<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Vita dura per gli automobilisti in Francia | Page 10 | Il Forum di Quattroruote

Vita dura per gli automobilisti in Francia

NO! Non c'entra un accidente. Qualsiasi forma di tassazione sul semplice possesso di un bene, fosse anche la reggia di Caserta, non dovrebbe esistere. Le tasse si pagano in cambio di un servizio o a fronte di un costo procurato. Nel caso dell'auto esiste una e una sola forma di tassazione equa, ed esiste già. Il resto è furto, oltre che un danno per l'economia (sai quanti si comprerebbero più di un'auto, magari usata, da usare per sfizio o per necessità se non ci fosse una fiscalità degna dello Sceriffo di Nottingham?). Teniamo presente che anche Jay Leno che ha trecento auto, più di una alla volta non ne guida....
Sapevo mi avresti risposto così- Pazienza. Sono due visioni del mondo. Per me chi possiede di più, deve pagare di più. E quanto alla storia dei servizi...posto che spesso viene usato come alibi da chi non paga, se tutti pagassimo, forse sarebbero migliori. Ma questo è un altro discorso.

Per tornare in topic, volevo solo dire che alla fine questa maxi tassa è meno iniqua del super bollo italiano. La tua BMW super potente, in Francia non è colpita, mi sembra di capire
 
Per me chi possiede di più, deve pagare di più

Io farei sputare sangue e bile agli speculatori finanziari, tanto per dire.... Ma secondo me, il concetto (giusto) che chi possiede di più deve pagare di più, non ha proprio niente a che vedere con la tassa francese, e neppure con l'ignominiosa fiscalità italiana sull'auto, e infatti non mira a redistribuire ricchezza, ma a orientare il mercato. E' semplicemente un discorso diverso: sempre IMHO, la tassazione deve essere direttamente proporzionale al guadagno netto e inversamente proporzionale alla capacità/attitudine a reinvestire gli utili in modo da generare ricchezza che può avere una ricaduta sulla collettività (leggi posti di lavoro, ad esempio: di qui la mia idea fissa di stangare ferocemente le rendite improduttive). Ma i consumi voluttuari sono importantissimi per l'economia: in Italia il superbollo e quell'altra genialata della tassa sulle barche hanno falcidiato interi settori economici portando a perdite enormi per l'erario, e probabilmente finirà così anche in Francia: piuttosto che spendere (leggi: buttare nel water) 50.000 euro di tasse, si rinuncia all'acquisto, con buona pace di chi dalle vendite di quel bene ci porta a casa la cena per la famiglia.
Io sono sempre stato convinto che col pauperismo non si vada da nessuna pare, e che colpendo alla cieca i "ricchi" (o presunti tali) si danneggiano in cascata anche i poveri. Per dire, non che il Bria mi stia particolarmente simpatico, ma sai una serata al Billionaire o al Twiga a quanta gente dà da mangiare? Chiaro che a tutto c'è un limite, in primis il fatto che certi patrimoni plurimiliardari devono contribuire a tirar fuori qualcuno dalla miseria; ma a me sembra che ultimamente i Paperoni siano sempre più ricchi e meno numerosi, e ci sia un pericoloso scivolamento in basso di quelli che un tempo erano "benestanti", oggi al massimo "cosìcosìstanti", in inesorabile transizione verso la povertà.
Scusate il pippone.
 
