<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Quelli dei buoni pasto | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Quelli dei buoni pasto

fabiologgia ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
quello che dovrebbe essere maggiormente controllato è che l'utilizzo che viene fatto di questi buoni sia conforme allo scopo che essi hanno, ossia quello di acquisto di prodotti alimentari.

E perchè? Se la mia retribuzione comprende una cifra X che il datore di lavoro mi corrisponde "in natura" (diciamo il controvalore di 8 euro?), concettualmente non vedo perchè non li posso convertire in qualcos'altro. In fin dei conti sono 8 euro MIEI, che me li mangi a mezzogiorno o a cena o ci compri la carta igienica non fa poi 'sta gran differenza. Dove sbaglio?

Dove lavoro io c'è la mensa. Per il mio pasto (primo e secondo con contorno) l'Azienda paga una cifra che credo sia sui 6-7 euro, io pago la bevanda (a prezzo politico, appena 20 cents) e, se lo voglio, il dessert o la frutta (altri 30 cents).
Se non vado in mensa non è che mi dà i 6 o 7 euro in contanti sulla busta paga, né sotto altra forma. L'Azienda li risparmia perchè per quel giorno non paga il mio pasto alla mensa, ma a me non entra nulla in tasca, quindi NON è una retribuzione.
In altre parole, la mensa (o l'equivalente forma di ristorazione) non è una parte di retribuzione che viene corrisposta in natura, ma un qualcosa che il datore di lavoro ti deve dare se tu effettivamente la utilizzi.
Se fosse una parte della retribuzione (quindi da dare a prescindere) dovrebbe entrare a far parte del reddito e quindi essere tassata alla fonte cosa che non mi risulta sia fatta sui buoni pasto. Poi, non sono un fiscalista quindi posso anche sbagliare, ma credo che ci sia una bella differenza fiscale (sia per l'Azienda che per il lavoratore) su 200 euro al mese dati in buoni pasto e la stessa somma data come aumento in buista paga.
E' come il discorso dei rimborsi in buoni benzina che ormai non esistono quasi più, sopraffatti dalle carte-carburante prepagate). Solo che quelli, per loro stessa natura li puoi usare solo per acquistare carburante, come è giusto che sia.

Saluti
Più chiaro di così. :thumbup:
 
fabiologgia ha scritto:
zero c. ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Non ne posso più!!!!!!! :twisted: :twisted:
Ma è possibile che alla cassa del supermercato trovo sempre quelli che pagano con i buoni pasto?
Si perde un sacco di tempo, la cassiera li conta, li timbra, fa il calcolo di quello che il cliente deve aggiungere per arrivare al totale della spesa.
Ma i buoni pasto non dovrebbero essere usati solo per il pasto in mensa?
Perchè non li eliminano del tutto? :twisted:

Quando li avevo me li magnavo in pizzeria alla grande con gli amichi :D
Oggi ci siam fatti furbi e mi han dato una credit card con microchip che se vedono che la uso al nightclub ...me lo fanno...notare.

Usarli in pizzeria non è affatto disdicevole, è per quello che sono fatti! Nemmeno conservarne un buon numero e poi portarci la famiglia in ristorante una volta al mese è scorretto.
E' scorretto usarli per scopi che non siano alimentari.

Saluti
Si, ma ci deve essere sempre una convenzione?
 
seatibizatdi ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Non ne posso più!!!!!!! :twisted: :twisted:
Ma è possibile che alla cassa del supermercato trovo sempre quelli che pagano con i buoni pasto?
Si perde un sacco di tempo, la cassiera li conta, li timbra, fa il calcolo di quello che il cliente deve aggiungere per arrivare al totale della spesa.
Ma i buoni pasto non dovrebbero essere usati solo per il pasto in mensa?
Perchè non li eliminano del tutto? :twisted:

Infatti. I buoni pasto dovrebbero essere utilizzabili SOLO presso ristoranti, mense, bar, insomma posti dove uno va per mangiare, e solo per pagare quel che si consuma lì o, al massimo nei negozi di alimentari per acquistare appunto solo roba da mangiare "take away". E non perchè lo dico io ma anche per motivi fiscali visto che non si tratta di una retribuzione supplementare (se così fosse andrebbe tassata) utlizzabile quindi dovunque senza alcuna limitazione.
Eliminarli del tutto non sarebbe giusto, hanno una loro funzione che è giusto sia mantenuta, non tutti i datori di lavoro possono permettersi di allestire una mensa per i propri dipendenti, quello che dovrebbe essere maggiormente controllato è che l'utilizzo che viene fatto di questi buoni sia conforme allo scopo che essi hanno, ossia quello di acquisto di prodotti alimentari.
Chiaramente dovrebbe essere sanzionato sia chi li usa per scopi diversi da quello, sia il commerciante che li accetta (spesso applicandoci sopra un ricarico che ignoro come venga conteggiato fiscalmente......).

