo primo discorso ufficiale alla nazione fosse al Salone dell’Automobile di Berlino.
“La Germania ha un’automobile ogni cento abitanti. La Francia ne ha una ogni 28, gli Stati Uniti ogni 6. Questa disparità deve essere cancellata. Voglio vedere una macchina tedesca prodotta in serie che possa essere acquistata da chiunque si possa permettere una motocicletta. Dobbiamo arrivare ad avere una auto per il popolo: una Volkswagen”
Non vi erano soltanto i dirigenti delle fabbriche automobilistiche ad aspettare con ansia le parole di Hitler. Vi era anche un oscuro studio di “progettazione per costruzioni automobilistiche e aeronautiche”, a Stoccarda, in Kronenstrasse. Si trattava di uno studio aperto dall’ingegner Ferdinand Porsche, classe 1875, che dopo alcuni anni di collaborazione con gli uffici studi della Mercedes e dell’Auto Union aveva deciso di mettersi in proprio.
Dal punto di vista di brevetti si era subito dato da fare: aveva per esempio depositato nel 1931 un nuovo tipo di sospensione e soprattutto aveva iniziato il “Progetto 12”, la vettura del popolo.
I primi due tentativi di Porsche di passare dalla fase progettuale a quella realizzativa, prima con Zundapp, il più importante costruttore di motociclette tedesco, poi con NSU, fabbrica di automobili, furono fallimentari..
La risposta di Hitler fu l’immediata convocazione ad un incontro, all’Hotel Kaiserhof di Berlino (maggio 1934). Anche se non esistono documenti scritti di quell’incontro, si sa che Hitler mostrò di gradire il progetto presentatogli da Porsche, ma rimase incrollabile su due punti, il consumo, che non avrebbe dovuto superare i sette litri per 100 kilometri, e il prezzo, non più di mille marchi.
Appena un mese dopo, il 22 giugno, Porsche sottoscrisse con RDA (l’associazione tedesca dei costruttori di auto) un accordo con il quale si impegnava a realizzare tre prototipi entro dieci mesi. La vettura non sarebbe costata più di 990 marchi, con una produzione di almeno 50.000 unità.
Il tempo passò velocemente e dei tre prototipi non si ebbero notizie. La realizzazione del progetto risultò più difficoltosa del previsto, soprattutto per quanto riguardava il contenimento del prezzo. Il primo studio, con un quattro cilindri in orizzontale e raffreddamento ad aria, venne subito bocciato dal suo più grande oppositore, Heinz Nordhoff, il rappresentante per Opel nel comitato di controllo della RDA, che lo giudicò troppo simile ad un motore aeronautico, e che quindi non si sarebbe potuto vendere a 1000 marchi...
Quando ormai tutta l’industria automobilistica pensava con sollievo che il progetto non si potesse realizzare, il 12 ottobre 1936 arrivarono i primi prototipi: due berline e un cabriolet furono consegnati alla RDA.
Duri test vennero effettuati in due mesi, si percorsero oltre 50.000 chilometri. Si ruppe di tutto, com’era prevedibile per tre automobili costruite a mano. La secca relazione presentata ad Hitler da parte della RDA denotava poco entusiasmo e incrinò ulteriormente i rapporti fra Porche e i costruttori tedeschi.
Venne richiesto di testare altri prototipi, ne furono ordinati 30 alla Daimler, ma non sarebbero stati pronti prima del l’inizio del 1938. A questo punto la RDA era in possesso dei dati di costo precisi che dimostravano l’impossibilità di restare sotto 1000 marchi. Una rappresentanza chiese udienza a Hitler, e gli propose di sostituirsi a Porsche nella prosecuzione del progetto, in modo da poterlo completamente rielaborare. Le quattro aziende più grandi, Daimler, Opel, Auto-Union e Adler, avrebbero poi provveduto a costruire l’automobile e a venderla al pubblico a 1000 marchi, ma con un contributo del governo di almeno 200 marchi a vettura.
Poi c'e' un altro aspetto della faccenda che in tanti non sanno...., Hiltler fu un estimatore delle vecchie Tatra, le guidava pure ..ora non voglio scrivere tutta la storia....
Purtroppo, dopo l'invasione della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista, le proteste della Tatra contro la VW vennero messe a tacere, e la produzione della "T97" (il cui motore, a differenza della VW, era di 1700 cc con un albero a camme in testa per bancata, per 40 cv di potenza e 130 km/h) venne bloccata per ordine dello stesso Hitler.
Tatra V570 disegno finale del 1933
http://www.repubblica.it/motori/sez...en_ecco_tutta_l_incredibile_storia-113460846/
Hitler non è stato un benefattore dell’umanità. E’ stato un dittatore sanguinario e crudele, che ha messo in atto crimini efferati ed incancellabili, spinto il mondo nel disastro e nell’abiezione morale.
