<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Università di Siena chiude nel 2012.... | Il Forum di Quattroruote

Università di Siena chiude nel 2012....

:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

E le altre università non sono da meno.
Bari, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, tutte in rosso.

Non sanno neanche se riusciranno a pagare gli stipendi del personale (cosa obbligatoria per legge, per lo meno ai docenti).

:evil:

http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/
 
FedeSiena ha scritto:
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

E le altre università non sono da meno.
Bari, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, tutte in rosso.

Non sanno neanche se riusciranno a pagare gli stipendi del personale (cosa obbligatoria per legge, per lo meno ai docenti).

:evil:

http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/

questa università è sotto di 150 (o 250) milioni di euro, è la più indebitata d'Italia; se non son capaci di gestirla, meglio chiuderla. Basta sprechi.E' finita l'epoca dei soldi a pioggia, corso inutili, sedi distaccate ecc ecc.
 
Che il pagamento degli stipendi sia obbligatorio per legge, penso sia normale. Ma non solo nelle università.
Se poi non ci sono soldi per pagarli è un altro paio di maniche.
 
E' una cosa che fa imbestialire. :x
L'italia ha una spesa su università e ricerca tra le più basse e dicono che rende poco. E te credo aggiungerei! Come pensano di risolvere il problema? Tagliando ancora di più! al ministero sono malati mentali gravi!
L'università italiana, con tutti i suoi difetti, sforna tra i migliori cervelli ed è composta in larga parte da precari e salariati che prendono una miseria. Se vogliono tagliare, lo facciano con gli stipendi dei baroni, che invece saranno gli unici a non essere minimamente toccati dai tagli indiscriminati dato che prima ci sono i precari da lasciare a casa... :evil:
 
Il problema dei tagli è sempre il solito.
Ci sono degli sprechi enormi, spese completamente inutili ecc.
Poi ci sono amministrazioni locali delle università completamente incapaci perchè abituate a tempi di vacche grasse.
Il problema è che viene fatto di tutta l' erba un fascio e viene tagliato tutto a priori.
 
basta vedere nel settore biotecnologico e biologico...
è pieno di svizzeri...
per non parlare del settore medico...uno dei migliori...
però i fondi della nostra ricerca è una delle piu basse ma riusciamo lo stesso ad essere molto buoni...
 
biasci ha scritto:
Il problema dei tagli è sempre il solito.
Ci sono degli sprechi enormi, spese completamente inutili ecc.
Poi ci sono amministrazioni locali delle università completamente incapaci perchè abituate a tempi di vacche grasse.
Il problema è che viene fatto di tutta l' erba un fascio e viene tagliato tutto a priori.
Si, ci sono sprechi, ma la nostra spesa è più bassa della media europea e in ricerca possiamo dire che sia quasi nulla...
 
jaccos ha scritto:
biasci ha scritto:
Il problema dei tagli è sempre il solito.
Ci sono degli sprechi enormi, spese completamente inutili ecc.
Poi ci sono amministrazioni locali delle università completamente incapaci perchè abituate a tempi di vacche grasse.
Il problema è che viene fatto di tutta l' erba un fascio e viene tagliato tutto a priori.
Si, ci sono sprechi, ma la nostra spesa è più bassa della media europea e in ricerca possiamo dire che sia quasi nulla...
Su quello, purtroppo hai perfettamente ragione.
Però, quello che dico io è:
Se tu avessi un' azienda che produce articoli di elevata qualità ma che sperpera soldi a destra e a manca, cosa faresti? E' chiaro che si taglia!!!!!
Il problema in questo caso è che chi gestisce i soldi all' interno di questo "reparto", se ne sbatte altamente e non fa nulla per rimediare.
Un po' come in tutti i "reparti" dello stato. Lasciate stare le eventuali piccole e rare eccezioni che magari ci possono anche essere.
 
biasci ha scritto:
jaccos ha scritto:
biasci ha scritto:
Il problema dei tagli è sempre il solito.
Ci sono degli sprechi enormi, spese completamente inutili ecc.
Poi ci sono amministrazioni locali delle università completamente incapaci perchè abituate a tempi di vacche grasse.
Il problema è che viene fatto di tutta l' erba un fascio e viene tagliato tutto a priori.
Si, ci sono sprechi, ma la nostra spesa è più bassa della media europea e in ricerca possiamo dire che sia quasi nulla...
Su quello, purtroppo hai perfettamente ragione.
Però, quello che dico io è:
Se tu avessi un' azienda che produce articoli di elevata qualità ma che sperpera soldi a destra e a manca, cosa faresti? E' chiaro che si taglia!!!!!
Il problema in questo caso è che chi gestisce i soldi all' interno di questo "reparto", se ne sbatte altamente e non fa nulla per rimediare.
Un po' come in tutti i "reparti" dello stato. Lasciate stare le eventuali piccole e rare eccezioni che magari ci possono anche essere.

