Questo è fuor di dubbio, non ne avrei ordinata una.
Resta il fatto che le vendite risibili nel nostro continente, e ancor più nel nostro paese, sono una colpa imputabile al costruttore che sceglie di non incontrare i nostri gusti, non di una clientela "mediocre" che opera le proprie scelte in autonomia.
Vedo che si parla spesso di numeri di vendita...ma parliamoci chiaro: negli anni '90, quando la Civic piaceva proprio a tutti, quante se ne vendevano davvero?
I numeri erano comunque risibili rispetto alle bestseller del segmento, perché Honda, in Italia ed in Europa, è sempre stato un marchio di nicchia.
Per tutta una serie di motivi: contingentamento, rete di vendita, tipologia e caratteristiche dei prodotti...
Quello di fare elevati numeri di vendita, garantita una soglia minima per la sopravvivenza della rete commerciale, mi pare un falso problema, se si guarda alla storia commerciale del marchio in Italia.
E non capisco chi vorrebbe che Honda si trasformasse in un marchio simile, per esempio, a Hyundai o Ford, facendo auto dalla filosofia progettuale "generalista" nel senso letterale della parola, caratterizzate da design e tecnica (e mettiamoci pure l'erogazione dei motori...) convenzionali e omologati alle richieste del momento del mercato di massa e della clientela più ampia. Magari valide, ma con pochi o nulli slanci innovativi. Non è mai stato così, e mai penso che (per fortuna) mai lo sarà, perché non è nella filosofia del marchio, che ha sempre fatto ricerca e spesso prodotti molto avanti rispetto ai loro tempi (oltre che primariamente pensati per un mercato non europeo, ma globale, dal punto di vista commerciale).
Per esempio, una cosa che non leggo molto a proposito dell'ultima Civic, è il fatto che sia caratterizzata da un'inversione di tendenza nell'architettura generale della vettura rispetto a quello che è stato il leitmotiv degli ultimi vent'anni: lo sviluppo delle vetture verso l'alto.
Con quest'ultima serie si è ritornati ad abbassare il corpo vettura, curando posizione del baricentro e distribuzione delle masse. Ritornando un po' alla filosofia degli anni '90.
E' un'inversione di tendenza "epocale", e se si guarda bene, è ciò che sta avvenendo oggi soprattutto nei segmenti molto alti, premium e luxury (per esempio con la nuova ammiraglia Lexus LS). Probabilmente questa tendenza si farà più generale nel prossimo futuro, non solo per una questione di guidabilità, ma anche di efficienza aerodinamica ed emissioni, tema di grande attualità. E la Civic si rivelerà ancora una volta anticipatrice.
E aggiungerei che secondo me anche la questione dei "gusti" è discutibile, spesso vedo persone che sui forum vorrebbero definire ciò che è di buono o cattivo gusto in termini di design, ma non stiamo parlando di buone maniere e buon gusto in senso lato, dove definire ciò che è buono o cattivo è semplice, perché regolato da convenzioni sociali che fanno parte di una cultura specifica; se parliamo di oggetti la questione è un po' più complessa, e penso che chi identifichi i propri gusti con quelli, addirittura, di un continente, commetta a mio avviso un piccolo peccato di presunzione, o abbia una percezione un po' falsata della realtà, identificando i propri gusti con quelli della massa. La questione è molto più semplice, anzi semplicissima: gli oggetti "convenzionali", che non escono dai canoni del loro tempo, piacciono per forza di cose a molti; gli oggetti meno convenzionali o addirittura innovativi, invece sono divisivi: piacciono moltissimo o non piacciono per niente, per forza di cose il loro target iniziale sarà più ristretto, ma probabilmente più motivato.
La questione, dal punto di vista della percezione di massa, è molto più complessa però: se andiamo a guardare davvero con attenzione, in realtà il design di molte automobili europee di buon successo è stato veramente di rottura, o innovativo: infatti anche ciò che è "diverso", con l'abitudine, viene poco a poco assimilato dal pubblico come "convenzionale" o meglio, abituale, rassicurante: ma perché avvenga questo, bisogna che il prodotto abbia una certa diffusione commerciale e la gente inizi ad abituarvisi. E' semplicemente una questione di adattamento e abitudine.
Ciò per Honda, in Italia, è praticamente impossibile che si verifichi, per la scarsa diffusione di base delle vetture. Mentre in USA avviene, per la grande diffusione commerciale. Quindi, non è una questione di gusto europeo o americano (e di presunti sensi di superorità "culturale" che si leggono da sempre sui forum automobilistici e sugli articoli online della stampa specializzata, soprattutto alla presentazione di quasi tutti i nuovi modelli giapponesi, anche per i più belli), ma di possibilità di sviluppare
una percezione positiva di un prodotto.
Un esempio per tutti, la Nissan Juke, di cui all'inizio si leggeva peste e corna sui forum, auto (e designers) a cui venivano attribuiti gli epiteti peggiori, che poi - grazie anche ad una rete di vendita condivisa con Renault e molto sviluppata, a caratteristiche ben calibrate per il nostro mercato, al boom dei suvvetti - si è cominciata a vendere abbastanza, e poi parecchio...e la percezione del design magicamente è cambiata, facendola diventare una vetture simpatica e alla moda. Il "gusto" non c'entra niente. (Le forme spesso esulano completamente dai gusti, fra l'altro. E' la percezione che attiene alla sfera del gusto, e la percezione cambia secondo molti fattori mediti dalla cultura del tempo. Pensiamo per esempio alle mode, ciò che è di gusto ora non lo era vent'anni fa, ma magari lo era quaranta, infatti ci sono corsi e ricorsi).
Un esempio d'epoca, l'Autobianchi Y10, la cui coda tronca venne rigettata all'inizio, e poi divenne un grande successo.
Ma se queste vetture non si fossero iniziate a vendere, per motivi diversi dal design (le concessionarie ad ogni angolo, gli sconti, la clientela abituale/abitudinaria, etc) è probabile che il design avrebbe continuato ad essere "rigettato" dalla massa.