Acculturiamoci giovani Audisti :
Dossier tratto da Automobilismo.
La nascita della prima quattro è un complicato intreccio tra tentativi di guida sulla neve, conoscenze tecniche e lampi di genio. Questa l?idea geniale: sistemare nel cambio un albero cavo in grado di trasmettere la forza del motore all?asse anteriore e a quello posteriore. Perfezionata con un differenziale centrale, dal quale si evolse in seguito il sistema Torsen, la prima quattro fu commercializzata alla fine del 1980. La Coupé dalla linea spigolosa divenne subito un bestseller perché offriva, grazie alla sua trazione integrale permanente e al cinque cilindri turbo 200 Cv, una performance sportiva di classe ricorrendo a una tecnologia a suo modo rivoluzionaria. Sulle piste da rally la quattro si aggiudicò dal 1982 al 1984 ben quattro titoli mondiali; le spettacolari imprese dei leggendari piloti restano tutt?oggi indimenticabili. Anche sull?asfalto emerse la superiorità della trazione integrale permanente; i piloti delle touring Audi conquistarono i trofei più prestigiosi messi in palio negli USA e in Europa. Ferdinand Piëch, dall?agosto 1975 Presidente della Audi e Responsabile del settore dello sviluppo tecnico, si pose come obiettivo di posizionare il marchio Audi ai massimi livelli attraverso alcune innovazioni tecniche. Nel febbraio 1977, dopo un viaggio in Finlandia d?inverno, il suo ingegnere tecnico Jörg Bensinger gli riferì di essere stato particolarmente colpito dalla potente trazione e dalla convincente tenuta di strada del fuoristrada Iltis da 75 cavalli rialzato. Durante questo viaggio le altre vetture e i prototipi in prova, tutte berline della classe media a motorizzazione più alta, avevano dovuto confrontarsi con la grinta dell?instancabile e irriducibile VW Iltis. Bensinger fu subito convinto dall?idea di realizzare un concetto di trazione simile, anche tenendo conto delle necessità di comfort nettamente aumentate sulle vetture di classe media. In effetti l?obiettivo strategico della Casa automobilistica era quello di entrare a far parte della ristretta fetta di mercato che contava di più. Insieme all?allora Capo del settore dello sviluppo Walter Treser, propose a Piëch di iniziare alcuni test sulla Audi 80. Poi, diversamente da quanto pensato dall?ingegnere tecnico, il consiglio direttivo propose una soluzione ancor più coraggiosa: una coupé sportiva ad alta motorizzazione con la trazione integrale permanente e la capacità di dare il meglio di sé sia in ambito sportivo, sia sulla strada, in qualsiasi condizione. Piëch sapeva quale potenziale si nascondesse nella trazione integrale; già suo nonno Ferdinand Porsche si era dedicato moltissimo a questo progetto e aveva realizzato alcune idee: un treno militare per l?esercito austriaco, la vettura elettrica Lohner con 4 motori nei mozzi delle ruote e infine una vettura da corsa italiana della Cisitalia. Lo sviluppo si basò sul concetto di trazione della Iltis, con l?intenzione originaria di dedicare la nuova concezione di trazione a un modello di omologazione per un?auto che doveva spiccare nel panorama delle auto sportive da rally.
Dossier tratto da Automobilismo.
La nascita della prima quattro è un complicato intreccio tra tentativi di guida sulla neve, conoscenze tecniche e lampi di genio. Questa l?idea geniale: sistemare nel cambio un albero cavo in grado di trasmettere la forza del motore all?asse anteriore e a quello posteriore. Perfezionata con un differenziale centrale, dal quale si evolse in seguito il sistema Torsen, la prima quattro fu commercializzata alla fine del 1980. La Coupé dalla linea spigolosa divenne subito un bestseller perché offriva, grazie alla sua trazione integrale permanente e al cinque cilindri turbo 200 Cv, una performance sportiva di classe ricorrendo a una tecnologia a suo modo rivoluzionaria. Sulle piste da rally la quattro si aggiudicò dal 1982 al 1984 ben quattro titoli mondiali; le spettacolari imprese dei leggendari piloti restano tutt?oggi indimenticabili. Anche sull?asfalto emerse la superiorità della trazione integrale permanente; i piloti delle touring Audi conquistarono i trofei più prestigiosi messi in palio negli USA e in Europa. Ferdinand Piëch, dall?agosto 1975 Presidente della Audi e Responsabile del settore dello sviluppo tecnico, si pose come obiettivo di posizionare il marchio Audi ai massimi livelli attraverso alcune innovazioni tecniche. Nel febbraio 1977, dopo un viaggio in Finlandia d?inverno, il suo ingegnere tecnico Jörg Bensinger gli riferì di essere stato particolarmente colpito dalla potente trazione e dalla convincente tenuta di strada del fuoristrada Iltis da 75 cavalli rialzato. Durante questo viaggio le altre vetture e i prototipi in prova, tutte berline della classe media a motorizzazione più alta, avevano dovuto confrontarsi con la grinta dell?instancabile e irriducibile VW Iltis. Bensinger fu subito convinto dall?idea di realizzare un concetto di trazione simile, anche tenendo conto delle necessità di comfort nettamente aumentate sulle vetture di classe media. In effetti l?obiettivo strategico della Casa automobilistica era quello di entrare a far parte della ristretta fetta di mercato che contava di più. Insieme all?allora Capo del settore dello sviluppo Walter Treser, propose a Piëch di iniziare alcuni test sulla Audi 80. Poi, diversamente da quanto pensato dall?ingegnere tecnico, il consiglio direttivo propose una soluzione ancor più coraggiosa: una coupé sportiva ad alta motorizzazione con la trazione integrale permanente e la capacità di dare il meglio di sé sia in ambito sportivo, sia sulla strada, in qualsiasi condizione. Piëch sapeva quale potenziale si nascondesse nella trazione integrale; già suo nonno Ferdinand Porsche si era dedicato moltissimo a questo progetto e aveva realizzato alcune idee: un treno militare per l?esercito austriaco, la vettura elettrica Lohner con 4 motori nei mozzi delle ruote e infine una vettura da corsa italiana della Cisitalia. Lo sviluppo si basò sul concetto di trazione della Iltis, con l?intenzione originaria di dedicare la nuova concezione di trazione a un modello di omologazione per un?auto che doveva spiccare nel panorama delle auto sportive da rally.