A parte il fatto che un'università è un ente di servizio pubblico e non un'azienda, nel caso da te esposto del genere razionalizzerei gli sprechi ed aumenterei ancora di più la qualità, visto che comunque il costo sarebbe sempre più basso della concorrenza...di certo non taglierei...
Questo perchè, nella fattispecie, tagliando non faccio altro che eliminare la parte virtuosa, ottenendo una percentuale di spreco ancora più alta. La situazione va presa di petto e gli sprechi vanno eliminati, non i fondi...
 
dexxter ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
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E le altre università non sono da meno.
Bari, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, tutte in rosso.

Non sanno neanche se riusciranno a pagare gli stipendi del personale (cosa obbligatoria per legge, per lo meno ai docenti).

:evil:

http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/

questa università è sotto di 150 (o 250) milioni di euro, è la più indebitata d'Italia; se non son capaci di gestirla, meglio chiuderla. Basta sprechi.E' finita l'epoca dei soldi a pioggia, corso inutili, sedi distaccate ecc ecc.

Veramente ci sarebbero da fare dei distinguo importanti e soprattutto capire perchè si è arrivati ad una simile situazione.

Partiamo dall'inizio.
UniSiena ha centinaia di anni di storia, è una delle Università più antiche al mondo, è sempre andata avanti, nel bene o nel male fino ad un certo punto, in cui una certa signora Moratti, attuale sindaco di Milano, nonchè ex ministro dell'istruzione dello scorso governo Berlusconi decise di "gestire le università come delle imprese" (senza tener conto del fatto che le Università di fatto, NON SONO, imprese...) :rolleyes: .
Venne così data attuazione alla c.d. "privatizzazione" degli atenei, istituendo anno per anno una commissione di bilancio.
L'obbiettivo, in se neanche troppo malevolo, era quello di stimolare una forte "concorrenza" tra i vari atenei, istituendo anche bonus per gli atenei più "virtuosi" che avrebbero dovuto primeggiare rispetto a quelli "meno virtuosi" innescando così una valorizzazione spontanea degli atenei migliori.

Fin qui, tutto bene.

Peccato che le norme che davano attuazione al progetto di legge, si sono verificate del tutto inappropriate per vari motivi:

- Innanzi tutto, venne dato alle Università un vincolo di bilancio annuale, nel quale non si teneva assolutamente conto delle "spese" (o se lo si faceva, era fatto in maniera del tutto grossolana) in essere.
Per cui, UniSiena si è trovata nella condizione di avere migliaia di dipendenti, assunti con contratto a tempo indeterminato, che non poteva licenziare, ma a cui doveva (e deve) pagare lo stipendio!
Inoltre ci sono le spese vive per il mantenimento delle strutture (che non sono certo smantellabili da un giorno ad un altro) che incidono per altri svariati milioni di euro l'anno.

- In secondo luogo, data la criticità della situazione in essere, e tenuto conto anche dello spirito della legge, un pò tutti gli atenei italiani, chi più chi meno, cercarono di puntare sulla "qualità" (o pseudoqualità) per "attirare" masse studentesche e per essere così in grado di raggiungere i famigerati bonus previsti dalla normativa Moratti.
Tali bonus, di notevole valore economico, nati inizialmente come "premio per i più bravi" erano correlati a realtà completamente distorte e che di fatto poco avevano a che vedere con l'Università in senso stretto (ossia l'insegnamento e la ricerca), bensì tenevano conto di parametri per "la qualità della vita degli studenti" andando a misurare il servizio offerto agli studenti (qualità delle mense, spazi a disposizione, numero dei servizi offerti ecc).

Questo, ha fatto si che UniSiena si è trovata a "gareggiare" con altri atenei ben più grandi e con disponibilità assai più ampie, non tanto sull'insegnamento, ma su cose che esulano del tutto dalle competenze amministrative e gestionali dell'Università (pensate che un parametro era anche il numero di "spazi verdi" o la presenza o meno di impianti sportivi universitari.. :shock: ).
Presi dalla necessità di raggiungere i famigerati bonus statali della legge-Moratti, indispensabili per pagare le spese, e di attirare masse unoversitarie da altri atenei, UniSiena ha puntato molto sulla qualità non tanto dell'insegnamento, quanto dei "servizi allo studente", giusto per avere un alto numero di laureati (anche questo era un capitolato del bonus) e presentare così una relazione annuale soddisfacente sulla carta, necessaria per avere dei fondi pubblici in più che servivano non tanto a migliorare il servizio, quanto a pagare gli stipendi e le spese vive.