Ma ha fatto per l’automobile quello che non avevano fatto neanche Ford e Roosevelt in America, né nessun altro governo, democratico o dittatoriale, d’Europa. E l’ha fatto con una determinazione, una coerenza, un’ampiezza di visione fino a quel momento sconosciute,
Il 30 gennaio 1933 Hitler fu nominato Cancelliere dal Presidente Hindenburg. Il caso volle che il suo primo discorso ufficiale alla nazione fosse al Salone dell’Automobile di Berlino.
“La Germania ha un’automobile ogni cento abitanti. La Francia ne ha una ogni 28, gli Stati Uniti ogni 6. Questa disparità deve essere cancellata. Voglio vedere una macchina tedesca prodotta in serie che possa essere acquistata da chiunque si possa permettere una motocicletta. Dobbiamo arrivare ad avere una auto per il popolo: una Volkswagen”
Non vi erano soltanto i dirigenti delle fabbriche automobilistiche ad aspettare con ansia le parole di Hitler. Vi era anche un oscuro studio di “progettazione per costruzioni automobilistiche e aeronautiche”, a Stoccarda, in Kronenstrasse. Si trattava di uno studio aperto dall’ingegner Ferdinand Porsche, classe 1875, che dopo alcuni anni di collaborazione con gli uffici studi della Mercedes e dell’Auto Union aveva deciso di mettersi in proprio.
Dal punto di vista di brevetti si era subito dato da fare: aveva per esempio depositato nel 1931 un nuovo tipo di sospensione e soprattutto aveva iniziato il “Progetto 12”, la vettura del popolo.
I primi due tentativi di Porsche di passare dalla fase progettuale a quella realizzativa, prima con Zundapp, il più importante costruttore di motociclette tedesco, poi con NSU, fabbrica di automobili, furono fallimentari..

La risposta di Hitler fu l’immediata convocazione ad un incontro, all’Hotel Kaiserhof di Berlino (maggio 1934). Anche se non esistono documenti scritti di quell’incontro, si sa che Hitler mostrò di gradire il progetto presentatogli da Porsche, ma rimase incrollabile su due punti, il consumo, che non avrebbe dovuto superare i sette litri per 100 kilometri, e il prezzo, non più di mille marchi.
Appena un mese dopo, il 22 giugno, Porsche sottoscrisse con RDA (l’associazione tedesca dei costruttori di auto) un accordo con il quale si impegnava a realizzare tre prototipi entro dieci mesi. La vettura non sarebbe costata più di 990 marchi, con una produzione di almeno 50.000 unità.
Il tempo passò velocemente e dei tre prototipi non si ebbero notizie. La realizzazione del progetto risultò più difficoltosa del previsto, soprattutto per quanto riguardava il contenimento del prezzo. Il primo studio, con un quattro cilindri in orizzontale e raffreddamento ad aria, venne subito bocciato dal suo più grande oppositore, Heinz Nordhoff, il rappresentante per Opel nel comitato di controllo della RDA, che lo giudicò troppo simile ad un motore aeronautico, e che quindi non si sarebbe potuto vendere a 1000 marchi...
Quando ormai tutta l’industria automobilistica pensava con sollievo che il progetto non si potesse realizzare, il 12 ottobre 1936 arrivarono i primi prototipi: due berline e un cabriolet furono consegnati alla RDA.
Duri test vennero effettuati in due mesi, si percorsero oltre 50.000 chilometri. Si ruppe di tutto, com’era prevedibile per tre automobili costruite a mano. La secca relazione presentata ad Hitler da parte della RDA denotava poco entusiasmo e incrinò ulteriormente i rapporti fra Porche e i costruttori tedeschi.
Venne richiesto di testare altri prototipi, ne furono ordinati 30 alla Daimler, ma non sarebbero stati pronti prima del l’inizio del 1938. A questo punto la RDA era in possesso dei dati di costo precisi che dimostravano l’impossibilità di restare sotto 1000 marchi. Una rappresentanza chiese udienza a Hitler, e gli propose di sostituirsi a Porsche nella prosecuzione del progetto, in modo da poterlo completamente rielaborare. Le quattro aziende più grandi, Daimler, Opel, Auto-Union e Adler, avrebbero poi provveduto a costruire l’automobile e a venderla al pubblico a 1000 marchi, ma con un contributo del governo di almeno 200 marchi a vettura.
Poi c'e' un altro aspetto della faccenda che in tanti non sanno...., Hiltler fu un estimatore delle vecchie Tatra, le guidava pure ..ora non voglio scrivere tutta la storia....
Purtroppo, dopo l'invasione della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista, le proteste della Tatra contro la VW vennero messe a tacere, e la produzione della "T97" (il cui motore, a differenza della VW, era di 1700 cc con un albero a camme in testa per bancata, per 40 cv di potenza e 130 km/h) venne bloccata per ordine dello stesso Hitler.

Tatra V570 disegno finale del 1933
http://www.repubblica.it/motori/sez...en_ecco_tutta_l_incredibile_storia-113460846/