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Made in Mornico al Serio
le «trombette» del mondiale
Altro che Jabulani, il pallone dalle folli traiettorie, terrore dei portieri: il vero simbolo di questi Mondiali sudafricani sono le «vuvuzelas», trombette di plastica icona del tifo da Continente Nero il cui suono infernale accompagna ogni fase dell'evento, dal riscaldamento prepartita dei calciatori, fino alla doccia negli spogliatoi a match concluso. E se lo strumento artigianale e rigorosamente autoctono, in Europa e nel resto del mondo la «vuvuzelasmania» ha già iniziato a dilagare soprattutto grazie al commercio on line.
Tra i primi a buttarsi nel nuovo business un imprenditore bergamasco, Bruno Verzelletti, titolare della Viemme Due di Mornico al Serio che si occupa di stampaggio di materie plastiche e che in pochi giorni, da quando sono cominciate le partite in Sudafrica accompagnate da quell'assordante e inesorabile frastuono, ha capito che che la «moda» tswana sarebbe potuta «attecchire» anche nel vecchio Continente.
«Abbiamo cominciato quasi per gioco: un amico meccanico di Cividino mi ha invogliato - spiega Verzelletti - così sono andato a cercarmi un modello originale tribale, l'ho studiato, e a tempo di record abbiamo fatto uno stampo delegando la produzione a un'azienda plastica bresciana socia in questo business, la "Tre A" di Castelcovati. Ne è venuta fuori una una trombetta semplice, che abbiamo pensato di diversi colori, dal rosso, al blu, al verde, molto simile all'originale anche come suono, e abbiamo cominciato a guardarci intorno, garantendo una produzione di circa 2.500-3.000 pezzi al giorno». Quasi subito la vendita delle vuvuzelas in salsa orobica è decollata.