Chi ha avuto la pazienza di leggere " la nostra storia " sa qualcosa in più sul percorso che abbiamo intrapreso da quell'ottobre 2007 che sembra così lontano.
Dal primo Vicolungo che ho proposto, proprio perchè non ci si conosceva ed era meglio che il posto fosse generico, abbiamo fatto tantissimi km, il record spetta a Domingo, il caro Domenico che partì dalla sua Catania per arrivare su al nord ad un raduno e con la famiglia al seguito.
Leggo di iniziative da ripetere, di raduni in preparazione e di " giocattoli " che possono rompersi ed allora, mentre sono li a guardare il soffitto aspettando che il sonno vinca la battaglia quotidiana, ricordo ed estendo a voi questo momento passato nella speranza che aiuti tutti a considerare le cose nel modo giusto.
Poco prima del penultimo Sale Marasino il nostro amico Paolo apprese che la malattia stava prendendo il sopravvento sulla sua salute e che avrebbe dovuto subire la chemioterapia.
In quel periodo nella sua vita c'erano molti problemi, economici, personali e familiari per cui accettai con gioia la possibilità di invitarlo a casa mia, a lui piaceva viaggiare ed era come uno di famiglia.
Dopo pranzo sapevo di dover affrontare l'argomento chemio si, chemio no.
Fu difficile trovare argomentazioni tali da convincerlo a curarsi, lui sosteneva che finalmente aveva la possibilità di abbandonare un'esistenza che prometteva solo guai e delusioni e senza fare nulla, solo attendere.
Eravamo sul balcone di casa, al nono piano con la collina di fronte e mi sembrava pazzesco che stessimo li a parlare di vita e di morte con una naturalezza che si mescolava ad un dolore interiore che non riesco più ad allontanare.
Aveva ragione, non entro nei particolari ma trovare motivi per vivere non è facile se sembra che tutto vada male e si è soli a combattere, in più con la malattia spietata che si faceva strada in lui.
Ricordo che guardavamo di fronte con gli sguardi che puntavano lontano quasi volessimo allontanarci da quel contesto ma dovevo fare qualcosa e tentare di convincerlo che aveva ancora qualcosa di bello da vivere.
Puntai proprio sul " giocattolo " che abbiamo costruito facendogli capire che ogni raduno era meraviglioso e il più bello era quello che dovevamo ancora organizzare.
Gli feci capire che avrei, avremmo, sofferto se lui si fosse lasciato andare senza speranza, un amico è un amico ma lui aveva superato quel confine ed era diventato per me un fratello.
Era ora di tornare a casa e ripartì senza decidere nulla.
Il giorno dopo mi telefonò dall'ospedale, aspettava che iniziassero la terapia.
A suo modo mi fece capire che aveva accettato il mio consiglio.
Tutto ciò servì a regalargli ancora un Sale Marasino soleggiato, bretelle e cappellino Skoda che copriva la perdita dei capelli, sorridente stupito ancora una volta per la numerosa partecipazione e per l'affetto che si percepiva stando tutti insieme.
Come mai ho scritto tutto questo ?
Perchè per qualcuno, Paolo, i raduni sono stati uno dei momenti più belli della sua vita e il motivo per vivere ancora nonostante tutto.
Ora viaggia con me la sua immagine nell'aletta parasole passeggero dell'Octavia come in quella di Rosberg che per primo ci ha pensato e, a suo modo, ai raduni parteciperà sempre.
A Luca, Liuxdg71 suo amico da sempre, disse di ricordarmi che i raduni dovevano continuare perchè erano speciali.
Anche senza di lui......
Dal primo Vicolungo che ho proposto, proprio perchè non ci si conosceva ed era meglio che il posto fosse generico, abbiamo fatto tantissimi km, il record spetta a Domingo, il caro Domenico che partì dalla sua Catania per arrivare su al nord ad un raduno e con la famiglia al seguito.
Leggo di iniziative da ripetere, di raduni in preparazione e di " giocattoli " che possono rompersi ed allora, mentre sono li a guardare il soffitto aspettando che il sonno vinca la battaglia quotidiana, ricordo ed estendo a voi questo momento passato nella speranza che aiuti tutti a considerare le cose nel modo giusto.
Poco prima del penultimo Sale Marasino il nostro amico Paolo apprese che la malattia stava prendendo il sopravvento sulla sua salute e che avrebbe dovuto subire la chemioterapia.
In quel periodo nella sua vita c'erano molti problemi, economici, personali e familiari per cui accettai con gioia la possibilità di invitarlo a casa mia, a lui piaceva viaggiare ed era come uno di famiglia.
Dopo pranzo sapevo di dover affrontare l'argomento chemio si, chemio no.
Fu difficile trovare argomentazioni tali da convincerlo a curarsi, lui sosteneva che finalmente aveva la possibilità di abbandonare un'esistenza che prometteva solo guai e delusioni e senza fare nulla, solo attendere.
Eravamo sul balcone di casa, al nono piano con la collina di fronte e mi sembrava pazzesco che stessimo li a parlare di vita e di morte con una naturalezza che si mescolava ad un dolore interiore che non riesco più ad allontanare.
Aveva ragione, non entro nei particolari ma trovare motivi per vivere non è facile se sembra che tutto vada male e si è soli a combattere, in più con la malattia spietata che si faceva strada in lui.
Ricordo che guardavamo di fronte con gli sguardi che puntavano lontano quasi volessimo allontanarci da quel contesto ma dovevo fare qualcosa e tentare di convincerlo che aveva ancora qualcosa di bello da vivere.
Puntai proprio sul " giocattolo " che abbiamo costruito facendogli capire che ogni raduno era meraviglioso e il più bello era quello che dovevamo ancora organizzare.
Gli feci capire che avrei, avremmo, sofferto se lui si fosse lasciato andare senza speranza, un amico è un amico ma lui aveva superato quel confine ed era diventato per me un fratello.
Era ora di tornare a casa e ripartì senza decidere nulla.
Il giorno dopo mi telefonò dall'ospedale, aspettava che iniziassero la terapia.
A suo modo mi fece capire che aveva accettato il mio consiglio.
Tutto ciò servì a regalargli ancora un Sale Marasino soleggiato, bretelle e cappellino Skoda che copriva la perdita dei capelli, sorridente stupito ancora una volta per la numerosa partecipazione e per l'affetto che si percepiva stando tutti insieme.
Come mai ho scritto tutto questo ?
Perchè per qualcuno, Paolo, i raduni sono stati uno dei momenti più belli della sua vita e il motivo per vivere ancora nonostante tutto.
Ora viaggia con me la sua immagine nell'aletta parasole passeggero dell'Octavia come in quella di Rosberg che per primo ci ha pensato e, a suo modo, ai raduni parteciperà sempre.
A Luca, Liuxdg71 suo amico da sempre, disse di ricordarmi che i raduni dovevano continuare perchè erano speciali.
Anche senza di lui......