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itsmyo_pinion
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L'Alfa Romeo 'non è in vendita'. A ribadirlo è l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che però ammette: 'Certo, se mi offrissero un assegno da 20 miliardi mi siederei al tavolo, ci penserei'. E sul report di Morgan Stanley sulla vendita di Magneti Marelli e quote Ferrari, spiega: 'Abbiamo risposto alla Consob che sono alternative tecnicamente possibili, ma non abbiamo deciso nulla. E' inutile che ci preoccupiamo se Fiat vende'.
L'amministratore delegato di Fiat e Chrysler a proposito del report di Morgan Stanley: 'Fa il suo lavoro, che è quello di analizzare le alternative e cercare di forzarle come la stampa italiana fa con Fiat''. ''Non ho mai detto che avremmo fuso'' Fiat e Chrysler ha detto Marchionne pur definendola una 'possibilità'.
L'Ad del Lingotto ha affrontato anche il tema crisi di governo. 'Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno', ha detto Marchionne. ''Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L'instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del Paese. Abbiamo bisogno di certezze'', ha aggiunto Marchionne osservando che ''l'instabilità politica in Europa non aiuta. Non è un problema solo italiano è europeo. E' una situazione non facile che va impattare anche sull'atteggiamento dei consumatori e dei clienti'.
'Si è visto benissimo l'impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C'e' un problema di sovracapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi''. ''Il mercato dell'auto italiano sta uscendo da un periodo di incentivi: l'avevo detto dall'inizio dell'anno e non mi sorprende. Il mercato sta cercando di ritrovare l'equilibrio. L'aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se - ha aggiunto
- ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d'inferno e l'instabilità non aiuta''.
L'amministratore delegato di Fiat e Chrysler a proposito del report di Morgan Stanley: 'Fa il suo lavoro, che è quello di analizzare le alternative e cercare di forzarle come la stampa italiana fa con Fiat''. ''Non ho mai detto che avremmo fuso'' Fiat e Chrysler ha detto Marchionne pur definendola una 'possibilità'.
L'Ad del Lingotto ha affrontato anche il tema crisi di governo. 'Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno', ha detto Marchionne. ''Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L'instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del Paese. Abbiamo bisogno di certezze'', ha aggiunto Marchionne osservando che ''l'instabilità politica in Europa non aiuta. Non è un problema solo italiano è europeo. E' una situazione non facile che va impattare anche sull'atteggiamento dei consumatori e dei clienti'.
'Si è visto benissimo l'impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C'e' un problema di sovracapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi''. ''Il mercato dell'auto italiano sta uscendo da un periodo di incentivi: l'avevo detto dall'inizio dell'anno e non mi sorprende. Il mercato sta cercando di ritrovare l'equilibrio. L'aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se - ha aggiunto
- ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d'inferno e l'instabilità non aiuta''.
