Ho recentemente provato la nuova Serie 3 con motorizzazione 2.0 diesel.
Cominciando, come al solito, dall'esterno, l'estetica e' decisamente buona. l colore girgio piombo dell'esemplare provato puo' risultare un po' anonimo, dopo un po', ma a colpo d'occhio sta proprio bene.
Si nota un aumento percettibile delle dimensioni, rispetto al modello precedente, cui corrisponde, purtroppo, un analogo aumento delle masse. La Serie 3 di oggi e' decisamente massiccia, con un peso di 1505 kg non e' proprio una piuma.
Entrando, si viene accolti da un allestimento decisamente valido, curato, elegante.
Anche qui si e' purtroppo passati alla chiave-tag da inserire nel cruscotto con pulsante d'accensione.
Per il resto, la consolle centrale e' caratterizzata dall'usuale sobrieta' ed ergonomia BMW: tutto quello che serve e' immediatamente a portata di mano, senza quella moltitudine confusionaria di pulsantini che piace tanto all'italiano medio (che guida facendo di tutto tranne che prestare attenzione alla strada) ma che infastidisce chiunque si concentri sulla guida e voglia, per esempio, alzare la temperatura.
Il volante e' regolabile in altezza e profondita' e la corona e' encomiabilmente contenuta, come diametro.
Anche il sedile e' regolabile in profondita', altezza e schienale, cosi' che trovare la corretta posizione di guida e' immediato e facile.
Messo in moto il motore, all'interno il rumore e' privo delle caratteristiche armoniche "agricole" dei diesel, e la natura del propulsore e' tradita solo dalla zona rossa a 4800 giri, dalla scritta "diesel" sull'indicatore di consumo, e dalla grande elasticita' di marcia.
E qui cominciano gli aspetti negativi: per andare a spasso l'auto e' eccezionale: confortevole, controllata, assorbe bene le asperita' senza essere "dondolosa". Ma se si vuole fare un sorpasso, meglio avere una pista d'atterraggio a disposizione.
Nel misto, l'auto si comporta molto bene. Il sottosterzo contenuto e ben calibrato permette di impostare le curve in rilascio e aprire alla corda con efficacia, sfruttando al meglio la spinta che c'e', controllando sempre al meglio la traiettoria. Il muso non da' mai l'idea di pesare spropositatamente, grazie alla distribuzione delle masse quasi al 50-50.
Al limite l'auto tende al sottosterzo, e puo' essere ricondotta alla ragione sollevando il gas e allargando appena con lo sterzo, per poi tornare a chiudere.
La tecnica piu' conveniente e' frenare fin nella curva, chiudere in rilascio fino al punto di corda e poi accelerare mano a mano che si riapre.
Lo sterzo e' preciso, comunica ragionevolmente bene l'impegno dell'avantreno ed e' veloce e pronto nelle reazioni, non ostante la gommatura non certo da competizione.
Il cambio, per contro, mantiene l'impressione negativa di imprecisione e gommosita' che avevo avuto al corso di guida sicura con la 330i. Allora l'avevo addotto all'esemplare da "scuola", ma evidentemente e' una (pessima) caratteristica del cambio.
La guida su strada ha poi evidenziato un altro spiacevole aspetto che in pista non avevo notato: la scarsa modulabilita' dei freni in condizioni di guida ordinaria.
Come troppe auto moderne, il freno e' eccessivamente servoassistito, col risultato che frenare dolcemente richiede molto impegno.
Diventa ben modulabile nell'uso impegnato e pesante, ma quella parte di corsa che si usa nella "guida da tassista" quando si porta a spasso Daisy e' difficile da gestire, con ripercussioni sul comfort dei passeggeri.
Nel complesso dinamicamente e' un'auto davvero valida, che non manifesta la sua massa se non quando si richiede al propulsore un'accelerazione brillante.
L'assetto e' sicuro e progressivo, la dotazione eccellente.
Rimangono solo due nei indissolubilmente legati al modello: il cambio approssimativo e i freni troppo servoassistiti.
