Non ho trovato nulla nel forum che parli delle vendite Suzuki in Italia, che attualmente sono in calo del 48,82% rispetto al 2021, anno del record storico italiano tra l'altro https://www.automotorinews.it/2022/01/18/suzuki-anno-record-italia-dati-vendite/. Ad ogni modo una sintesi della situazione attuale, la potete trovare qui sotto, da un estratto del Corriere Motori del 16 dicembre 2022, dove Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia, illustra la situazione attuale e i motivi principali di tale crollo delle vendite.
(Di Paolo Lorenzi, da Corriere Motori)
...Oggi tutta la gamma è elettrificata: dalla Ignis alla Swift, dalla S-Cross alla Vitara, dalla Swace alla Across
I volumi di vendita risentono della mancanza di prodotto per la crisi dei chip, «ma il portafoglio ordini è pieno»
La Jimny è il paradigma
della Suzuki attuale. Una
sorta d’istantanea in
bianco e nero. Tutta la
vogliono, ma il prodotto
latita, anche se il suo è un caso
particolare. Se ne potrebbero vendere il doppio, perché è un vero
cult fin dagli Anni 70, ma è un
modello datato e senza aggiornamenti destinato a una nicchia del
mercato. In sostanza condannato al
limbo dei desideri. Un po’ come
avviene con il resto della gamma
Suzuki, sotto performante per
mancanza di prodotto. «Gli ordini,
però, non mancano — spiega Massimo Nalli, presidente di Suzuki
Italia —. Suzuki ha un buon portafoglio di ordini inevasi, ma è condizionato dalla disponibilità dei semiconduttori che rallentano la produzione. A mano a mano che la
disponibilità delle parti cresce, le
immatricolazioni vengono di conseguenza». Un problema di logistica che sommandosi al resto spiega
un quadro commerciale non certo
esaltante: nei primi undici mesi le
vendite del marchio di Hamamatsu
sono diminuite del 48,82% in Italia.
Certo, tutto il mercato soffre da
inizio anno un calo a doppia cifra
e solo negli ultimi quattro mesi ha
accennato una ripresa, ma al netto
di una delicata contingenza, la
gamma avrebbe forse bisogno di
un’iniezione di novità, per stimolare il pubblico. L’ultima è stata la
S-Cross 140 Volt, Suv medio, pratico e confortevole, che di recente ha
ampliato l’offerta motori con la versione full hybrid. L’ibrido resta al
centro della strategia Suzuki, in attesa dell’elettrico annunciato per il
2025. E fino ad all’ora che cosa
succederà? «Per ora l’ibrido è l’opzione migliore — prosegue Nalli
—, dal momento che l’elettrico a
ben guardare è imposto per legge,
con tutti i problemi irrisolti che si
porta dietro. A cominciare dall’autonomia ancora scarsa, dalla difficoltà di ricarica e dai prezzi alti».
Sulla strada dell’ibridazione seguita da Suzuki, perché un modello così popolare come la Jimny resta disponibile solo con il motore
tradizionale a benzina? «Perché è
venduto come veicolo commerciale
leggero e solo a due posti. Tutto
nasce dalla normativa europea sulla CO2 che ha penalizzato fortemente i costruttori di veicoli leggeri. E la Jimny ci allontana un po’ da
questi obiettivi». Come mezzo da
lavoro se ne vendono tuttavia un
bel numero: tra le 1.500 e le 1.700
unità previste nel 2022, per non
parlare dell’usato, richiestissimo.
Persino in Giappone, dove è gettonatissimo, c’è una lista infinita per averlo. Basterebbero questi numeri
a giustificare una nuova versione…
«Che non vedremo in Europa. Sui
social girano le foto di una possibile futura generazione a cinque porte, ma comunque non sarà destinata al nostro mercato». Quali sono i
modelli di punta del vostro listino?
«Ignis e Swift, due colonne della
nostra proposta, e non dimentichiamo Vitara oltre a S-Cross che
offre un po’ più di spazio pur mantenendo le caratteristiche di compattezza, tipiche di Suzuki».
La Swift attuale è del 2017, è un
modello globale, molto apprezzato,
aggiornato e ibrido con volumi tali
da giustificare una nuova famiglia:
la sensazione, in attesa di conferme, è che potrebbe essere una delle novità del prossimo anno. Il modello di punta, vendite alla mano,
resta la Ignis: da gennaio è tra le
auto più vendute del segmento A e
rappresenta il veicolo d’ingresso
del listino Suzuki al cui vertice
spicca la Swace, la famigliare parente stretta della Toyota Corolla,
punto d’incontro di una collaborazione con l’altro marchio giapponese che potrebbe dare altri frutti
in futuro. «È una partnership tecnologica in cui rientra anche la
Across. Noi gli forniamo 4 modelli
per il mercato indiano», spiega
Nalli. È presto per sbilanciarsi ma
immaginare una collaborazione
sull’elettrico Suzuki, non deve essere distante dalla realtà. D’altra parte
tutta l’industria di settore è alla ricerca di partnership per l’auto a
batteria, i cui costi di produzione
restano alti in mancanza di economie di scala che possano farli scendere. Per assecondare le scadenze
imposte dall’Unione Europea —
stop alla vendita di benzina e diesel dal 2035 —, i costruttori sono
obbligati e drenare risorse dalla
produzione tradizionale. «Che
l’elettrico rappresenti il futuro è
fuori discussione, ma bisogna arrivarci con i tempi giusti». Tutta la
gamma è ibrida, con motori efficienti che assicurano un buon rapporto tra prestazioni e consumi.
