<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Seconda Generazione Boxer Diesel | Il Forum di Quattroruote

Seconda Generazione Boxer Diesel

Buon giorno a tutti signori. Volevo con la presente aprire un nuovo argomento dando un contributo a tutti voi appassionati su un argomento stranamente non pubblicizzato fino ad ora, ma di sicuro interesse per tutti noi appassionati e che io ho potuto (perchè sempre alla ricerca delle più specifiche e dettagliate informazioni sul web mondiale) trovare, studiare ed ammirare! Da qui l'idea, anche se non sempre presente attivamente sul forum, di condividerle con voi sperando di fare cosa a voi gradita fornendo notizie che penso non ne siate al corrente e sperando di essere, in un futuro molto prossimo, anch'io un felice possessore di un'auto della casa delle pleiadi. La fonte da cui ho attinto è si può dire sia la più autorevole testata del settore OEM per gli addetti ai lavori del settore Automotive a livello internazionale che è "Engine Technology International" dall'ultima pubblicazione trimestrale di Gennaio 2010. Tanto per informare chi non la conoscesse questo è lo stesso organismo che organizza e pubblica il prestigioso concorso annuale "Engine of the Year". Ok scusate la lunga ma doverosa prefazione, ora vengo al dunque.
Come avete letto dall'oggetto vi voglio fare un sunto di quanto letto sull'articolo riguardante la seconda versione del motore Boxer diesel. E sì ragazzi, è proprio così. Nessuno ne ha parlato qui in Italia, Nessuna rivista ha fatto un qualsiasi accenno a tale cambiamento, ma con l'uscita della Nuova Subaru Legacy, non solo l'auto è completamente nuova, ma (per quanto riguarda la motorizzazione diesel) anche il motore. Certo si diceva che la nuova Legacy diesel era stata omologata Euro5 buttato li come un numero o una semplice pratica burocratica sbrigata con l'omologazione del nuovo modello, ma nessuno si è chiesto come si sia arrivati a ciò. Ebbene l'articolo parla chiaro ed intervistano due progettisti giapponesi della casa del reparto "engine design department" della Fujy Heavy Industries". Per portare il precedente modello di motore diesel dalla Euro 4 alla Euro 5 si doveva arrivare al risultato di un ulteriore abbattimenti del PM (Particulate matter= particolato) dell'80% ed degli NOx (Ossidi di Azoto) del 30%. Per fare ciò i progettisti dovevano seguire due strade principali ottenibili con diversi interventi ognuna. Per l'abbattimento degli NOx la strada ideale, e quella perseguita, è di abbassare il più possibile la temperatura di combustione. Per fare ciò gli ingegneri hanno deciso di utilizzare una grande quantità di gas riciclati immettendoli nella camera di combustione attraverso l'EGR (Exaust Gas Recirculation)utilizzando uno scambiatore di calore molto più grande ed efficiente del precedente. In questo modo hanno ottenuto un'abbattimento della temperatura dei gas di scarico di 100° C inferiore al precedente modello. Oltre a questo è stato fatto anche un adeguamento al rapporto di compressione abbassando e, precisamente, portandolo da 16.3 a 16.00. Questo ha contribuito ad abbassare la temperatura di combustione e, di conseguenza, la percentuale di NOx allo scarico. E' stato poi aggiunto anche un sensore di alzata che rileva l'apertura del VNT del turbo (la geometria variabile) in modo da monitorare anche questo parametro ed aumentare la pressione di sovralimentazione. Questi interventi hanno portato ad un considerevole abbassamento della temperatura di combustione e sono riusciti ad ottenere dal nuovo propulsore addirittura un abbattimento del 60% degli NOx contro il 30% richiesto dalla Norma Euro 5, anche se questi interventi normalmente tendono a generare consumi di carburante leggermente più alti ed una produzione di particolato maggiore. E' qui che comincia la seconda strada perseguita dai progettisti per abbattere il particolato dell'80%. Sono state riprogettate completamente le camere di combustione (ricavate nei pistoni) ottimizzando al massimo l'angolo del cono e riducendo il più possibile le zone morte. In questo modo viene aumentata la velocità di ogni singolo ciclo di combustione ottenendo una resa maggiore della combustione stessa e bruciando fino all?ultima goccia il gasolio iniettato. E? stato riprogettato inoltre il sistema di alimentazione utilizzando iniettori di ultima generazione sempre a solenoide ma con una velocità di attuazione maggiore e con otto fori di dimensioni inferiori dell?8% rispetto ai precedenti che hanno portato ad un aumento della pressione del combustibile al foro dell?iniettore (resta però invariata la pressione generata dalla pompa di 1.800 bar). E? stato poi effettuato un meticoloso e certosino lavoro di messa a punto ottimale dei tempi di iniezione e della mappatura della centralina utilizzando nuove mappe molto più complesse. Attraverso questi interventi descritti i tecnici hanno potuto dar vita alla seconda generazione del loro Boxer Diesel con omologazione Euro 5 mantenendo inalterate le doti di consumo, assenza di vibrazioni e silenziosità proprie della prima generazione e viene fatto notare come tutto questo sia stato raggiunto senza l?utilizzo di additivi da iniettare nello scarico che andassero a correggere la composizione del gas di scarico e sarebbero poi da rabboccare periodicamente a determinate scadenze (con aggravio anche dei costi di gestione)come tutte le case automobilistiche europee (Audi, Bmw, Mercedes e tutti gli altri compresi), ma con interventi maniacali di meccanica e progettazione come solo i giapponesi riescono a fare. Ricordo, per dovere di cronaca, che fino ad ora solo Honda, Toyota ed ora anche Subaru, sono riuscite ad arrivare all?Euro 5 senza additivazioni in tutto il panorama mondiale.
Per chi volesse gustare da se tali articoli e mastica un po? di inglese il link è http://www.enginetechnologyinternational.com/latest_issue.php.
Spero di avere contribuito al piacere di tutti i partecipanti di questo grande forum.
Ciao a tutti
Francesco
 
