La revisione dei veicoli in circolazione dovrebbe servire a garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada e permettere allo Stato di "certificare" il perdurare delle necessarie doti di sicurezza ed efficienza del parco circolante, verificando che tempo, usura ed eventuali incurie non abbiano degradato le caratteristiche base d'omologazione con cui il veicolo e' stato inizialmente immesso sulle strade.
In realta', viene da chiedersi quanto di questo obiettivo venga conseguito con il sistema attualmente in vigore.
Ha senso richiedere la prima revisione dopo appena 4 anni dall'acquisto?
Per la larga maggioranza dei veicoli, la garanzia e' appena scaduta e al giorno d'oggi, in sempre piu' casi, si tratta di veicoli ancora coperti dalla garanzia della casa.
Un'auto poi non si degrada in soli 4 anni. Certo, un'incidente seguito da pessime riparazioni possono compromettere l'integrita' e la sicurezza del mezzo, ma prima di tutto questo puo' accadere anche dopo due giorni dall'acquisto, inoltre e' un'osservazione che non ha molto senso quando quotidianamente si vedono circolare sulle nostre strade carrette disastrose, con sospensioni sfondate, gomme lisce, fari bruciati guidate da extracomunitari privi di assicurazione.
E' inutile pretendere revisioni se poi non si eseguono i necessari controlli e non si impongono sanzioni severe a chi circola su mezzi disastrati!
Ha senso ripetere la revisione dopo appena due anni?
Se un veicolo e' in ordine, resta in ordine a lungo, e non sono certo due ulteriori anni d'usura a essere significativi, specie se si parla degli anni da 4 a 6.
Per giunta, questa assiduita' ingiustificata delle revisioni fa si' che le officine siano subissate di richieste e, anche nella migliore delle ipotesi, di massimo scrupolo e onesta', possano dedicare un tempo assai ridotto alle necessarie verifiche.
Alla luce di tutto cio', viene da chiedersi se non sarebbe meglio richiedere la prima revisione dopo un periodo molto piu' ragionevole di 8 anni, e le successive ogni 4.
Ma, naturalmente, questo dimezzerebbe le entrate che tutto questo teatrino di dubbia efficacia (e serieta') porta allo Stato.
Perche', a fatte queste considerazioni, viene da pensare che la questione stia tutta li'.
Esistono paesi in cui l'istituto della revisione non esiste nemmeno.
Ma i controlli in strada sono frequentissimi e basta un fanalino bruciato per essere fermati e vedersi appioppare multe tali da far nettamente preferire a ogni conducente i costi di un controllo scrupoloso e costante dell'efficienza del proprio automezzo .
Inutile dire quale dei due metodi funzioni e quale no. Posto, ovviamente, che l'obiettivo sia la sicurezza stradale e non garantire alle casse dello Stato un'ennesima fonte di criptotassazione.
In realta', viene da chiedersi quanto di questo obiettivo venga conseguito con il sistema attualmente in vigore.
Ha senso richiedere la prima revisione dopo appena 4 anni dall'acquisto?
Per la larga maggioranza dei veicoli, la garanzia e' appena scaduta e al giorno d'oggi, in sempre piu' casi, si tratta di veicoli ancora coperti dalla garanzia della casa.
Un'auto poi non si degrada in soli 4 anni. Certo, un'incidente seguito da pessime riparazioni possono compromettere l'integrita' e la sicurezza del mezzo, ma prima di tutto questo puo' accadere anche dopo due giorni dall'acquisto, inoltre e' un'osservazione che non ha molto senso quando quotidianamente si vedono circolare sulle nostre strade carrette disastrose, con sospensioni sfondate, gomme lisce, fari bruciati guidate da extracomunitari privi di assicurazione.
E' inutile pretendere revisioni se poi non si eseguono i necessari controlli e non si impongono sanzioni severe a chi circola su mezzi disastrati!
Ha senso ripetere la revisione dopo appena due anni?
Se un veicolo e' in ordine, resta in ordine a lungo, e non sono certo due ulteriori anni d'usura a essere significativi, specie se si parla degli anni da 4 a 6.
Per giunta, questa assiduita' ingiustificata delle revisioni fa si' che le officine siano subissate di richieste e, anche nella migliore delle ipotesi, di massimo scrupolo e onesta', possano dedicare un tempo assai ridotto alle necessarie verifiche.
Alla luce di tutto cio', viene da chiedersi se non sarebbe meglio richiedere la prima revisione dopo un periodo molto piu' ragionevole di 8 anni, e le successive ogni 4.
Ma, naturalmente, questo dimezzerebbe le entrate che tutto questo teatrino di dubbia efficacia (e serieta') porta allo Stato.
Perche', a fatte queste considerazioni, viene da pensare che la questione stia tutta li'.
Esistono paesi in cui l'istituto della revisione non esiste nemmeno.
Ma i controlli in strada sono frequentissimi e basta un fanalino bruciato per essere fermati e vedersi appioppare multe tali da far nettamente preferire a ogni conducente i costi di un controllo scrupoloso e costante dell'efficienza del proprio automezzo .
Inutile dire quale dei due metodi funzioni e quale no. Posto, ovviamente, che l'obiettivo sia la sicurezza stradale e non garantire alle casse dello Stato un'ennesima fonte di criptotassazione.