Saluti

eh scusa come fai a sapere che il valore scritto non sia un netto di un valore "tassato" dalla società erogatrice a monte???
io per esempio usufruisco del buono pasto e con esso mi compro il cibo che mi cucino e mi porto dentro una umile sacca termica...gli ingredienti del mio pasto devo comprarli in un supermercato e spero di non utilizzare lo stesso supermercato di quel tronfio di maxetto altrimenti gli rovino la "corsa" contro il tempo!!!!! anche se a tipi che ragionano come lui gli rovinerei le rotule a calci ;)
Stai calmino seatciofeca chi ti conosce.
 
maddeche! ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Non ne posso più!!!!!!! :twisted: :twisted:
Ma è possibile che alla cassa del supermercato trovo sempre quelli che pagano con i buoni pasto?
Si perde un sacco di tempo, la cassiera li conta, li timbra, fa il calcolo di quello che il cliente deve aggiungere per arrivare al totale della spesa.
Ma i buoni pasto non dovrebbero essere usati solo per il pasto in mensa?
Perchè non li eliminano del tutto? :twisted:

A quanto vedo sei stato monostellato, caro amico maxetto, ed anche io non sono del tutto d'accordo con la tua opinione; pur non essendo d'accordo, tuttavia, comprendo il tuo disappunto e riconosco che può essere fastidioso, fare pazientemente la fila e dover subire ulteriori rallentamenti.

La miglior soluzione sarebbe quella di predisporsi con i buoni-pasto già contati sull'entità dell'importo della spesa (non dico al centesimo, ma insomma.. ) nel senso: hai roba per 25 euro ? hai buoni pasti da 8 euro ? preparane tre e tieni pronto il portamonete...

Cordiali saluti
E invece capita sempre il contrario.
 
leon83 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Beh, in un supermercato si comprano tanti prodotti che non sono alimentari. :?
Purtroppo in Italia non si controlla come si dovrebbe.

ma avete mai provato ad utilizzare i buoni pasto?? perchè se non lo sapete non tutti i supermercati li accettano e si possono acquistare solo alimentari nella spesa e sono esclusi anche gli alcolici!
Un signore ieri mattina nel carrello della spesa, pagata quasi completamente coi buoni, aveva una cassa di birra. Come mai?
 
boh! mi sembra un topic giusto per fare polemica, io li uso al ristorante e per la spesa (al lavoro mi porto dell'insalata o frutta per via della dieta :D ) e non mi sembra di rubare niente a nessuno :shock:
 
Mauro 65 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
+++Chiaramente dovrebbe essere sanzionato sia chi li usa per scopi diversi da quello, sia il commerciante che li accetta (spesso applicandoci sopra un ricarico che ignoro come venga conteggiato fiscalmente......). Saluti
Approfitto del tuo post come spunto per dare quelche informazione supplementare.
Farò l'esempio con un buono pasto da 5 euro tondi

Il datore di lavoro lo paga 5 euro + una commissione + spese di spedizione Iva
La commissione varai a seconda del potere contrattuale del'impresa che li acqiusta, le spese di spedizone a seconda dei volumi.
Diciamo che i "piccoli" pagano mediamente il 2% di commissioni e da 5 a 10 euro fissi per ogni spedizione. L'Iva (che per la maggior parte dei datori, ma non tutti, è "neutra") è del 4%
Il pagamento è, sempre per i piccoli, anticipato.
L'esercente che li ritira dovrebbe fornire una prestazione per 5 euro iva inclusa, poi deve chiedere il rimborso al soggetto emittente: il punto è che, mediamente, per avere il rimborso, tra commissioni e spese di spedizione l'esercente paga circa il 10% - 12% del valore facciale del buono, oltre ad attendere, sempre in media, ben 60 giorni per l'accredito del dovuto.

