Non devi esser così pessimista, alla fine delocalizzano la produzione all'estero come fanno molte multinazionali. Le turbine usate sulle Giulia, molto probabilmente sono già prodotte anche in qualche altro stabilimento honeywell. Tra l'altro sono fermi da 2 mesi a leggere l'articolo ed in tempi in cui si applica un "just in time" esasperato, l'Alfa sarebbe in crisi già da tempo.
A me più altro fa male sentire per l'ennesima volta la notizia che 420 lavoratori, magari ogniuno con una famiglia da mantenere, si ritrova senza lavoro, in un contesto economico nazionale non facile.
La Giulia è un'ottima auto, probabilmente la migliore del segmento se si fa una media delle caratteristiche, un vanto per la produzione italiana.
Una sorta di maserati in piccolo, il primo vero frutto della cooperazione tra tecnici maserati e quelli del biscione, una vera alfa con la A maiuscola.
I possessori di questa 3 volumi devono esser fieri di guidare un prodotto così valido e sapere che c'è moltissima gente che vorrebbe averne una ma purtroppo non se la potrà permettere nel medio periodo (o forse addirittura mai).
Sul fatto che Giulia sia una ottima auto e probabilmente, come scrivi, la migliore del segmento se si fa una media delle caratteristiche con le concorrenti, sono perfettamente d’accordo con Te, tanto che un anno fa, basandomi anche sulle positive esperienze delle precedenti Alfa possedute , ho deciso di acquistarla, nonostante i “cori” di detrattori vicini e lontani.
Dopo un anno di utilizzo e 33000 km, posso dire di ritenermi per ora soddisfatto e che l’ obbiettivo di rilanciare la casa è partito col piede giusto, anche se la strada è tutta in salita, e di questo se n’è discusso parecchio su questo forum, inutile ripetersi.
Il mio pessimismo non è su Giulia, ma tutta la situazione attorno, in particolare quella nazionale.
Vado OT, pazienza, anche se contestuale, e mi ritengo libero di esprimere un mio pensiero anche se interpretabile come “pessimista” indipendentemente dal fatto di possedere una Giulia e di essere perfettamente conscio che parecchie persone attualmente non se la possono permettere.
Ma sono sicuro che chi come me l’ ha acquistata, di certo non l’ha trovata nel sacchetto delle patatine o vinta con un cioccolatino boero ma , parlo almeno per me, guadagnandosela col lavoro e col sacrificio, e scusatemi la presunzione.
E, oltre alla soddisfazione personale di acquistarla, ho voluto pure illudermi di credere di dare un mio contributo a chi l’ ha realizzata, col suo lavoro e il suo sacrificio, e infine alla nazione.
Ecco perché io mi arrabbio quando si accetta passivamente la delocalizzazione industriale, come fatto compiuto, come fosse cosa fisiologica, tanto tutte le multinazionali lo fanno, pazienza per i 420 lavoratori e relative famiglie da mantenere, in qualche modo sopravvivranno.
Il loro lavoro, il loro sacrificio non contano e mai non conteranno, immolati sull’altare della globalizzazione, degli utili per gli azionisti (guai a guastargli l’ umore), mentre al rubare la dignità, il futuro e i sogni alla gente (compreso quello di poter lavorando comprarsi pure una Giulia) ormai ci siamo assuefatti, l’importante è che diciamocelo, italianamente parlando, capiti agli altri e non a noi.