Veramente molto interessante. La domanda a questo punto è la seguente: perchè non montare questa "seconda generazione boxer diesel" anche sui modelli impreza/forester oltre che su legacy/outback? Stante l'attuale attenzione per l'ambiente, la possibilità di circolare con meno limitazioni e la minore svalutazione non potrebbe che giovare alle vendite di due ottimi prodotti.

Ciao.
 
gia' e' vero,specie sull'impreza che si sta facendo apprezzare con questo motore...aver un td sempre piu' efficinte e' motivo di vanto e per le vendite e' un toccasana...
 
Certo capisco e avete ragione. Tenete però in considerazione che le nuove motorizzazioni solitamente vengono montate sui nuovi modelli per rendere il più appetibile possibile le variazioni applicate. A fronte di questo penso che questa nuova motorizzazione, se non addirittura un ulteriore upgrade, verrà montato sull'impreza al momento del lancio del restiling che dovrebbe avvenire intorno al 2011.
 
si,hai perfettamente ragione...di solito le novita' meccaniche sono introdotte sui restyling e /o nuovi modelli,per renderli appettibili dal pubblico...certo che gia' ora sto td dell'impreza mi sembra proprio un gran motore...
 
SLX0W/30 ha scritto:
Attraverso questi interventi descritti i tecnici hanno potuto dar vita alla seconda generazione del loro Boxer Diesel con omologazione Euro 5 mantenendo inalterate le doti di consumo, assenza di vibrazioni e silenziosità proprie della prima generazione e viene fatto notare come tutto questo sia stato raggiunto senza l?utilizzo di additivi da iniettare nello scarico che andassero a correggere la composizione del gas di scarico e sarebbero poi da rabboccare periodicamente a determinate scadenze (con aggravio anche dei costi di gestione) come tutte le case automobilistiche europee (Audi, Bmw, Mercedes e tutti gli altri compresi), ma con interventi maniacali di meccanica e progettazione come solo i giapponesi riescono a fare. Ricordo, per dovere di cronaca, che fino ad ora solo Honda, Toyota ed ora anche Subaru, sono riuscite ad arrivare all?Euro 5 senza additivazioni in tutto il panorama mondiale.
Articolo interessante di cui ti ringrazio.

Tuttavia rimango molto perplesso su alcuni punti.

Da quel che mi consta, l'additivazione - penso ti riferisca all'adblue, lo stesso usato da tempo nel trasporto pesante - serve attualmente ad alcune case per offrire l'Euro 6.

Per quello che ne so, nessuna vettura attualmente omologata Euro 5 necessita, per detta omologazione, di alcun tipo di additivo.

Se ti riferisci invece all'ossido di cerina per il sistema antiparticolato denominato FAP, è tutt'altra storia, ci sono i FAP ed i DPF, e questi ultimi possono essere di tipo aperto (es. Smart ed alcuni motori Bmw) o di tipo chiuso (questi ultimi sono quelli che, su determinati modelli, soffrono nei percorsi urbani). Il Fap nasce già con l'Euro 3, ed è molto affidabile (siamo arrivati ad una ricarica dell'additivo ogni 80 - 120 mila km), tuttavia, sui motori che optano per il DPF, si è visto che un filtro di tipo metallico anziché ceramico, posizionato più vicino ai collettori di scarico, unitamente ad un ripensamento e revisione del sw e di altri particolari "fisici" di fatto elimina ogni problema di diluizione del lubrificante riducendo drasticamente (o addirittura annullando) le rigenerazioni.

