<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Uccide il marito, libera dopo tre giorni | Il Forum di Quattroruote

Uccide il marito, libera dopo tre giorni

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=123314&sez=NORDEST

Ho sempre sostenuto che in Italia per finire in galera bisogna ALMENO aver ammazzato qualcuno..... mi sbagliavo.
 
8)
a_gricolo ha scritto:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=123314&sez=NORDEST

Ho sempre sostenuto che in Italia per finire in galera bisogna ALMENO aver ammazzato qualcuno..... mi sbagliavo.

Però hai visto che almeno hanno arrestato il figlio per possesso di marjuana ??
Se aveva anche il bollo falso e la patente scaduta l'avevano gia fucilato .... 8)
 
acle1968 ha scritto:
dexxter ha scritto:
ridicola magistratura.......

No, la magistratura applica la legge, chi legifera è il parlamento, pertanto il problema è ben diverso

Ne abbiamo parlato millanta volte: la magistratura applica la legge con criteri che spesso confliggono brutalmente con qualsiasi regola di buon senso. Allora per lo stesso motivo anche il "pugile" di Roma o gli assassini di Avetrana dovrebbero stare fuori, tanto chi dovevano ammazzare l'hanno già ammazzato: che pericolo c'è di reiterazione del reato?
 
belpietro ha scritto:
acle1968 ha scritto:
dexxter ha scritto:
ridicola magistratura.......

No, la magistratura applica la legge, chi legifera è il parlamento, pertanto il problema è ben diverso

la prima affermazione denota che è tanti anni che vivi all'estero :lol: :lol: :lol: :lol:

Beh certo che c'è l'interpretazione della legge, spesso singolare e discutibile, ma se mi dici ad esempio che un reato di 3 anni va indultato, il giudice lo indulta o sbaglio?
 
a_gricolo ha scritto:
acle1968 ha scritto:
dexxter ha scritto:
ridicola magistratura.......

No, la magistratura applica la legge, chi legifera è il parlamento, pertanto il problema è ben diverso

Ne abbiamo parlato millanta volte: la magistratura applica la legge con criteri che spesso confliggono brutalmente con qualsiasi regola di buon senso. Allora per lo stesso motivo anche il "pugile" di Roma o gli assassini di Avetrana dovrebbero stare fuori, tanto chi dovevano ammazzare l'hanno già ammazzato: che pericolo c'è di reiterazione del reato?

Evidentemente hanno valutato anche il rischio di fuga all'estero, il problema , dal mio punto di vista, è che in Italia si fa un uso spesso eccessivo della custodia cautelare, questo perchè per arrivare ad una sentenza definitiva ci vogliono 3 vite, guarda Tanzi, se non ci fosse stata la custodia cautelare quando mai sarebbe andato in prigione? Le responsabilità sono sicuramente condivise, ma la politica ha tutto l'interesse affinche ci siano tempi biblici...
 
nel caso del pugile di Roma la motivazione della misura in carcere è espressamente quella dei precedenti specifici (aveva già picchiato a pugni e calci in faccia una donna, a febbraio, e un ragazzo, a giugno) che dimostrano la tendenza a reiterare il reato

nel caso di Avetrana c'è ovviamente l'esigenza cautelare rispetto all'inquinamento delle prove (che sono tutte testimoniali, e molte dei parenti, per cui gli arresti domiciliari non andavano bene), oltre al pericolo di fuga che è connesso alla gravità del reato.

comunemente, il cittadino che viene dall'esperienza del sistema preventivo "vecchio", in cui la detenzione preventiva era la regola, fa fatica ad accettare il criterio della restrizione solo dopo la condanna.
purtroppo questa tendenza culturale non è solo del cittadino medio, ma anche di parecchi operatori
 
a_gricolo ha scritto:
Ne abbiamo parlato millanta volte: la magistratura applica la legge con criteri che spesso confliggono brutalmente con qualsiasi regola di buon senso. Allora per lo stesso motivo anche il "pugile" di Roma o gli assassini di Avetrana dovrebbero stare fuori, tanto chi dovevano ammazzare l'hanno già ammazzato: che pericolo c'è di reiterazione del reato?

Paragonare i tre casi è mischiare mele con pere e fragole: sono tutti e tre frutti ma ben distinti l'uno dall'altro.
E l'interpretazione dei giudici è data dalla legge: non si può sempre dire bianco o nero ma la discrezionalità permette di disquisire su casi apparentemente simili.
 
Una volta ho detto che da bambino volevo fare l'avvocato, poi ho capito che non faceva per me.... Allora, le motivazioni ben espresse da Belpi le avevo più o meno intuite. e sono perfettamente d'accordo che per i casi di Roma e Avetrana va bene che sia così, ci mancherebbe. Quello che continua a non entrarmi nella crapa (e non mi entrerà MAI), è il motivo per cui di fronte a una persona rea confessa di omicidio PREMEDITATO, e non in preda alla disperazione, ma abbastanza in sentimenti da SIMULARE il suicidio per cavarsela rimanga fuori. O meglio, chiedo di nuovo a chi è del settore: un altro GIP nelle stesse circostanze avrebbe potuto ravvisare gli estremi per la custodia cautelare?
 

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