Io farei sputare sangue e bile agli speculatori finanziari, tanto per dire.... Ma secondo me, il concetto (giusto) che chi possiede di più deve pagare di più, non ha proprio niente a che vedere con la tassa francese, e neppure con l'ignominiosa fiscalità italiana sull'auto, e infatti non mira a redistribuire ricchezza, ma a orientare il mercato. E' semplicemente un discorso diverso: sempre IMHO, la tassazione deve essere direttamente proporzionale al guadagno netto e inversamente proporzionale alla capacità/attitudine a reinvestire gli utili in modo da generare ricchezza che può avere una ricaduta sulla collettività (leggi posti di lavoro, ad esempio: di qui la mia idea fissa di stangare ferocemente le rendite improduttive). Ma i consumi voluttuari sono importantissimi per l'economia: in Italia il superbollo e quell'altra genialata della tassa sulle barche hanno falcidiato interi settori economici portando a perdite enormi per l'erario, e probabilmente finirà così anche in Francia: piuttosto che spendere (leggi: buttare nel water) 50.000 euro di tasse, si rinuncia all'acquisto, con buona pace di chi dalle vendite di quel bene ci porta a casa la cena per la famiglia.
Io sono sempre stato convinto che col pauperismo non si vada da nessuna pare, e che colpendo alla cieca i "ricchi" (o presunti tali) si danneggiano in cascata anche i poveri. Per dire, non che il Bria mi stia particolarmente simpatico, ma sai una serata al Billionaire o al Twiga a quanta gente dà da mangiare? Chiaro che a tutto c'è un limite, in primis il fatto che certi patrimoni plurimiliardari devono contribuire a tirar fuori qualcuno dalla miseria; ma a me sembra che ultimamente i Paperoni siano sempre più ricchi e meno numerosi, e ci sia un pericoloso scivolamento in basso di quelli che un tempo erano "benestanti", oggi al massimo "cosìcosìstanti", in inesorabile transizione verso la povertà.
Scusate il pippone.
No. Lasciando perdere i discorsi da bar di Briatore. Se dobbiamo fare un certo tipo di discorsi li facciamo bene e fino in fondo, perchè cedere alla retorica del "se i ricchi spendono allora i poveri stanno meglio" proprio non ci sto.

La macroeconomia ha ampiamente dimostrato che c'è la propensione marginale al consumo scende all'aumentare della ricchezza. Cosa vuol dire? Che più sei ricco, più spendi è vero, ma una quota parte sempre minore della tua ricchezza. E il resto lo accumuli.

Se hai 10 spendi 9 il 90%.
Se hai 20 spendi 16 che è l'80%.

Due persone con 10 spendono più di 1 con 20.

Il punto è questo. Ed è su questo principio che si basa qualsiasi tipo di fiscalità che punta ad una redistribuzione del reddito.
Tutto il resto sono solo fragili e inutili scuse. Che rimando al mittente.

Se rinunci all'acquisto di una Mustang, ti comprerai qualcos'altro. Chi può spendere quelle cifre, a piedi non resta di sicuro.
 
cedere alla retorica del "se i ricchi spendono allora i poveri stanno meglio" proprio non ci sto.

Non è solo retorica. Il mercato del lusso vale 1.300 miliardi di euro, e un esercito di posti di lavoro, molti dei quali specializzati. Se non c'è chi può spendere, devono mettersi in coda alla Caritas.

La macroeconomia ha ampiamente dimostrato che c'è la propensione marginale al consumo scende all'aumentare della ricchezza. Cosa vuol dire? Che più sei ricco, più spendi è vero, ma una quota parte sempre minore della tua ricchezza. E il resto lo accumuli.

Ho fatto anch'io quattro acche di macroeconomia e sono concetti che conosco. E infatti, se leggi bene quello che ho scritto, la mia idea di fisco agevola gli investimenti produttivi e penalizza gli accumuli. I consumi sono benvenuti.

Tutto il resto sono solo fragili e inutili scuse.

Non sono scuse, anche perchè non faccio parte della categoria e nulla mi viene in tasca. Constato solo che un imprenditore coi schei è più facile che il 25 del mese sia puntuale con il pagamento degli stipendi rispetto a uno con le pezze al deretano.

Se rinunci all'acquisto di una Mustang, ti comprerai qualcos'altro. Chi può spendere quelle cifre, a piedi non resta di sicuro.

Ovvio, e infatti il mio biasimo per la tassa finto-ecologica francese parte da motivi diversi dalla pietà per i poveri ricchi, e ho già spiegato quali sono.
 
Non è solo retorica. Il mercato del lusso vale 1.300 miliardi di euro, e un esercito di posti di lavoro, molti dei quali specializzati. Se non c'è chi può spendere, devono mettersi in coda alla Caritas.



Ho fatto anch'io quattro acche di macroeconomia e sono concetti che conosco. E infatti, se leggi bene quello che ho scritto, la mia idea di fisco agevola gli investimenti produttivi e penalizza gli accumuli. I consumi sono benvenuti.



Non sono scuse, anche perchè non faccio parte della categoria e nulla mi viene in tasca. Constato solo che un imprenditore coi schei è più facile che il 25 del mese sia puntuale con il pagamento degli stipendi rispetto a uno con le pezze al deretano.