«Nonostante i numeri di vendita
siano al di sotto delle nostre potenzialità, siamo confortati dal pubblico perché l’attenzione nei nostri
confronti è invariata. Una scelta azzeccata. Siamo ibridi al 100% e fieri
di esserlo».
(Di Paolo Lorenzi, da Corriere Motori)
...Oggi tutta la gamma è elettrificata: dalla Ignis alla Swift, dalla S-Cross alla Vitara, dalla Swace alla Across
I volumi di vendita risentono della mancanza di prodotto per la crisi dei chip, «ma il portafoglio ordini è pieno»
La Jimny è il paradigma
della Suzuki attuale. Una
sorta d’istantanea in
bianco e nero. Tutta la
vogliono, ma il prodotto
latita, anche se il suo è un caso
particolare. Se ne potrebbero vendere il doppio, perché è un vero
cult fin dagli Anni 70, ma è un
modello datato e senza aggiornamenti destinato a una nicchia del
mercato. In sostanza condannato al
limbo dei desideri. Un po’ come
avviene con il resto della gamma
Suzuki, sotto performante per
mancanza di prodotto. «Gli ordini,
però, non mancano — spiega Massimo Nalli, presidente di Suzuki
Italia —. Suzuki ha un buon portafoglio di ordini inevasi, ma è condizionato dalla disponibilità dei semiconduttori che rallentano la produzione. A mano a mano che la
disponibilità delle parti cresce, le
immatricolazioni vengono di conseguenza». Un problema di logistica che sommandosi al resto spiega
un quadro commerciale non certo
esaltante: nei primi undici mesi le
vendite del marchio di Hamamatsu
sono diminuite del 48,82% in Italia.
Certo, tutto il mercato soffre da
inizio anno un calo a doppia cifra
e solo negli ultimi quattro mesi ha
accennato una ripresa, ma al netto
di una delicata contingenza, la
gamma avrebbe forse bisogno di
un’iniezione di novità, per stimolare il pubblico. L’ultima è stata la
S-Cross 140 Volt, Suv medio, pratico e confortevole, che di recente ha
ampliato l’offerta motori con la versione full hybrid. L’ibrido resta al
centro della strategia Suzuki, in attesa dell’elettrico annunciato per il
2025. E fino ad all’ora che cosa
succederà? «Per ora l’ibrido è l’opzione migliore — prosegue Nalli
—, dal momento che l’elettrico a
ben guardare è imposto per legge,
con tutti i problemi irrisolti che si
porta dietro. A cominciare dall’autonomia ancora scarsa, dalla difficoltà di ricarica e dai prezzi alti».
Sulla strada dell’ibridazione seguita da Suzuki, perché un modello così popolare come la Jimny resta disponibile solo con il motore
tradizionale a benzina? «Perché è
venduto come veicolo commerciale
leggero e solo a due posti. Tutto
nasce dalla normativa europea sulla CO2 che ha penalizzato fortemente i costruttori di veicoli leggeri. E la Jimny ci allontana un po’ da
questi obiettivi». Come mezzo da
lavoro se ne vendono tuttavia un
bel numero: tra le 1.500 e le 1.700
unità previste nel 2022, per non
parlare dell’usato, richiestissimo.
Persino in Giappone, dove è gettonatissimo, c’è una lista infinita per averlo. Basterebbero questi numeri
a giustificare una nuova versione…
«Che non vedremo in Europa. Sui
social girano le foto di una possibile futura generazione a cinque porte, ma comunque non sarà destinata al nostro mercato». Quali sono i
modelli di punta del vostro listino?
«Ignis e Swift, due colonne della
nostra proposta, e non dimentichiamo Vitara oltre a S-Cross che
offre un po’ più di spazio pur mantenendo le caratteristiche di compattezza, tipiche di Suzuki».
La Swift attuale è del 2017, è un
modello globale, molto apprezzato,
aggiornato e ibrido con volumi tali
da giustificare una nuova famiglia:
la sensazione, in attesa di conferme, è che potrebbe essere una delle novità del prossimo anno. Il modello di punta, vendite alla mano,
resta la Ignis: da gennaio è tra le
auto più vendute del segmento A e
rappresenta il veicolo d’ingresso
del listino Suzuki al cui vertice
spicca la Swace, la famigliare parente stretta della Toyota Corolla,
punto d’incontro di una collaborazione con l’altro marchio giapponese che potrebbe dare altri frutti
in futuro. «È una partnership tecnologica in cui rientra anche la
Across. Noi gli forniamo 4 modelli
per il mercato indiano», spiega
Nalli. È presto per sbilanciarsi ma
immaginare una collaborazione
sull’elettrico Suzuki, non deve essere distante dalla realtà. D’altra parte
tutta l’industria di settore è alla ricerca di partnership per l’auto a
batteria, i cui costi di produzione
restano alti in mancanza di economie di scala che possano farli scendere. Per assecondare le scadenze
imposte dall’Unione Europea —
stop alla vendita di benzina e diesel dal 2035 —, i costruttori sono
obbligati e drenare risorse dalla
produzione tradizionale. «Che
l’elettrico rappresenti il futuro è
fuori discussione, ma bisogna arrivarci con i tempi giusti». Tutta la
gamma è ibrida, con motori efficienti che assicurano un buon rapporto tra prestazioni e consumi.
«Nonostante i numeri di vendita
siano al di sotto delle nostre potenzialità, siamo confortati dal pubblico perché l’attenzione nei nostri
confronti è invariata. Una scelta azzeccata. Siamo ibridi al 100% e fieri
di esserlo».
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