Quanto all'omologazione Euro 6, mi consta che venga attualmente offerta su alcuni motori solo da Audi, Bmw e Mb. Audi e Mb necessitano dell'additivo Adblue, mentre Bmw, se non erro, ne fa a meno (consegue però l'omologazione 6A e non anche la 6B)

Mi piacerebbe un tuo commento, grazie

Lampeggi

P.S. quanto a Honda, il filtro antiparticolato montato sul loro pur eccellente 2.2 turbodiesel ha creato schiere di utenti insoddisfatti che maledicono il momento in cui hanno optato per il dpf ... guarda nella room Honda con la funzione ricerca

P.S.2 ho letto l'articolo, per quanto riguarda il dpf l'hanno proprio spostato in zona più calda come spiegavo sopra; e non c'è alcuno riferimento
o confronto ai sistemi "europei" come da te accennato (forse perché sono esattamente gli stessi?)
 
Ciao Mauro65.
Noto, con piacere, il tuo grado di preparazione che altro non mi fa che piacere (soprattutto per i tuoi ringraziamenti).
Valutando le tue considerazione e le tue domande devo dirti che su una hai ragione, mentre su altre no.
Parlando di case Europee che adottano iniezioni di additivi chimici per soddisfare requisiti ambientali questa era una mia considerazione e non citata nell'articolo. A rigore di ciò devo dire che, verificando approfonditamente, BMW effettivamente non utilizza nessuna additivazione per adeguarsi alle nuove normative e che sono stato tratto in inganno dalla denominazione "BMW Blue Performance" che non fa riferimento al "ADBLUE" ma alla sua tecnologia sviluppata per abbattere i NOx con un catalizzatore ad accumulo degli Ossidi di Azoto. Per quanto riguarda la varie differenze fra i diversi tipi di filtri antiparticolato conosco sia i FAP (sviluppati e prodotti dal gruppo PSA) ed i normali DPF. La differenza sta nell'aggiungere un'additivo nei FAP che abbassa la temperatura di combustione del particolato da 600°C a 300°C ed evitare quindi i problemi delle rigenerazioni nell'utilizzo cittadino dove le temparature di esercizio sono notevolmente più basse. Resta il fatto a mio avviso che è sempre meglio una buona progettazione meccanica-elettronica e dove tutto avvenga spontaneamente piuttosto che "curare" qualcosa con problemi gia in partenza. Da questo si vede la bontà di un progetto e di un'idea ben concepita e realizzata. I DPF infatti devono funzionare autonomamente e quindi provvedere da sè alla combustione del particolato in essi accumulato durante l'utilizzo del motore. Per questo si provvede ad effettuare delle post iniezioni che aumentano la temperatura dei gas di scarico e facilitano il raggiungimento della fatidica soglia dei 600°C. Ora vanno analizzate le differenze fra i vari DPF e le varie progettazioni delle diverse case per capirne i problemi. Infatti Subaru, gia con il suo primo motore Diesel montato su Legacy nel 2008 è partita da un foglio bianco progettando tutto ex novo e, gia in quella prima versione posizionando, attaccata ai collettori di scarico, prima la turbina e subito attaccato il DPF. Gia da questa prima versione infatti non si è ancora verificato nessun problema di rigenerazione a detta dei felici possessori in questi quasi 2 anni. Diverso è il discorso della maggior parte degli altri costruttori che partivano da motori esistenti da anni e che dovevano mettere una toppa per poter omologarli Euro 4 senza dover affrontare spese devastanti per la creazioni di motori completamente nuovi. I filtri DPF venivano quindi adattati a motori nati per non averli e di conseguenza, per ragioni di spazio, posizionati dove era possibile, ma quasi sempre lontani dall'uscita dei collettori di scarico. Questo impediva il raggiungimento di temperature adeguate e di conseguenza di rigenerazioni precise. Questa fase l'ha dovuta passare anche Honda con il suo primo Diesel i-CtDi nato nel 2003 ed omologato all'epoca Euro 3. A fronte di questo infatti Honda ha progettato un motore completamente nuovo che nascesse gia in partenza con l'obbligo di un filtro DPF ed è nato nel 2008 il motore 2.2 i-DTec che, ad ora, problemi con il filtro nemmeno sa cosa siano. La tecnologia di questo motore con alta percentuale di ricircolo di gas di scarico e di un innovativa e brevettata strategia di conversione dei NOx in azoto e acqua ha permesso ai progettisti di riuscire ad omologare addirittura il propulsore alle severissime Norme Californiane (le più rigide attualmente esistenti) "Tier II Bin 5" che sono molto più restrittive della Euro 6. Di qui la conclusione della piena conformità del propulsore alle future Euro 6 senza additivazioni di nessun genere. Il fatto che ora il motore sia omologato Euro 5 rientra solo in una strategia commerciale per non bruciare le tappe. Toyota dal canto suo, con il lancio del rivoluzionario "DPNR" e del sistema D-Cat (anch'esso depositario di più di 1.000 brevetti) rientra nella Euro 5 e nella futura Euro 6 senza fronzoli esterni ed, in questo caso, senza nemmeno l'apparente inconveniente dell'allungamento dell'olio motore dovuto alle post iniezioni in quanto possiede un 5° iniettore nei collettori di scarico che inietta direttamente dove c'è la necessita il gasolio necessario. Subaru non parla ancora della Euro 6 ma sembra che ci stia arrivando passo-passo ottimizzando i processi di combustione e di alimentazione. Il DPF Subaru è comunque posizionato nell stessa identica posizione del primo motore diesel (a ridosso della turbina). E' stato solo incrementato ulteriormente il rendimento al fine di adeguarsi alle diverse modifiche apportate al propulsore.
Questo è quello che intendevo in chiusura nel mio post e cioè che per ora, queste case giapponesi, smbra siano state le uniche (BMW a parte) ad avere affrontato il problema fornendo delle soluzioni innovative e tecnicamente all'avanguardia senza dover "mascherare" una combustione inefficace. Case come Audi (e gruppo WV) e Mercedes da sempre pioniere in questo tipo di motorizzazione avrebbero il dovere di fornire soluzioni di riferimento per tutti gli altri, ma così non è; mi sorprende ancora di più, a maggior ragione, che case che non hanno mai conosciuto il gasolio come le giapponesi siano in così poco tempo riuscite a fornire soluzioni così all'avanguardia da rimanere a bocca aperta mentre ci si imbatte nella spiegazione del loro funzionamento, e siano sempre così affidabili come lo sanno fare. Spero di essere stato esauriente per le tue domande, ma non esitare se avessi qualche altro quesito. Mi piace il confronto con appassionati competenti come te.
 
