david gilmour ha scritto:
ci vorrebbe davvero un erede del mitico HRV....mio zio ne ha uno del 2003, 3 porte, lo guido spesso....gran macchina! Un mulo indistruttibile
L'Ix35 credo sia già concorrenziale al CRV, per cui non credo serva altro
Io credo che Nissan abbia azzeccato la carta del Cashqa al 100% ma credo anche che l'alleanza con Renault conti molto qua in Europa!
Il problema semmai di Honda è la mancanza totale di pubblicità dei propri prodotti
Oggi ho pure scritto a Honda Italia (era un sondaggio post acquisto) facendogli presente il problema.....almeno gli ho detto la mia!
Però Honda io l'apprezzo anche per questo "minimalismo" sui prodotti: invece di essere conformista e di adeguarsi, va avanti per la sua strada. E' evidente che solo un colosso come Honda possa permettersi, oggi, un'approccio di questo tipo!
Credo inoltre che punti molte delle sue risorse sull'ibrido e che quindi vada nella direzione di un nuovo concetto di auto che certi modelli, come il Cashqai, non rappresentano di certo
La gamma di prodotti Honda risulta "minimale" e poco adeguata al nostro mercato, quello italiano e quello europeo. Ma i mercati principali di Honda sono altri, cioè quello americano e quello giapponese, in primis, con una notevole attenzione verso quelli emergenti, come il cinese, potenzialmente vastissimo.
In questi mercati, i prodotti Honda sono più adatti, soprattutto considerando che la gamma offerta è diversa e più articolata rispetto a quanto avvenga da noi. Quindi, di colosso si tratta, ma di un colosso che, necessariamente, produce con occhio imprenditoriale. Investe in funzione del ritorno di mercato, ovvero in previsione degli utili che prospetta di fare. Ecco perché non si è spinta tanto in là con la propulsione diesel, pur potendolo sicuramente fare, e anche alla grande, perché nei mercati elettivi questo tipo di motore non aveva molto consenso. L'ibrido è più "globale", oltre che più nuovo, richiede cospicui investimenti ma ha anche un bacino di utenza presumibilmente assai, assai maggiore, da valutarsi anche su scala planetaria.
Tornando nello stretto contingente, e nello specifico sul prodotto Qashqai, la sinergia con Renault ha avuto diversi effetti. Il primo, quello di disporre, da parte di Nissan, di motorizzazioni, trasmissioni ed altri comparti sicuramente rilevanti, ad un costo certamente molto più limitato rispetto a quanto avrebbe dovuto sostenere se li avesse dovuti sviluppare da sé. Oltre all'impatto economico drasticamente inferiore sulla produzione, Nissan ha potuto utilizzare parti ormai collaudate e con un tenore di affidabilità se non perfetto, quantomeno accettabile; il 1.5 dci, il motore "di punta" di QQ, è ormai sul mercato, in vari livelli di potenza, da molti anni. Non solo, ma Renault lo ha messo e lo mette su vetture ad ampia diffusione, come Clio e Megane, ma anche su diversi veicoli commerciali. Questo permette di diluire convenientemente gli investimenti mediante un ampio dividendo di esemplari venduti. Aspetto che abbassa ulteriormente i costi e che amplifica la base statistica per la rilevazione e risoluzione di eventuali problematiche (basta, solo a titolo di esempio, ricordarsi dei gravi problemi al basamento della prima serie di 1.5 dci, già largamente presenti in versione 68cv, ad oggi completamente corretti tanto da spingere il costruttore a sviluppare versioni fino a 110 cv e con coppie estremanente più alte rispetto alla prima produzione). Si è, quindi, potuto sviluppare un prodotto che incarnasse un buon simulacro della propensione al SUV, tanto di moda, con costi di acquisto e, nondimeno, di gestione alla portata di un amplissimo bacino di utenza; da qui, il suo enorme successo commerciale sui nostri mercati.