E' chaiaro a questo punto che gli esercenti in qualche modo si difendano. La soluzione di solito suggerita, ovvero quella che pur mandando in bestia le società emittenti di fatto è difficilmente attaccabile, è la stessa applicata pr le carte di credito (invero spesso molto più esose del pagobancomat): "servizio 10% (esempio) - 0 per pagamenti contanti o pagobancomat"

Sulla parte fiscale, ovviamente è una remunerazione aggiuntiva molto conveniente, perché fino a 5,29 euro non costituisce reddito imponibile (fiscale e previdenziale) per il lavoratore.

Nello spirito dei ticket, non vi sono particolari limiti nell'utilizzo per "la spesa" (come si diceva nel 3d, uno può farsi la spesa e portarsi il pasto sul luogo di lavoro), salvi limiti imposti dai singoli negozianti; per il pasto, teoricamente non è cumulabile, ma anche qui nessuno vieta ad uno di saltare un giorno il pranzo e all'indomani magiare il doppio ...
Non sono nemmeno vietabili la sera, perché "fiscalmente" sono ammessi anche per chi non ha la pausa pranzo e/o per chi ha orario part - time ...

Saluti

ma i buoni pasto:
-sono un omaggio concesso dal datore di lavoro
-sono parte integrante della retribuzione?
Mi verrebbe da pensare alla prima soluzione altrimenti chi non ne gode
perche' fa lo spezzato, li dovrebbe avere in busta paga.
:D Insomma come funzia :D :?:
 
arizona77 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
+++Chiaramente dovrebbe essere sanzionato sia chi li usa per scopi diversi da quello, sia il commerciante che li accetta (spesso applicandoci sopra un ricarico che ignoro come venga conteggiato fiscalmente......). Saluti
Approfitto del tuo post come spunto per dare quelche informazione supplementare.
Farò l'esempio con un buono pasto da 5 euro tondi

Il datore di lavoro lo paga 5 euro + una commissione + spese di spedizione Iva
La commissione varai a seconda del potere contrattuale del'impresa che li acqiusta, le spese di spedizone a seconda dei volumi.
Diciamo che i "piccoli" pagano mediamente il 2% di commissioni e da 5 a 10 euro fissi per ogni spedizione. L'Iva (che per la maggior parte dei datori, ma non tutti, è "neutra") è del 4%
Il pagamento è, sempre per i piccoli, anticipato.
L'esercente che li ritira dovrebbe fornire una prestazione per 5 euro iva inclusa, poi deve chiedere il rimborso al soggetto emittente: il punto è che, mediamente, per avere il rimborso, tra commissioni e spese di spedizione l'esercente paga circa il 10% - 12% del valore facciale del buono, oltre ad attendere, sempre in media, ben 60 giorni per l'accredito del dovuto.

E' chaiaro a questo punto che gli esercenti in qualche modo si difendano. La soluzione di solito suggerita, ovvero quella che pur mandando in bestia le società emittenti di fatto è difficilmente attaccabile, è la stessa applicata pr le carte di credito (invero spesso molto più esose del pagobancomat): "servizio 10% (esempio) - 0 per pagamenti contanti o pagobancomat"

Sulla parte fiscale, ovviamente è una remunerazione aggiuntiva molto conveniente, perché fino a 5,29 euro non costituisce reddito imponibile (fiscale e previdenziale) per il lavoratore.

Nello spirito dei ticket, non vi sono particolari limiti nell'utilizzo per "la spesa" (come si diceva nel 3d, uno può farsi la spesa e portarsi il pasto sul luogo di lavoro), salvi limiti imposti dai singoli negozianti; per il pasto, teoricamente non è cumulabile, ma anche qui nessuno vieta ad uno di saltare un giorno il pranzo e all'indomani magiare il doppio ...
Non sono nemmeno vietabili la sera, perché "fiscalmente" sono ammessi anche per chi non ha la pausa pranzo e/o per chi ha orario part - time ...