Logico dire che, presi dalla foga di aumentare vorticosamente il numero di iscritti, il C.d.A. non ha calcolato che più iscritti equivale a peggioramento del servizio in generale (più sono gli studenti e più "usano" i servizi, è una cosa fisiologica) facendo così, si aumentare il numero degli "iscritti" (tra l'altro del tutto ininfluente per raggiungere i bonus, poichè si guarda il numero di "laureati", che può essere visto soltanto dopo un certo numero di anni), ma a scapito della qualità generale del servizio (in pratica, l'opposto preciso dello spirito della legge-Moratti).

Ma non finisce qui.
Non essendo riuscita a raggiungere i target previsti, UniSiena non ha soltanto perso i bonus, ma è stata costretta a fare debiti (e qui entra in gioco il ruolo della Banca MPS che aveva tutto l'interesse a "finanziare" UniSiena sia per pubblicità sia per ovvie e scontate "collusioni politiche" tra il C.d.A MPS e il C.d.A. UniSiena) per far fronte alle spese correnti.

:rolleyes:

Ecco, come è andata.

Direi che questo è l'esempio perfetto di come una idea, neanche troppo disprezzabile in se, nasce con un intento, viene attuata secondo parametri del tutto inadeguati e con tempi e forme completamente sbagliate, finendo così per raggiungere il risultato opposto a quello che inizialmente era stato pianificato.

Purtroppo.
 
FedeSiena ha scritto:
dexxter ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

E le altre università non sono da meno.
Bari, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, tutte in rosso.

Non sanno neanche se riusciranno a pagare gli stipendi del personale (cosa obbligatoria per legge, per lo meno ai docenti).

:evil:

http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/

questa università è sotto di 150 (o 250) milioni di euro, è la più indebitata d'Italia; se non son capaci di gestirla, meglio chiuderla. Basta sprechi.E' finita l'epoca dei soldi a pioggia, corso inutili, sedi distaccate ecc ecc.

Veramente ci sarebbero da fare dei distinguo importanti e soprattutto capire perchè si è arrivati ad una simile situazione.

Partiamo dall'inizio.
UniSiena ha centinaia di anni di storia, è una delle Università più antiche al mondo, è sempre andata avanti, nel bene o nel male fino ad un certo punto, in cui una certa signora Moratti, attuale sindaco di Milano, nonchè ex ministro dell'istruzione dello scorso governo Berlusconi decise di "gestire le università come delle imprese" (senza tener conto del fatto che le Università di fatto, NON SONO, imprese...) :rolleyes: .
Venne così data attuazione alla c.d. "privatizzazione" degli atenei, istituendo anno per anno una commissione di bilancio.
L'obbiettivo, in se neanche troppo malevolo, era quello di stimolare una forte "concorrenza" tra i vari atenei, istituendo anche bonus per gli atenei più "virtuosi" che avrebbero dovuto primeggiare rispetto a quelli "meno virtuosi" innescando così una valorizzazione spontanea degli atenei migliori.

Fin qui, tutto bene.

Peccato che le norme che davano attuazione al progetto di legge, si sono verificate del tutto inappropriate per vari motivi:

- Innanzi tutto, venne dato alle Università un vincolo di bilancio annuale, nel quale non si teneva assolutamente conto delle "spese" (o se lo si faceva, era fatto in maniera del tutto grossolana) in essere.
Per cui, UniSiena si è trovata nella condizione di avere migliaia di dipendenti, assunti con contratto a tempo indeterminato, che non poteva licenziare, ma a cui doveva (e deve) pagare lo stipendio!
Inoltre ci sono le spese vive per il mantenimento delle strutture (che non sono certo smantellabili da un giorno ad un altro) che incidono per altri svariati milioni di euro l'anno.

- In secondo luogo, data la criticità della situazione in essere, e tenuto conto anche dello spirito della legge, un pò tutti gli atenei italiani, chi più chi meno, cercarono di puntare sulla "qualità" (o pseudoqualità) per "attirare" masse studentesche e per essere così in grado di raggiungere i famigerati bonus previsti dalla normativa Moratti.
Tali bonus, di notevole valore economico, nati inizialmente come "premio per i più bravi" erano correlati a realtà completamente distorte e che di fatto poco avevano a che vedere con l'Università in senso stretto (ossia l'insegnamento e la ricerca), bensì tenevano conto di parametri per "la qualità della vita degli studenti" andando a misurare il servizio offerto agli studenti (qualità delle mense, spazi a disposizione, numero dei servizi offerti ecc).

