... potrebbe nascere una nuova terapia, terapia d'urto visto che, a quanto pare, dopo due incidenti ha ricominciato a sentirsi le gambe... Una bella storia, se vera...
La carrozzina parcheggiata sullo sfondo ma non abbandonata. Lei in primo piano, in piedi, guarda le proprie gambe come strani attrezzi. Li prova, li torce, un po' ci balla. Monique van der Vorst, olandese di 26 anni, atleta para-limpica di handcycle, due argenti a Pechino, tre volte campionessa del mondo e svariati altri titoli, non si ricordava più come si sta cosl, dritti, in alto: paralizzata per quasi 13 anni dopo un'operazione sbagliata, è tornata a camminare in seguito a un incidente. È successo proprio in questi giorni, una storia perfetta da raccontare a Natale. La chiamano miracolo in Olandaquestabellae bizzarra vicenda, alcuni medici invece isteria («paralisi di tipo isterico», sostiene il professore di Fisiatria della SapienzaValterSantilli), altri stanno semplicemente zitti perché non riescono a spiegarsela, scientificamente. Neanche M onique, a dire ilvero: «Però è bello guardare gli L'olandese torna a camminare dopo 12 anni in ' "Devo trovare nuovi obiettivi di vita" altri negli occhi». Ora la prospettiva in effetti cambia, parecchio. Si stava preparando per Londra, per le Paralimpiadi, ora tutto si inverte e chissà, essere normodotata è un gioco diverso, un po' al rovescio. Bisogna reinventarsi una vita, per lei non sarebbe la prima volta. Era una promessa dell'hockey su prato da ragazzina, proprio durante unapartita si fece male, problemi all'anca, fu operata. Ma i medici sbagliarono tutto: aveva 13 anni, la gamba sinistra rimase paraliizata, e un anno dopo anche la destra. Racconta: «A quel tempo ricordo che la mia gamba sinistra era diventata tutta rossa, e fredda. Qualche giorno dopo non riuscivo più amuoverlae da allora è andata sempre peggio. Nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché». La testa pure si fermò, triste e depressa. «Lo sport mi ha ridato autostima, ho cominciato a pensare a ciò che potevo fare, e non più alle limitazioni». L'handbike, la bici che si pedala con le braccia, il suo motore: ha il record del mondo della maratona di handcycling, l'anno scorso campionessa del mondo Ironman e atleta disabile del 2009. Sul suo sito cita Nietzsche: «Ciò che non mi uccide, mi renderà più forte». Per esempio, forte significa prendersi l'oro a Londra. Tutto il 2010 lo stava dedicando a questo, ma due incidenti l'hanno interrotta. A marzo si è scontrata con una compagna in allenamento, è caduta per terra, brutta botta, eppure con un effetto assurdo: «Ho sentito un formicolio alle gambe». Secondo incidente a giugno, investita da un'auto, le diagnosticano un danno al midollo spinale. Lungo periodo di riabilitazione, e quel formicolio alle gambe che aumenta. «In pochi giorni ho cominciato a risentirle». Quelle cose strane là sotto che se ne stanno a dormire per tutto questo tempo e poi cosl, senza un chiaro perché, per un trauma o chissà cos'è, si svegliano intere. È sì felice, però Monique non sa bene come usarle, pezzi di sé un poco estranei, forse persino ostili adesso, oppure compagne tutte da addomesticare: «Per me comincia una nuova sfida, gareggiare per me era una grande passione, ora è dura perché devo trovare nuovi obiettivi nella vita. Non so dove o quando finirà ma ci riuscirò, e tornerò di nuovo a correre». Il capo missione del comitato paralimpico olandese Andrè Gatos ha raccontato che «all'inizio lo choc è stato forte, al punto che sul momento per lei è stato duro abbandonare la possibilità di competere ai Giochi Para-limpici». Le vite si rimettono in piedi, ma quelle prima stanno sempre parcheggiate Il, mai troppo distanti.
La carrozzina parcheggiata sullo sfondo ma non abbandonata. Lei in primo piano, in piedi, guarda le proprie gambe come strani attrezzi. Li prova, li torce, un po' ci balla. Monique van der Vorst, olandese di 26 anni, atleta para-limpica di handcycle, due argenti a Pechino, tre volte campionessa del mondo e svariati altri titoli, non si ricordava più come si sta cosl, dritti, in alto: paralizzata per quasi 13 anni dopo un'operazione sbagliata, è tornata a camminare in seguito a un incidente. È successo proprio in questi giorni, una storia perfetta da raccontare a Natale. La chiamano miracolo in Olandaquestabellae bizzarra vicenda, alcuni medici invece isteria («paralisi di tipo isterico», sostiene il professore di Fisiatria della SapienzaValterSantilli), altri stanno semplicemente zitti perché non riescono a spiegarsela, scientificamente. Neanche M onique, a dire ilvero: «Però è bello guardare gli L'olandese torna a camminare dopo 12 anni in ' "Devo trovare nuovi obiettivi di vita" altri negli occhi». Ora la prospettiva in effetti cambia, parecchio. Si stava preparando per Londra, per le Paralimpiadi, ora tutto si inverte e chissà, essere normodotata è un gioco diverso, un po' al rovescio. Bisogna reinventarsi una vita, per lei non sarebbe la prima volta. Era una promessa dell'hockey su prato da ragazzina, proprio durante unapartita si fece male, problemi all'anca, fu operata. Ma i medici sbagliarono tutto: aveva 13 anni, la gamba sinistra rimase paraliizata, e un anno dopo anche la destra. Racconta: «A quel tempo ricordo che la mia gamba sinistra era diventata tutta rossa, e fredda. Qualche giorno dopo non riuscivo più amuoverlae da allora è andata sempre peggio. Nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché». La testa pure si fermò, triste e depressa. «Lo sport mi ha ridato autostima, ho cominciato a pensare a ciò che potevo fare, e non più alle limitazioni». L'handbike, la bici che si pedala con le braccia, il suo motore: ha il record del mondo della maratona di handcycling, l'anno scorso campionessa del mondo Ironman e atleta disabile del 2009. Sul suo sito cita Nietzsche: «Ciò che non mi uccide, mi renderà più forte». Per esempio, forte significa prendersi l'oro a Londra. Tutto il 2010 lo stava dedicando a questo, ma due incidenti l'hanno interrotta. A marzo si è scontrata con una compagna in allenamento, è caduta per terra, brutta botta, eppure con un effetto assurdo: «Ho sentito un formicolio alle gambe». Secondo incidente a giugno, investita da un'auto, le diagnosticano un danno al midollo spinale. Lungo periodo di riabilitazione, e quel formicolio alle gambe che aumenta. «In pochi giorni ho cominciato a risentirle». Quelle cose strane là sotto che se ne stanno a dormire per tutto questo tempo e poi cosl, senza un chiaro perché, per un trauma o chissà cos'è, si svegliano intere. È sì felice, però Monique non sa bene come usarle, pezzi di sé un poco estranei, forse persino ostili adesso, oppure compagne tutte da addomesticare: «Per me comincia una nuova sfida, gareggiare per me era una grande passione, ora è dura perché devo trovare nuovi obiettivi nella vita. Non so dove o quando finirà ma ci riuscirò, e tornerò di nuovo a correre». Il capo missione del comitato paralimpico olandese Andrè Gatos ha raccontato che «all'inizio lo choc è stato forte, al punto che sul momento per lei è stato duro abbandonare la possibilità di competere ai Giochi Para-limpici». Le vite si rimettono in piedi, ma quelle prima stanno sempre parcheggiate Il, mai troppo distanti.
