Dico la mia, vista dall'interno:
Ritengo (personalmente, sia ovvio) che i cinesi siano da preferire a quelle che sembravano le uniche due alternative concrete:
La prima, la soluzione autoctona, con un'acquisizione di Volvo Cars da parte di una cordata tutta svedese SKF/Volvo Trucks, di fatto, a bocce ferme, sembra non essere mai stata concreta e, il rischio sarebbe stato o quello di condividere la stessa sorte di Saab, con un'acquisizione magari non da parte di una piccolissima azienda come la Spyker, ma senza dubbio da parte di chi ha pochissima esperienza in materia di gestione di marchi automobilistici: le vicende Ford con Jaguar, Land Rover, Aston Martin e Volvo e quelle di General Motors con Saab e quello che accade al gruppo Fiat e alla Toyota con la gestione di Lexus in Europa hanno già dimostrato come sia difficile la sola gestione di marchi premium da parte di aziende automobilistiche generaliste (sempre con le ovvie eccezioni del caso) non ha quasi mai funzionato a dovere, figuriamoci con qualcuno estraneo al mondo dell'auto, di fatto anche quando in passato Volvo Trucks e Volvo Car erano parte di uno stesso gruppo c'erano visioni molto diverse fra le due anime che prevalevano a vicenda a seconda dei periodi storici e che hanno portato alla scissione.
L'altra unica alternativa praticabile era quella dell'acquisizione da parte di qualche fondo d'investimento, in questo caso mi sarei davvero preoccupato, in quanto il mestiere dei fondi (sovrani o no che siano) non è certo quello di costruire e vendere auto, ma di rilevare aziende, scomporle nelle loro parti, venderle a pezzetti e cercare di realizzare il massimo profitto nel più breve termine possibile.
Riguardo alla nazionalità degli acquirenti mi limito soltanto a dire che da nessuna parte stà scritto che i cinesi siano peggio dei Qatariani nel Board di Volkswagen o dei libici in quello Fiat,e , almeno a qurello che dicono, quelli di Geely costruiscono auto e intendono continuare a farlo, poi sarà il tempo a dirci se continueranno a proporci auto in stile svedese o pezzi di latta in stile cinese, in questo caso potremo stare sicuri che il mercato non farà nessuno sconto.
Come considerazione personale mi limito a dire che praticamente il 100% dei computer, telefonini, macchine fotografiche, per non parlare di vestiti, scarpe e quant'altro è prodotto da cinesi e, in conseguenza di ciò il mondo è sì profondamente cambiato e cambierà ancor più profondamente negli anni a venire, ma non mi sembra che noi occidentali non compriamo questi ogggetti perché fabbricati da cinesi.
Altra cosa è, che con tutto il male che se ne possa dire o pensare, quello cinese mi da l'impressione di un processo di sviluppo impostato a tavolino (da qualche decennio) e programmato appositamente per far sì che il maggior numero di componenti di quel popolo possa raggiungere un livello di vita e di benessere pari al nostro, con la non trascurabile conseguenza che questo li ha già portati ad essere la superpotenza economica N° 1 del mondo e a brevissimo termine li farà diventare (ammesso che già non lo siano) i leader mondiali assoluti anche in campo geopolitico e militare. La mia laurea in Economia mi porta a valutare il loro comportamento in maniera molto differente a quello di uno stato, come ad esempio la Romania, che ha puntato tutte le sue carte esclusivamente sul basso costo della manodopera: in questo caso si tratta di una visione di breve periodo, in quanto prima o poi arriverà sempre un'altra realtà in grado di produrre le stesse cose ad un costo inevitabilmente inferiore, nel caso dei cinesi invece mi pare non si tratti solo di questo: alcuni segnali fatti trapelare ad arte dalla stampa interna parlano già di una certa attenzione a tematiche ambientali o di sicurezza sul lavoro, ovvio che quando sono in ballo circa un miliardo e 300 milioni di persone i tempi siano lunghi e gli squilibri inevitabili, mi sembra però che la direzione sia quella e che soprattutto noi potremo fare ben poco per contrastarla. Non dimentichiamoci che se i russi allepoca ragionavano in termini di piani quinquennali i cinesi lo hanno sempre fatto con i piani decennali e, cosa tutt'altro che trascurabile, a differenza di quanto avveniva in URSS tali piani di norma venivano e vengono rispettati.
Per quanto invece riguarda noi che ci troviamo all'interno della vicenda come concessionari Volvo, l'atteggiamento dominante è quello della curiosità, la Ford di danni in questi anni ne ha fatti parecchi e garantisco che dall'interno sono molto più percepibili rispetto a quelli che può vedere un consumatore (mi riferisco alle politiche di stock, agli oneri finanziari riversati sui concessionari all'avere fregato tutto il fregabile in termini di tecnologia e sicurezza senza dare nulla o quasi in cambio, all'aver azzerato qualsiasi autonomia decisionale delle filiali nazionali, all'aver rovinato un rapporto estremamente cordiale e gioviale tra concessionari e filiale italiana e tante altre cosucce del genere).
Ora resta da vedere quali siano i reali obiettivi dei manndarini, ma sul medio termine (diciamo da qui a 5 anni) credo che cambieranno pochissime cose, poi si vedrà. Teniamo conto che i piani prodotto per i prossimi 4/5 anni sono già stati impostati da Ford e cambiarli o sospenderli sarebbe un bagno di sangue in termini economici, potrebbero però essere integrati con nuovi prodotti.
In una recente visita in Volvo Italia per un corso uno dei miei uccellini mi ha detto: le cose che possono andare male sono tantissime ma almeno 3 punti fermi ci sono
I cinesi hanno i soldi.
I cinesi hanno il litio per le batterie.
Volvo di fatto diventerà il marchio premium casalingo del maggiore mercato del mondo.
Staremo a vedere.