<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Velocita' e sicurezza: illusioni e cautele. | Il Forum di Quattroruote

Velocita' e sicurezza: illusioni e cautele.

Il luogo comune vuole che, in ambito moto, i motociclisti spericolati che guidano veloci siano le vittime preferenziali d'incidente.
Ma e' davvero cosi'?
Esaminiamo alcuni rapporti scientifici SERI (ossia compiuti non da agenzie governative con una mira politica da sostenere, ma da scienziati seri).
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First, about half of all serious motorcycle accidents happen when a car pulls in front of a bike in traffic. These accidents typically happen at very low speeds, with a typical impact velocity, after all the braking and skidding, below 25 mph. This was first revealed in the Hurt Report but has been recently backed up by two other studies, a similar one in Thailand and especially the COST 327 study done in the European Union, where people have fast bikes and like to ride very quickly on some roads with no speed limits at all.

Actual crash speeds are slow, but the damage isn't. These are serious, often fatal crashes. Most of these crashes happen very close to home. Because no matter where you go, you always leave your own neighborhood and come back to it. And making it through traffic-filled intersections?the ones near your home?is the most dangerous thing you do on a street motorcycle.

The next-biggest group of typical accidents happens at night, often on a weekend, at higher speeds. They are much more likely to involve alcohol, and often take place when a rider goes off the road alone. These two groups of accidents account for almost 75 percent of all serious crashes. [...]

Even though many motorcycles were capable of running the quarter-mile in 11 seconds (or less) and topping 140 mph back in '81, not one of the 900-odd accidents investigated in the Hurt study involved a speed over 100 mph. The "one in a thousand" speed seen in the Hurt Report was 86 mph, meaning only one of the accidents seen in the 900-crash study occurred at or above that speed. And the COST 327 study, done recently in the land of the autobahn, contained very few crashes over 120 kph, or 75 mph. The big lesson here is this: It's a mistake to assume that going really fast causes a significant number of accidents just because a motorcycle can go really fast.

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TRADUZIONE
(Il rapporto Hurt (e non "rapporto sui feriti", come talvolta erroneamente tradotto, dato che "Hurt" e' il nome dell'autore) e' un'indagine statistica compiuta negli Stati Uniti nell'81 sugli incidenti stradali.)

Primo, circa la meta0 di tutti gli incidenti di moto seri avvengono quando un'auto si immette nel traffico davanti a una moto. Questi incidenti avvengono tipicamente a velocita' d'impatto molto ridotte, dopo le varie frenate e slittate, che si attestano attorno ai 40 km/h. Questo fatto e' stato dapprima determinato nel rapporto Hurt, ma e' poi stato recentemente confermato da due altri studi: uno simile compiuto in Tailandia, e particolarmente dallo studio COST 327 dell'Unione Europea, dove la gente ha moto veloci e ama guidarle molto velocemente su strade che sono, in alcuni casi, del tutto prive di limiti di velocita'.

Le velocita' d'impatto possono essere ridotte, ma il danno non lo e'. Si tratta di incidenti gravi, spesso fatali. La maggior parte di questi incidenti accade vicino a casa, non importa dove si vada, perche' uno parte sempre da li', e li' deve tornare. E guidare in incroci trafficati e' la cosa piu' pericolosa in assoluto che si possa fare su una moto.

Il gruppo successivo piu' popolato di incidenti tipici e' quello che riguarda gli incidenti notturni, spesso nel weekend, a velocita' maggiori. Sono gli incidenti in cui e' piu' frequentemente coinvolto l'alcool, e spesso riguardano il conducente che finisce fuori strada da solo. Questi due gruppi di incidenti comprendono circa il 75% di tutti gli incidenti gravi.