SLX0W/30 ha scritto:
+++ Honda ha progettato un motore completamente nuovo che nascesse gia in partenza con l'obbligo di un filtro DPF ed è nato nel 2008 il motore 2.2 i-DTec che, ad ora, problemi con il filtro nemmeno sa cosa siano. La tecnologia di questo motore con alta percentuale di ricircolo di gas di scarico e di un innovativa e brevettata strategia di conversione dei NOx in azoto e acqua ha permesso ai progettisti di riuscire ad omologare addirittura il propulsore alle severissime Norme Californiane (le più rigide attualmente esistenti) "Tier II Bin 5" che sono molto più restrittive della Euro 6. Di qui la conclusione della piena conformità del propulsore alle future Euro 6 senza additivazioni di nessun genere. Il fatto che ora il motore sia omologato Euro 5 rientra solo in una strategia commerciale per non bruciare le tappe ++++
Ok ora il discorso mi fila chiaro, grazie.
Sono un po' perplesso di questa strategia commerciale, confesso che mi sembra più accorta quella di Bmw (e non perché, attualmente, sono bimmer) che offre in optional (1.000 neuri ...) l'omologazione E6 (sul solo 6L da 3 litri, però)

D'altra parte anche a me sembra un po' "pasticciata" la soluzione AdBlue di Audi e Mb, un conto sono i mezzi pesanti (che presso il loro distributore abituale hanno pure il tank personale di AdBlue), meglio intervenire "alla fonte".

SLX0W/30 ha scritto:
Toyota dal canto suo, con il lancio del rivoluzionario "DPNR" e del sistema D-Cat (anch'esso depositario di più di 1.000 brevetti) rientra nella Euro 5 e nella futura Euro 6 senza fronzoli esterni ed, in questo caso, senza nemmeno l'apparente inconveniente dell'allungamento dell'olio motore dovuto alle post iniezioni in quanto possiede un 5° iniettore nei collettori di scarico che inietta direttamente dove c'è la necessita il gasolio necessario.
Lo stesso sistema di Renault (o la Régie ha adottao quello di Toyota? :rolleyes: )

Cordiali lampeggi
 
A rigore di ciò devo dire che, verificando approfonditamente, BMW effettivamente non utilizza nessuna additivazione per adeguarsi alle nuove normative e che sono stato tratto in inganno dalla denominazione "BMW Blue Performance" che non fa riferimento al "ADBLUE" ma alla sua tecnologia sviluppata per abbattere.

A rigore di ciò devo dire:
"ma perchè prima di scrivere non vi informate"? :(

P.S.
Io ci avevo creduto... :cry:
 

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