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lÈ l'epilogo di una vicenda durata mesi. Dopo un interminabile ping-pong di dichiarazioni, smentite, voci e rumors, General Motors ha deciso di non vendere il marchio Opel agli austro-canadesi della Magna supportati dalla cordata russa che fa capo a Gaz e Sberbank. Ma il Governo tedesco non ci sta e si attende la restituzione, entro il 30 novembre, degli 1,5 miliardi di euro versati nelle casse di GM a titolo di prestito-ponte per il salvataggio di Opel. Inoltre, esprime profondo "rammarico per la mancata cessione".
La decisione di GM è stata presa dal consiglio di amministrazione riunitosi ieri a Detroit. "Presto presenteremo un piano di ristrutturazione di Opel al Governo tedesco e agli altri esecutivi interessati", ha detto Fritz Henderson, numero uno di GM, "speriamo che sia accolto in modo favorevole, perché il nostro obiettivo è assicurare una soluzione a lungo termine nell'interesse di tutti". La Casa americana ha pronti sul piatto 3 miliardi di euro per il rilancio di Opel e inizierà a lavorare da subito per raggiungere un'intesa con tutte le parti interessate: sindacati, governi europei e fornitori, ha fatto sapere Henderson.
La retromarcia dei manager di Detroit, per i quali la vendita di Opel era considerata imprescindibile fino a poco fa, parte da alcune considerazioni: gli inattesi risultati positivi del gruppo GM sul mercato americano a ottobre (+ 4% rispetto allo stesso periodo del 2008), si tratta della prima crescita dopo 21 mesi di crolli; inoltre, secondo quanto viene reso noto, la liquidità della consociata tedesca appare più stabile che in precedenza. Ma a convincere gli uomini del board è stato sicuramente anche l'innesto dei nuovi modelli Opel, come l'Insignia, l'Astra (tra poco ci sarà anche la nuova Meriva) che hanno portato aria nuova dalle parti di Rüsselheim.
La decisione di GM è stata presa dal consiglio di amministrazione riunitosi ieri a Detroit. "Presto presenteremo un piano di ristrutturazione di Opel al Governo tedesco e agli altri esecutivi interessati", ha detto Fritz Henderson, numero uno di GM, "speriamo che sia accolto in modo favorevole, perché il nostro obiettivo è assicurare una soluzione a lungo termine nell'interesse di tutti". La Casa americana ha pronti sul piatto 3 miliardi di euro per il rilancio di Opel e inizierà a lavorare da subito per raggiungere un'intesa con tutte le parti interessate: sindacati, governi europei e fornitori, ha fatto sapere Henderson.
La retromarcia dei manager di Detroit, per i quali la vendita di Opel era considerata imprescindibile fino a poco fa, parte da alcune considerazioni: gli inattesi risultati positivi del gruppo GM sul mercato americano a ottobre (+ 4% rispetto allo stesso periodo del 2008), si tratta della prima crescita dopo 21 mesi di crolli; inoltre, secondo quanto viene reso noto, la liquidità della consociata tedesca appare più stabile che in precedenza. Ma a convincere gli uomini del board è stato sicuramente anche l'innesto dei nuovi modelli Opel, come l'Insignia, l'Astra (tra poco ci sarà anche la nuova Meriva) che hanno portato aria nuova dalle parti di Rüsselheim.