Sebbene molte moto fossero capaci di fare il quarto di miglio in 11 secondi (o meno) e di superare i 220 all'ora nell'81, non uno dei piu' di 900 casi esaminati nello studio di Hurt implicava velocita' superiori ai 160 km/h. Il "caso su mille" di velocita' elevata riscontrato nel rapporto Hurt indicava una velocita' di 137 km/h. Ossia, di tutti i 900 casi esaminatui, uno solo acadde a tale velocita'. lo studio COST327, fatto recentemente nella terra delle Autobahn, contiene pochissimi casi di incidenti sopra i 120 km/h. La lezione importante qui e': e' un errore credere che andare forte causi un significativo numero di incidenti, solo perche' alcune moto possono andare davvero forte.

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Conclusioni analoghe a quelle tratte dall'articolo risultano anche dal MAIDS, un altro studio europeo sugli incidenti in moto, ma che si applica di fatto a qualsiasi incidente. Il MAIDS evidenzia come la velocita' abbia scarsissima rilevanza negli incidenti e, nei rari casi in cui questa e' un fattore, non sia tanto la velocita' elevata a essere pericolosa, ma una velocita' "atipica" (ossia significativamente piu' alta o piu' bassa rispetto al resto del traffico).
Ma allora perche' tutte le politiche di contenimento degli incidenti si basano solo sulla contestazione dell'alta velocita'? A ciascuno darsi la sua risposta. All'atto pratico, per la nostra sicurezza, la lezione e' un'altra, assai importante.

In sostanza: gli incidenti non capitano "solo a chi va forte". Di fatto, la stragrande maggioranza degli incidenti gravi o fatali in moto capitano a chi tiene velocita' assolutamente contenute. Dunque, non e' alla velocita' che bisogna prestare attenzione, ma alla strada e a tutto cio' che la popola e che le sta attorno.
In particolare, una larga parte di incidenti in moto capitano presso distributori e centri commerciali, quando un automobilista decide improvvisamente di entrare o uscire dalla piazzola o dal parcheggio senza segnalare.
Notare che le stesse, identiche conclusioni si applicano anche per gli incidenti d'auto.
 
purtroppo nessuno vuole capire l'evidenza....qui bisogna solo fare cassa, se si fosse interessati alla sicurezza vera..allora sai quante cose ci sarebbero da fare.

Io mi offrirei come volontario per elencare tutto ciò che si dovrebbe fare per aumentare la sicurezza vera, quella che evita i morti sulle strade..e non fare cassa...
ma ovviamente ..ci vorebbe una rivoluzione!!!!! culturale e di presa di coscienza..
 
Condivisibile......certo che quando si vede la moto spezzata in due a 150 metri dal punto dell'impatto, la velocità c'entra eccome..... :?
 
Grattaballe ha scritto:
Condivisibile......certo che quando si vede la moto spezzata in due a 150 metri dal punto dell'impatto, la velocità c'entra eccome..... :?

Lì c'entra l'imprudenza, la velocità va adeguata, come già scritto , a quello che hai attorno
 
Grattaballe ha scritto:
Condivisibile......certo che quando si vede la moto spezzata in due a 150 metri dal punto dell'impatto, la velocità c'entra eccome..... :?

Non serve andare forte per avere esiti di quel genere.
100 km/h sono piu' che bastanti, se vai a centrare in pieno uno di quei graziosi guard rail che sembrano progettati dalla Gillette che van per la maggiore in Italia... :rolleyes:
L'Italia e' anche uno dei paesi piu' arretrati per quanto concerne la sicurezza delle infrastrutture.
Sono insicure per le auto, figuriamoci per le moto.
 
La velocità aggrava le conseguenze di un impatto, ma rende l'impatto meno probabile. Perché se escludiamo ubriachi e drogati chi aumenta la velocità aumenta anche l'attenzione. Le ricerche citate non fanno che supportare questa tesi.
 
Anche gli ubriachi e i drogati alla guida, stanno aumentando. E siccome aumenta anche il traffico, aumenta anche la probabilità che un ubriaco o un drogato falcino qualcuno, per quanto questo qualcuno possa fare attenzione. Attenzione che aumenta con la velocità per quanto riguarda la propria guida, ma poco può contro manovre imbecilli di persone terze. In quel caso ( e non sono pochi, visto che il riferimento all'auto che si immette nel traffico come origine degli incidenti sembra calzante..) più bassa è la velocità e minore sarà il danno oltre che più agevole -eventualmente- cercare di evitare l'impatto.
 