Saluti

ma i buoni pasto:
-sono un omaggio concesso dal datore di lavoro
-sono parte integrante della retribuzione?
Mi verrebbe da pensare alla prima soluzione altrimenti chi non ne gode
perche' fa lo spezzato, li dovrebbe avere in busta paga.
:D Insomma come funzia :D :?:

La pausa pranzo per chi fa turni di lavoro oltre le 6 ore è un diritto. La pausa, non il pranzo.
Il pranzo, o quel che lo surroga, che io sappia, è frutto di accordi sindacali tra i lavoratori e il datore di lavoro. Non è un omaggio ma comunque, che io sappia, nemmeno un diritto sacrosanto ed universale.
Non credo proprio che i buoni pasto si possano configurare come retribuzione aggiuntiva "in natura", ti dirò di più, in molte associazioni di volontariato i buoni pasto vengono dati ai volontari come "ricompensa" proprio perchè NON si può, per legge, dare delle retribuzioni in denaro (altrimenti non sarebbe più volontariato) mentre i buoni pasto, NON essendo considerati in tale tipologia, possono essere dati.
E' un pò come il discorso dei pullman per andare al lavoro, dove lavoro io l'Azienda ha stretto un accordo con l'Azienda che gestisce gli autobus di linea per mettere delle corse specifiche con percorsi specifici e ad orari prestabiliti per i lavoratori della nostra Società. I lavoratori che vogliono usufruirne pagano un abbonamento che è meno della metà di quel che costerebbe lo stesso abbonamento ad un cittadino qualunque perchè la nostra Società mette il resto (e può essere anche una cifra notevole, c'è gente che abita a 60 ed anche 80 km da dove lavoro). Ebbene, se io non voglio usare il pullman e voglio viaggiare con la mia auto (e io faccio proprio così), non è che la Società mi dà il corrispettivo della quota abbonamento in buoni benzina e tantomeno in soldi. E' semplicemente un servizio che il datore di lavoro mi mette a disposizione, se lo voglio usare (per quel che serve davvero) lo uso, se non lo voglio usare non ho però diritto ad alcun'altra compensazione e nemmeno ad usarlo sotto altra forma.

saluti
 
Maxetto ha scritto:
leon83 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Beh, in un supermercato si comprano tanti prodotti che non sono alimentari. :?
Purtroppo in Italia non si controlla come si dovrebbe.

ma avete mai provato ad utilizzare i buoni pasto?? perchè se non lo sapete non tutti i supermercati li accettano e si possono acquistare solo alimentari nella spesa e sono esclusi anche gli alcolici!
Un signore ieri mattina nel carrello della spesa, pagata quasi completamente coi buoni, aveva una cassa di birra. Come mai?

peggio per lui perchè gli alcolici non vengono conteggiati nel totale da scontare
 
fabiologgia ha scritto:
arizona77 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
+++Chiaramente dovrebbe essere sanzionato sia chi li usa per scopi diversi da quello, sia il commerciante che li accetta (spesso applicandoci sopra un ricarico che ignoro come venga conteggiato fiscalmente......). Saluti
Approfitto del tuo post come spunto per dare quelche informazione supplementare.
Farò l'esempio con un buono pasto da 5 euro tondi

Il datore di lavoro lo paga 5 euro + una commissione + spese di spedizione Iva
La commissione varai a seconda del potere contrattuale del'impresa che li acqiusta, le spese di spedizone a seconda dei volumi.
Diciamo che i "piccoli" pagano mediamente il 2% di commissioni e da 5 a 10 euro fissi per ogni spedizione. L'Iva (che per la maggior parte dei datori, ma non tutti, è "neutra") è del 4%
Il pagamento è, sempre per i piccoli, anticipato.
L'esercente che li ritira dovrebbe fornire una prestazione per 5 euro iva inclusa, poi deve chiedere il rimborso al soggetto emittente: il punto è che, mediamente, per avere il rimborso, tra commissioni e spese di spedizione l'esercente paga circa il 10% - 12% del valore facciale del buono, oltre ad attendere, sempre in media, ben 60 giorni per l'accredito del dovuto.

E' chaiaro a questo punto che gli esercenti in qualche modo si difendano. La soluzione di solito suggerita, ovvero quella che pur mandando in bestia le società emittenti di fatto è difficilmente attaccabile, è la stessa applicata pr le carte di credito (invero spesso molto più esose del pagobancomat): "servizio 10% (esempio) - 0 per pagamenti contanti o pagobancomat"

Sulla parte fiscale, ovviamente è una remunerazione aggiuntiva molto conveniente, perché fino a 5,29 euro non costituisce reddito imponibile (fiscale e previdenziale) per il lavoratore.

