scajola: «l'offerta del lingotto sul piano industriale è di maggiori prospettive»
«Opel, le tre offerte sono insufficienti»
Doccia fredda dal ministro Guttenberg. Ma per la «Bild» Merkel appoggerebbe Fiat. Marchionne: «Duemila esuberi»
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Angela Merkel (Reuters)
Angela Merkel (Reuters)
BERLINO - Nella partita su Opel il Lingotto potrebbe calare il suo asso nella manica, nientemeno che l'appoggio di Angela Merkel, ma a raffreddare gli animi arriva una dichiarazione del ministro dell?Economia tedesco, Karl Theodor zu Guttenberg, che giudica le tre offerte pervenute finora per l?acquisizione di Opel «insufficienti». «Ci troviamo ora con tre offerte per il rilevamento di Opel. Ma questo non significa che una di queste automaticamente e per forza abbia effetto - ha dichiarato alla Bild am Sonntag, edizione domenicale del tabloid -. Prima dobbiamo essere sicuri che le considerevoli risorse fiscali, che dovremo impegnare per questo, non vadano perse. Questa sicurezza non è attualmente garantita da alcuna delle tre offerte in modo sufficiente». Il riferimento è ai piani presentati da Magna, Fiat e dal fondo statunitense Ripplewood. Con queste carenze, spiega Guttenberg, «un'insolvenza regolata sarebbe chiaramente la soluzione migliore, anch'essa potrebbe aprire delle possibilità per il futuro di Opel».
«MERKEL APPOGGIA FIAT» - Sempre secondo la Bild am Sonntag, Angela Merkel appoggia indirettamente il piano presentato da Sergio Marchionne e «respinge» quello di Magna (che ha invece il sostegno del vice cancelliere e ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeir e del governatore dell'Assia Roland Koch), soprattutto se il colosso austro-canadese resterà fermo nell'idea di tagliare 2.200 posti di lavoro nella fabbrica di Bochum, nel Nord Reno-Westfalia. Nei giorni scorsi era stato il governatore del più industrializzato e popoloso land tedesco, con 18 milioni di abitanti, a rifiutare nettamente l'offerta di Magna. Sul piano politico il Nrw gioca un ruolo decisivo nella partita elettorale per le elezioni del 27 settembre per la Cancelleria. Dopo essere stato per decenni una roccaforte socialdemocratica, il Nord Reno-Westfalia è stato conquistato nel 2005 da Rüttgers, un cristiano-democratico di sinistra che tuttora gode di una vasta popolarità per il suo impegno sociale e governa il land alla testa di una coalizione con il partito liberale.
MARCHIONNE: 2MILA ESUBERI ALLA OPEL - Dal quartier generale della Fiat l'ad Sergio Marchionne rilancia l'offerta Fiat, in un'intervista alla Bild am Sonntag: al massimo 2mila esuberi alla Opel e sì alla mitbestimmung, la cogestione sindacale. Il nostro piano, spiega, «soddisfa meglio di ogni altro tutti i criteri. Chiunque sappia far di conto, anche nel mondo politico, è in grado di verificarlo». Marchionne riconosce che il Lingotto «incontra attualmente in Germania ancora alcune riserve», ma precisa che «diversamente dai nostri concorrenti, il nostro piano è un bastione contro l'esodo di tecnologia automobilistica dalla Germania e dall'Italia. Le nostre cifre sono oneste e non nascondono costi, che alla fine ricadrebbero sulle spalle dei contribuenti tedeschi». In termini concreti Marchionne promette di mantenere almeno 23mila dei 25mila posti di lavoro Opel in Germania, poiché «nel caso più sfavorevole sarebbero al massimo 2mila posti di lavoro a essere colpiti da un'integrazione di Opel in un gruppo unitario libero da debiti con la Fiat». Marchionne aggiunge che il Lingotto rispetterà «tutte le norme sul diritto del lavoro esistenti in Germania, in particolare la legge aziendale e la mitbestimmung (che prevede una composizione paritetica di sindacalisti e rappresentanti dei datori di lavoro nel Consiglio di sorveglianza di un'azienda, ndr)». Inoltre, «i 4 miliardi di obblighi pensionistici di Gm Europe sono calcolati nel nostro piano di finanziamento e a differenza degli altri competitori, Fiat dispone di un sufficiente ed elevato cash-flow, superiore a 3 miliardi di euro all'anno. Oltre a ciò, ci sono 1,5 miliardi di euro di sinergie con Gm Europe, compresa Opel, che ci consentiranno di restituire le garanzie statali (promesse dal governo tedesco, ndr) al massimo entro 5 anni». In un'altra intervista a Der Spiegel, ripresa dalla Stampa, Marchionne giudica negativamente l'offerta della concorrente Magna: «Se uno dei miei venisse da me con un piano simile il giorno dopo si ritroverebbe senza lavoro. Magna si comporta come se avesse scoperto la Russia, mentre probabilmente conosciamo meglio noi quel mercato. Il mercato automobilistico russo è crollato del 50% negli ultimi sei mesi e non può assorbire le scorte di Opel senza mettere a rischio l?industria locale». L'ad del Lingotto si rivolge anche ai sindacati tedeschi che non nascondono di preferire Magna: «Sperano che il suo piano non comporterà nessun taglio alla produzione, ma temo che si sbaglino. E purtroppo di grosso».
SCAJOLA: «SONO OTTIMISTA» - Sull'operazione Fiat-Opel è intervenuto sabato anche il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. «Ho l'ottimismo che mi deriva dal convincimento che l'offerta Fiat sul piano industriale è sicuramente di maggiori prospettive - ha detto a margine di una conferenza stampa con il ministro dell'Energia Usa Stephen Chu -. Ogni dichiarazione di un esponente del governo italiano in questo momento può essere molto delicata per la valutazione che deve fare il governo tedesco, che è vicino alle elezioni. Quindi emergono posizioni diverse». Rispetto all'intesa raggiunta con Chrysler, spiega, «l'accordo con Opel è più complesso. Lo stanno trattando e voglio farli lavorare con grande rispetto, senza disturbare le trattative in corso. Nei prossimi giorni faremo l'incontro con Fiat e sindacati per valutare i riflessi di questo accordo sulle politiche industriali in Italia». Secondo il ministro non è comunque «un problema di ore o di giorni. Credo che durante una delicata trattativa sia impossibile chiedere a Fiat che vengano resi pubblici i suoi interessi per gli stabilimenti italiani».
24 maggio 2009