Cercare di limitare i danni di ubriachi e gente che guida con la testa tra le nuvole andando piano e' come voler ridurre la violenza negli stadi limitando il volume dei cori. E' un nonsenso.
Bisogna sanzionare chi tiene comportamenti scorretti in modo da tornare ad avere strade popolate prevalentemente da utenti responsabili.

Ma questo va al di la' dell'obiettivo del thread, che non e' discutere su come migliorare la sicurezza delle strade, ma su come migliorare la NOSTRA sicurezza sulle strade che ci toccano.
L'illusione che andare piano sia sufficiente a garantirsi sicurezza e', purtroppo, molto diffusa, specie tra gli utenti delle due ruote, che sono particolarmente vulnerabili. E' un'illusione molto pericolosa, perche' induce un falso senso di sicurezza che porta a trascurare i veri rischi.

L'unico modo per migliorare le proprie probabilita' (la sicurezza assoluta non esiste) e' fare attenzione: stare attenti a tutto cio' che sta intorno, soprattutto nelle zone piu' a rischio come incroci, immissioni da parcheggi e distributori di benzina, abitazioni private, e imparando a dedurre il comportamento degli altri veicoli da come si muovono. Questo, purtroppo, viene solo con l'esperienza.
 
D'accordo su tutto. Però concorderai con me quando scrivo che correre è facile, correre stando attenti lo è un pò meno, correre sapendo bene quel che si sta facendo lo à ancora un pò meno. Correre stando attenti anche a ciò che fanno gli altri, obiettivamente non è alla portata di tutti. D'altro canto, non siamo tutti uguali ( ed è impossibile andare casa per casa a dire: tu puoi correre e tu invece no..) e fare esperienza potrebbe anche costare molto caro....
Nel dubbio, meglio correre meno. Non è la soluzione ma gli avvenimenti ci stanno confermando che gli umani non sono predisposti al multitasking.
 
Mha, sono considerzioni altamente soggettive. Io riesco a concentrarmi molto meglio sulla guida tenendo una velocita' adeguata. Andando troppo piano la mente tende a divagare, deconcentrarsi e distrarsi.
Considerazioni comprovate da uno studio statistico britannico, peraltro.
Ma alla fine, io guardo alle statistiche, e statisticamente la velocita' e' coinvolta in una percentuale minima di incidenti e, NOTA BENE, si parla di "velocita' atipica", dunque non solo troppo alta, ma anche troppo bassa.
La realta' e' che per essere sicuri occorre stare attenti e, anche qui, le statistiche ci aiutano mostrandoci dove occorre stare maggiormente all'occhio.
E' chiaro che, se passo accanto a un distributore e non c'e' nessuno, e sto andando a 90 km/h in statale, non rallentero' ne' mi preoccupero'.
Se invece vedo che c'e' un tizio che si prepara a uscire, sapendo che dovrebbe darmi la precedenza, ma potrebbe non farlo, rallentero' drasticamente cosi' che il mio spazio di frenata sia commisurato allo spazio di percezione della minaccia a mia disposizione (quella che si chiama "guida difensiva").
Ma se continuassi a 90 all'ora, e avessi un incidente, questo non sarebbe certo dovuto alla velocita', ma alla cretineria del conducente dell'auto e alla mancanza, da parte mia, di attenzione e di considerazione dei possibili rischi rappresentati dagli altri conducenti. ;)
 
:rolleyes: La soluzione in questo specifico caso, potrebbe anche essere quella di accelerare e passare davanti al distributore prima che il mentecatto faccia la mossa di uscire..... :D :D
 
Vorrei aggiungere che realizzare telecamere che identifichino chi telefona alla guida non sarebbe affatto difficile, ma esigere attenzione alla guida (malgrado la recente quanto ridicola proposta di vietare il fumo al volante) evidentemente non interessa.
 

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