Nello spirito dei ticket, non vi sono particolari limiti nell'utilizzo per "la spesa" (come si diceva nel 3d, uno può farsi la spesa e portarsi il pasto sul luogo di lavoro), salvi limiti imposti dai singoli negozianti; per il pasto, teoricamente non è cumulabile, ma anche qui nessuno vieta ad uno di saltare un giorno il pranzo e all'indomani magiare il doppio ...
Non sono nemmeno vietabili la sera, perché "fiscalmente" sono ammessi anche per chi non ha la pausa pranzo e/o per chi ha orario part - time ...

Saluti

ma i buoni pasto:
-sono un omaggio concesso dal datore di lavoro
-sono parte integrante della retribuzione?
Mi verrebbe da pensare alla prima soluzione altrimenti chi non ne gode
perche' fa lo spezzato, li dovrebbe avere in busta paga.
:D Insomma come funzia :D :?:

La pausa pranzo per chi fa turni di lavoro oltre le 6 ore è un diritto. La pausa, non il pranzo.
Il pranzo, o quel che lo surroga, che io sappia, è frutto di accordi sindacali tra i lavoratori e il datore di lavoro. Non è un omaggio ma comunque, che io sappia, nemmeno un diritto sacrosanto ed universale.
Non credo proprio che i buoni pasto si possano configurare come retribuzione aggiuntiva "in natura", ti dirò di più, in molte associazioni di volontariato i buoni pasto vengono dati ai volontari come "ricompensa" proprio perchè NON si può, per legge, dare delle retribuzioni in denaro (altrimenti non sarebbe più volontariato) mentre i buoni pasto, NON essendo considerati in tale tipologia, possono essere dati.

saluti

niente vero io facio turni di 8 e nove ore e non è concessa nessuna pausa se non " conciliata" con il capo squadra ma non ufficiale c'è chi la concede e chi no!
 
arizona77 ha scritto:
ma i buoni pasto:
-sono un omaggio concesso dal datore di lavoro
-sono parte integrante della retribuzione?
Mi verrebbe da pensare alla prima soluzione altrimenti chi non ne gode
perche' fa lo spezzato, li dovrebbe avere in busta paga.
:D Insomma come funzia :D :?:

Mi sembra In base al contratto che si ha firmato che tu sia dipendente o meno e dovrebbe essere dato UNO (ed usato) al giorno. E' una integrazione indiretta alla retribuzione anche se dubito con i nuovi contratti privati ci sia qualcuno che li metta ...dirigenti a parte...
 
leon83 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
arizona77 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
+++Chiaramente dovrebbe essere sanzionato sia chi li usa per scopi diversi da quello, sia il commerciante che li accetta (spesso applicandoci sopra un ricarico che ignoro come venga conteggiato fiscalmente......). Saluti
Approfitto del tuo post come spunto per dare quelche informazione supplementare.
Farò l'esempio con un buono pasto da 5 euro tondi

Il datore di lavoro lo paga 5 euro + una commissione + spese di spedizione Iva
La commissione varai a seconda del potere contrattuale del'impresa che li acqiusta, le spese di spedizone a seconda dei volumi.
Diciamo che i "piccoli" pagano mediamente il 2% di commissioni e da 5 a 10 euro fissi per ogni spedizione. L'Iva (che per la maggior parte dei datori, ma non tutti, è "neutra") è del 4%
Il pagamento è, sempre per i piccoli, anticipato.
L'esercente che li ritira dovrebbe fornire una prestazione per 5 euro iva inclusa, poi deve chiedere il rimborso al soggetto emittente: il punto è che, mediamente, per avere il rimborso, tra commissioni e spese di spedizione l'esercente paga circa il 10% - 12% del valore facciale del buono, oltre ad attendere, sempre in media, ben 60 giorni per l'accredito del dovuto.

E' chaiaro a questo punto che gli esercenti in qualche modo si difendano. La soluzione di solito suggerita, ovvero quella che pur mandando in bestia le società emittenti di fatto è difficilmente attaccabile, è la stessa applicata pr le carte di credito (invero spesso molto più esose del pagobancomat): "servizio 10% (esempio) - 0 per pagamenti contanti o pagobancomat"

Sulla parte fiscale, ovviamente è una remunerazione aggiuntiva molto conveniente, perché fino a 5,29 euro non costituisce reddito imponibile (fiscale e previdenziale) per il lavoratore.