Ovvio, e infatti il mio biasimo per la tassa finto-ecologica francese parte da motivi diversi dalla pietà per i poveri ricchi, e ho già spiegato quali sono.
Agri so benissimo quanto valga il mercato del lusso. Ma proprio perchè di lusso, tale rimarrà anche se tassato maggiormente.

Se uno può spendere, vuole spendere 1000€ per l'envelope di YSL, se tu piazzi una tassa e diventano 1200€, la potrà comprare lo stesso. Non è questione di pietismo.
E quanto alla macroeconomia, sono d'accordissimo sull'investire in innovazione e produttività che non in assistenzialismo inutile.
 
Agri so benissimo quanto valga il mercato del lusso. Ma proprio perchè di lusso, tale rimarrà anche se tassato maggiormente.

Se uno può spendere, vuole spendere 1000€ per l'envelope di YSL, se tu piazzi una tassa e diventano 1200€, la potrà comprare lo stesso. Non è questione di pietismo.
E quanto alla macroeconomia, sono d'accordissimo sull'investire in innovazione e produttività che non in assistenzialismo inutile.

perche' parti dal presupposto che un ricco sia ricco, e quindi fesso.
tu tassi la borsa del luigi vitone?
ottimo
il ricco andra' a comprarla a dubai
metti il mega tassone sullo yacht?
lo ormeggeranno in croazia
tassi 50mila euro la ferrari?
basta omologarla in un altro paese, usando una delle tante societa'

i ricchi non si tassano facilmente, per quello sono ricchi.
io non ne conosco molti, ma quelli che conosco, son tirchi, e parecchio.
magari spendono anche, ma se hanno una scappatoia legale per spendere meno, stai sicuro che la usano.
se devono cacciare 100mila euro per un'auto, chiedono prima al commercialista tutti i metodi possibili per pagarla anche solo 99.
 
No. Lasciando perdere i discorsi da bar di Briatore. Se dobbiamo fare un certo tipo di discorsi li facciamo bene e fino in fondo, perchè cedere alla retorica del "se i ricchi spendono allora i poveri stanno meglio" proprio non ci sto.

La macroeconomia ha ampiamente dimostrato che c'è la propensione marginale al consumo scende all'aumentare della ricchezza. Cosa vuol dire? Che più sei ricco, più spendi è vero, ma una quota parte sempre minore della tua ricchezza. E il resto lo accumuli.

Se hai 10 spendi 9 il 90%.
Se hai 20 spendi 16 che è l'80%.

Due persone con 10 spendono più di 1 con 20.

Il punto è questo. Ed è su questo principio che si basa qualsiasi tipo di fiscalità che punta ad una redistribuzione del reddito.
Tutto il resto sono solo fragili e inutili scuse. Che rimando al mittente.

Se rinunci all'acquisto di una Mustang, ti comprerai qualcos'altro. Chi può spendere quelle cifre, a piedi non resta di sicuro.


Esatto....
E' il mio vecchio esempio di buon senso
" Un ricco mangia un etto di prosciutto, un povero o 50 grammi di prosciutto o un etto di mortadella....
Quando il RICCO diventa ancora piu' ricco NON mangia 2 etti....
Mentre il POVERO, nelle crisi, se gli va bene MANGIA SOLO e sempre un etto in toto, ma tutto di mortadella.
E se gli va male, solo i 50 grammi di mortadella.

Ah, oltre a campare male, il povero,
tende ad impoverirsi lo stesso produttore di salumi....
Cui si dimezzano le produzioni piu' redditive
per quelle di piu' basso ritorno.
 
[/QUOTE]

Caro giulio






Per il discorso
" Il resto lo accumuli "
E' PROPRIO questo che non deve avvenire.
Gia' le tasse iniziali sul reddito dovrebbero essere in funzione della redistribuzione
( a favore di resta indietro* )
e non dell' accumulo....

* indietro: non vuol dire regalare agli sbafatori
 
Quindi? Una patrimoniale?

L'esatto contrario. Una tassazione congrua sui redditi che non vengono in qualche modo reimpiegati a favore di chi ha meno. Declinala come vuoi (posti di lavoro, beneficienza, servizi, perchè no consumi....), ma i soldi devono circolare, non fare la muffa in una cassaforte (o in banca), e non alimentare speculazioni fini a sè stesse.
 
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