Cominciando, come al solito, dall'esterno, l'estetica e' decisamente buona. l colore girgio piombo dell'esemplare provato puo' risultare un po' anonimo, dopo un po', ma a colpo d'occhio sta proprio bene.
Si nota un aumento percettibile delle dimensioni, rispetto al modello precedente, cui corrisponde, purtroppo, un analogo aumento delle masse. La Serie 3 di oggi e' decisamente massiccia, con un peso di 1505 kg non e' proprio una piuma.
Entrando, si viene accolti da un allestimento decisamente valido, curato, elegante.
Anche qui si e' purtroppo passati alla chiave-tag da inserire nel cruscotto con pulsante d'accensione.
Per il resto, la consolle centrale e' caratterizzata dall'usuale sobrieta' ed ergonomia BMW: tutto quello che serve e' immediatamente a portata di mano, senza quella moltitudine confusionaria di pulsantini che piace tanto all'italiano medio (che guida facendo di tutto tranne che prestare attenzione alla strada) ma che infastidisce chiunque si concentri sulla guida e voglia, per esempio, alzare la temperatura.
Il volante e' regolabile in altezza e profondita' e la corona e' encomiabilmente contenuta, come diametro.
Anche il sedile e' regolabile in profondita', altezza e schienale, cosi' che trovare la corretta posizione di guida e' immediato e facile.
Messo in moto il motore, all'interno il rumore e' privo delle caratteristiche armoniche "agricole" dei diesel, e la natura del propulsore e' tradita solo dalla zona rossa a 4800 giri, dalla scritta "diesel" sull'indicatore di consumo, e dalla grande elasticita' di marcia.
E qui cominciano gli aspetti negativi: per andare a spasso l'auto e' eccezionale: confortevole, controllata, assorbe bene le asperita' senza essere "dondolosa". Ma se si vuole fare un sorpasso, meglio avere una pista d'atterraggio a disposizione.
Nel misto, l'auto si comporta molto bene. Il sottosterzo contenuto e ben calibrato permette di impostare le curve in rilascio e aprire alla corda con efficacia, sfruttando al meglio la spinta che c'e', controllando sempre al meglio la traiettoria. Il muso non da' mai l'idea di pesare spropositatamente, grazie alla distribuzione delle masse quasi al 50-50.
Al limite l'auto tende al sottosterzo, e puo' essere ricondotta alla ragione sollevando il gas e allargando appena con lo sterzo, per poi tornare a chiudere.
La tecnica piu' conveniente e' frenare fin nella curva, chiudere in rilascio fino al punto di corda e poi accelerare mano a mano che si riapre.
Lo sterzo e' preciso, comunica ragionevolmente bene l'impegno dell'avantreno ed e' veloce e pronto nelle reazioni, non ostante la gommatura non certo da competizione.
Il cambio, per contro, mantiene l'impressione negativa di imprecisione e gommosita' che avevo avuto al corso di guida sicura con la 330i. Allora l'avevo addotto all'esemplare da "scuola", ma evidentemente e' una (pessima) caratteristica del cambio.
La guida su strada ha poi evidenziato un altro spiacevole aspetto che in pista non avevo notato: la scarsa modulabilita' dei freni in condizioni di guida ordinaria.
Come troppe auto moderne, il freno e' eccessivamente servoassistito, col risultato che frenare dolcemente richiede molto impegno.
Diventa ben modulabile nell'uso impegnato e pesante, ma quella parte di corsa che si usa nella "guida da tassista" quando si porta a spasso Daisy e' difficile da gestire, con ripercussioni sul comfort dei passeggeri.
Nel complesso dinamicamente e' un'auto davvero valida, che non manifesta la sua massa se non quando si richiede al propulsore un'accelerazione brillante.
L'assetto e' sicuro e progressivo, la dotazione eccellente.
Rimangono solo due nei indissolubilmente legati al modello: il cambio approssimativo e i freni troppo servoassistiti.