Nello spirito dei ticket, non vi sono particolari limiti nell'utilizzo per "la spesa" (come si diceva nel 3d, uno può farsi la spesa e portarsi il pasto sul luogo di lavoro), salvi limiti imposti dai singoli negozianti; per il pasto, teoricamente non è cumulabile, ma anche qui nessuno vieta ad uno di saltare un giorno il pranzo e all'indomani magiare il doppio ...
Non sono nemmeno vietabili la sera, perché "fiscalmente" sono ammessi anche per chi non ha la pausa pranzo e/o per chi ha orario part - time ...

Saluti

ma i buoni pasto:
-sono un omaggio concesso dal datore di lavoro
-sono parte integrante della retribuzione?
Mi verrebbe da pensare alla prima soluzione altrimenti chi non ne gode
perche' fa lo spezzato, li dovrebbe avere in busta paga.
:D Insomma come funzia :D :?:

La pausa pranzo per chi fa turni di lavoro oltre le 6 ore è un diritto. La pausa, non il pranzo.
Il pranzo, o quel che lo surroga, che io sappia, è frutto di accordi sindacali tra i lavoratori e il datore di lavoro. Non è un omaggio ma comunque, che io sappia, nemmeno un diritto sacrosanto ed universale.
Non credo proprio che i buoni pasto si possano configurare come retribuzione aggiuntiva "in natura", ti dirò di più, in molte associazioni di volontariato i buoni pasto vengono dati ai volontari come "ricompensa" proprio perchè NON si può, per legge, dare delle retribuzioni in denaro (altrimenti non sarebbe più volontariato) mentre i buoni pasto, NON essendo considerati in tale tipologia, possono essere dati.

saluti

niente vero io facio turni di 8 e nove ore e non è concessa nessuna pausa se non " conciliata" con il capo squadra ma non ufficiale c'è chi la concede e chi no!

Anche da noi l'operaio deve chiedere al Caposquadra (o Capoturno) il permesso di allontanarsi per mangiare, ma il Caposquadra non può negarglielo a meno di situazioni di emergenza o a meno che non ci siano altri colleghi già in pausa e in quel modo venga interrotta l'attività (nel caso gli dice di rimandarla). Nel nostro CCNL è scritto chiaro e tondo.

Saluti
 
Certo che capire una cosa in Italia e' sempre ( o quasi ) impossibile.
Mia moglie ha il pasto portato da una mensa:
x ci mette la ditta
y la mogliera.
questo se la prende.
Se non la prende, niente di piu' in busta paga.
Per quello mi ero permesso di pensare all' inizio
che la cosa fosse un cortese omaggio aziendale
 
ciccetto68 ha scritto:
boh! mi sembra un topic giusto per fare polemica, io li uso al ristorante e per la spesa (al lavoro mi porto dell'insalata o frutta per via della dieta :D ) e non mi sembra di rubare niente a nessuno :shock:
Attenzione! Io non ho chiamato nessuno ladro.
Solo dico se i buoni pasto servono per le mense esterne ai luoghi di lavoro, perchè si usano (cumulandoli, anche più di dieci alla volta) per comprarci di tutto al supermercato?
Inoltre è un'operazione lunga: tra il cliente che caccia carnet di buoni e la cassiera che li conta, li timbra e riporta su un foglio gli estremi dell'operazione.
 
Maxetto ha scritto:
ciccetto68 ha scritto:
boh! mi sembra un topic giusto per fare polemica, io li uso al ristorante e per la spesa (al lavoro mi porto dell'insalata o frutta per via della dieta :D ) e non mi sembra di rubare niente a nessuno :shock:
Attenzione! Io non ho chiamato nessuno ladro.
Solo dico se i buoni pasto servono per le mense esterne ai luoghi di lavoro, perchè si usano (cumulandoli, anche più di dieci alla volta) per comprarci di tutto al supermercato?
Inoltre è un'operazione lunga: tra il cliente che caccia carnet di buoni e la cassiera che li conta, li timbra e riporta su un foglio gli estremi dell'operazione.

perchè magari nella mensa fanno un mangiare pessimo e preferisce piuttosto portarsi un panino da casa e di usufruirli come meglio crede
 
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