agricolo
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pphomebox ha scritto:dovrebbe quadrare tutto, ma se qualcuno dovesse trovare difetti fatemi sapere;
Sono più o meno le conclusioni della chiacchierata con il collega che ha ispirato questa discussione. E badaben badaben badaben che stiamo parlando di prezzi "residenziali". Qualcuno pensa davvero che se per caso l'EV/EREV raggiungesse numeri di vendita significativi i magnaschei d'oltretevere non troverebbero in men che non si dica un modo per piazzarci una bella accisa?
Ma non accadrà, perchè il problema vero, IMHO, è a monte, e non è risolvibile perchè c'è di mezzo la guastafeste della fisica.
Proviamo a pensare a quanti vantaggi ha un motore elettrico rispetto a un endotermico: leggero, silenzioso, niente gas di scarico che impestano i garage, non vibra, due parti in movimento contro centinaia, niente valvole, molle, bilancieri, bielle e manovelle. Niente cinghie della distribuzione, candele, iniettori, DPF, FAP, EGR. Coppia massima allo spunto, non serve il cambio, rendimento superiore al 90% contro il 35% dei migliori diesel. Con l'elettrico si possono realizzare citycar in grado di sterzare le ruote anche di 90° e parcheggiare "a granchio", si possono realizzare sistemi ESP col torque vectoring attivo...... e nonostante ciò andiamo ancora tutti a benzina/gasolio/gas, e sarà così ancora per decenni. Perchè? Per due motivi.
Il primo è l'accumulo dell'energia elettrica. La benzina è così "conveniente" perchè i suoi legami chimici contengono 8700 Wh per litro. Le migliori batterie attuali arrivano a 140 Wh/kg, oltre 60 volte meno. Ne consegue che per immagazzinare l'equivalente di 50 litri di benzina abbiamo bisogno di trenta quintali di batterie, da maggiorare del 25% perchè non si possono scaricare del tutto. Il risultato è che un'auto splendida come la Tesla model S deve portarsi appresso un quarto del suo peso in batterie per garantire l'autonomia di una Panda a metano, sempre che le si chiedano le prestazioni di una Panda a metano, se no dopo mezz'ora sei a piedi.
Il secondo problema è quello che aggrava il primo. Mettiamo che domani mattina arrivi Archimede Pitagorico con una "batteria" che permetta di immagazzinare 100 volte la capacità di una litio attuale, che costi quanto una tanica di plastica e si possa scaricare completamente. A parte il costo e le pile sperimentali in materiali strani, qualcosa del genere esiste già, si chiama supercondensatore. Risolto? NO. Perchè a un certo punto il prof di fisica ci ricorda che l'energia associata a una corrente elettrica dipende dall'intensità della corrente e dalla sua tensione. Per cui, per travasare tutta quell'energia in tempi comparabili ad un rifornimento di benzina, ci vuole un "caricabatterie" della stessa capacità, per cui o si alza la corrente, o si aumenta il voltaggio, o entrambi, e sempre attenti a non fulminarsi, perchè con 500 volt non c'è da scherzare. Poi si svegliano anche gli spiriti di Ohm e Joule, e ci ricordano che tanta corrente scalda, per cui o si mettono cavi grossi come le cime per legare le navi, o si frigge tutto, sempre che non schiatti prima la batteria per il surriscaldamento. Allora si torna alla carica lenta, e siamo punto e a capo.
Si potrebbe anche ipotizzare una rete di stazioni di servizio per lo scambio automatizzato delle batterie, ma anche lì.....quante batterie ci vogliono per garantire la rotazione? Costassero poco si potrebbe anche pensare, ma a qualche migliaio di euro al pezzo che investimento viene fuori? E chi lo paga? E come si contabilizza la corrente consumata?
Alla fine resto del parere che l'unica via conveniente per utilizzare l'elettricità in autotrazione si chiama ibrido, e neanche plug-in. Sarei comunque lieto di essere smentito dai fatti.