ieri mattina ero fermo al semaforo, rosso.
era in corso una gara ciclistica spero amatoriale; a molti incroci erano presenti dei vigili urbani, ad altri solo dei volontari.
il volontario comincia a sbracciarsi, ferma il traffico proveniente dal semaforo verde e fa cenno a noi di muoverci.
alle nostre spalle arrivava la corsa.
sono partito, e con me le altre auto ferme al rosso (ancora rosso)
dopo avere ben guardato che il volontario fosse in mezzo, in modo da evitare che dalla strada laterale sbucasse qualcuno
mi pare ovvio che il volontario della corsa non è un pubblico ufficiale con il potere di dirigere il traffico, soprattutto in deroga alla segnalazione luminosa automatica
mi pare altrettanto ovvio che restare fermi avrebbe significato come minimo farsi tamponare da una stuolo di assatanati pedalatori (probabilmente tutti dopati, ma questo è un altro discorso) mettendo in pericolo la loro incolumità e forse la loro vita
possiamo qui concludere che le regole ci sono per uno scopo, e non semplicemente "per essere rispettate", e che il rispetto letterale delle regole è sbagliato nei (rari) casi in cui contrasta con lo scopo?
era in corso una gara ciclistica spero amatoriale; a molti incroci erano presenti dei vigili urbani, ad altri solo dei volontari.
il volontario comincia a sbracciarsi, ferma il traffico proveniente dal semaforo verde e fa cenno a noi di muoverci.
alle nostre spalle arrivava la corsa.
sono partito, e con me le altre auto ferme al rosso (ancora rosso)
dopo avere ben guardato che il volontario fosse in mezzo, in modo da evitare che dalla strada laterale sbucasse qualcuno
mi pare ovvio che il volontario della corsa non è un pubblico ufficiale con il potere di dirigere il traffico, soprattutto in deroga alla segnalazione luminosa automatica
mi pare altrettanto ovvio che restare fermi avrebbe significato come minimo farsi tamponare da una stuolo di assatanati pedalatori (probabilmente tutti dopati, ma questo è un altro discorso) mettendo in pericolo la loro incolumità e forse la loro vita
possiamo qui concludere che le regole ci sono per uno scopo, e non semplicemente "per essere rispettate", e che il rispetto letterale delle regole è sbagliato nei (rari) casi in cui contrasta con lo scopo?