Questo, ha fatto si che UniSiena si è trovata a "gareggiare" con altri atenei ben più grandi e con disponibilità assai più ampie, non tanto sull'insegnamento, ma su cose che esulano del tutto dalle competenze amministrative e gestionali dell'Università (pensate che un parametro era anche il numero di "spazi verdi" o la presenza o meno di impianti sportivi universitari.. :shock: ).
Presi dalla necessità di raggiungere i famigerati bonus statali della legge-Moratti, indispensabili per pagare le spese, e di attirare masse unoversitarie da altri atenei, UniSiena ha puntato molto sulla qualità non tanto dell'insegnamento, quanto dei "servizi allo studente", giusto per avere un alto numero di laureati (anche questo era un capitolato del bonus) e presentare così una relazione annuale soddisfacente sulla carta, necessaria per avere dei fondi pubblici in più che servivano non tanto a migliorare il servizio, quanto a pagare gli stipendi e le spese vive.

Logico dire che, presi dalla foga di aumentare vorticosamente il numero di iscritti, il C.d.A. non ha calcolato che più iscritti equivale a peggioramento del servizio in generale (più sono gli studenti e più "usano" i servizi, è una cosa fisiologica) facendo così, si aumentare il numero degli "iscritti" (tra l'altro del tutto ininfluente per raggiungere i bonus, poichè si guarda il numero di "laureati", che può essere visto soltanto dopo un certo numero di anni), ma a scapito della qualità generale del servizio (in pratica, l'opposto preciso dello spirito della legge-Moratti).

Ma non finisce qui.
Non essendo riuscita a raggiungere i target previsti, UniSiena non ha soltanto perso i bonus, ma è stata costretta a fare debiti (e qui entra in gioco il ruolo della Banca MPS che aveva tutto l'interesse a "finanziare" UniSiena sia per pubblicità sia per ovvie e scontate "collusioni politiche" tra il C.d.A MPS e il C.d.A. UniSiena) per far fronte alle spese correnti.

:rolleyes:

Ecco, come è andata.

Direi che questo è l'esempio perfetto di come una idea, neanche troppo disprezzabile in se, nasce con un intento, viene attuata secondo parametri del tutto inadeguati e con tempi e forme completamente sbagliate, finendo così per raggiungere il risultato opposto a quello che inizialmente era stato pianificato.

Purtroppo.

Esatto, è quello che dico anch'io. Con un taglio indiscriminato (o un bonus necessario per sopravvivere, cambiano le parole ma non il concetto) si è potato il ramo buono (la qualità) e rinvigorito quello cancrenoso (gli sprechi per ottenere quantità).
Questa gente dovrebbe andare a cavar patate, quando lo capiranno che lo stato NON E' UN'AZIENDA PRIVATA ed è governato da tutt'altre dinamiche e con obiettivi quasi opposti.
Finchè sopravviverà questa idea, si andrà sempre peggio sul fronte dei servizi al cittadino...
 
dexxter ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

E le altre università non sono da meno.
Bari, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, tutte in rosso.

Non sanno neanche se riusciranno a pagare gli stipendi del personale (cosa obbligatoria per legge, per lo meno ai docenti).

:evil:

http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/

questa università è sotto di 150 (o 250) milioni di euro, è la più indebitata d'Italia; se non son capaci di gestirla, meglio chiuderla. Basta sprechi.E' finita l'epoca dei soldi a pioggia, corso inutili, sedi distaccate ecc ecc.

.... :D Anche perche' non ce ne sono piu' ( soldi ) :D Ciao
 
jaccos ha scritto:
E' una cosa che fa imbestialire. :x
L'italia ha una spesa su università e ricerca tra le più basse e dicono che rende poco. E te credo aggiungerei! Come pensano di risolvere il problema? Tagliando ancora di più! al ministero sono malati mentali gravi!
L'università italiana, con tutti i suoi difetti, sforna tra i migliori cervelli ed è composta in larga parte da precari e salariati che prendono una miseria. Se vogliono tagliare, lo facciano con gli stipendi dei baroni, che invece saranno gli unici a non essere minimamente toccati dai tagli indiscriminati dato che prima ci sono i precari da lasciare a casa... :evil:

Beh, pero' nella fattispecie, bisogna un po' vedere come spendono i soldi questi signori.
Leggevo che l'Università ha a disposizione degli "amici" un "appartamento" destinato alla comoda visione del Palio direttamente affacciati sulla piazza ...
 

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