(Prima parte)
Sono le 10.00 di un soleggiato giovedì mattina in Val di Non (Trentino), scendo le scale, il box è già aperto, sfioro la maniglia, la portiera si apre, il mio sguardo è guidato da una scritta illuminata che mi invita a salire. Mi siedo coccolato dalla poltrona di guida e tiro la maniglia interna della portiera, che senza sforzo mi raggiunge e si chiuse terminando la sua corsa con un suono cupo che anticipa il godimento, che so già che seguirà. Premo ?start? e tutto si anima, il volante si posiziona da solo, il display si illumina, le lancette del tachimetro e del contagiri si attivano e ruotando in perfetta sincronia, raggiungono in senso orario il rispettivo fondo scala, poi tornano a zero completando il check-up e sottolineando l?indole sportiva della IS. Lo schermo LCD si accende e decido la destinazione: smanetto più per il gusto di farlo che per effettiva necessità perché la strada che porta a Merano la conosco bene.
Il V6 da 2,5 litri inizia a parlare con la sua voce roca, quasi un brontolio impercettibile. Di fianco a me è seduta la mia compagna, fa caldo e attivo la ventilazione dei sedili, una brezza ci respira un alito di freschezza sulle gambe. La strada scorre sotto di noi come se tra noi e l?asfalto ci fosse un cuscino d?aria, curve, rettilinei, paesini, stradine e finalmente si inizia a salire, fiancheggiati da abeti, verso Passo Palade (1510m slm). Una, due, tre curve, il piacere è infinito, in prossimità del Passo Palade la mia IS sembra guidare da sola, e quella che lo scorso anno era una strada a curve oggi mi sembra una strada della maremma Toscana.
Arriviamo a Merano (325m slm) e parcheggiamo l?auto nel parcheggio sotterraneo delle famose Terme, con dispiacere scendo e chiudo l?auto. Dopo i dovuti apprezzamenti alla città, e alle sue favolose vie sul Passirio, facciamo uno spuntino e torniamo al parcheggio. Scendo e mi incammino all?interno del parcheggio, vedo la mia IS che in lontananza rivela le sue linee filanti con la sua cintura che sale per abbracciare a gomito il finestrino posteriore e il frontale che a specchietti chiusi si mantiene molto compatto, basso e largo nella migliore tradizione granturismo. Arrivo a circa un metro e lei si illumina, mi guida verso la sua portiera, impugno la maniglia e tiro, la solita luce mi ricorda che la IS è una Lexus.
Proseguiamo il viaggio per Passo Giovo (2095m slm) in un paesaggio che in prossimità dei 2000m diventa poesia, mi sento benissimo, l?auto si lascia guidare sui tornanti con una semplicità che non avevo mai sperimentato prima, lo sterzo è abbastanza diretto e la precisione di guida amplifica il piacere di ciò che vedo dai finestrini. Il silenzio che trasmette il paesaggio maestoso nei pressi del passo diventa un tutt?uno con l?emozione e il benessere dello stare seduto dentro quella che non sembra più un?auto. Stò bene, mi sento in sintonia perfetta con l?auto e con l?ambiente in cui essa viaggia.
Seduti in questa sala privilegiata ci lasciamo guidare verso la prossima meta, scendiamo in direzione Vipiteno (950m slm), sono le 14.30 e sulla strada non c?è nessuno.
Sono le 10.00 di un soleggiato giovedì mattina in Val di Non (Trentino), scendo le scale, il box è già aperto, sfioro la maniglia, la portiera si apre, il mio sguardo è guidato da una scritta illuminata che mi invita a salire. Mi siedo coccolato dalla poltrona di guida e tiro la maniglia interna della portiera, che senza sforzo mi raggiunge e si chiuse terminando la sua corsa con un suono cupo che anticipa il godimento, che so già che seguirà. Premo ?start? e tutto si anima, il volante si posiziona da solo, il display si illumina, le lancette del tachimetro e del contagiri si attivano e ruotando in perfetta sincronia, raggiungono in senso orario il rispettivo fondo scala, poi tornano a zero completando il check-up e sottolineando l?indole sportiva della IS. Lo schermo LCD si accende e decido la destinazione: smanetto più per il gusto di farlo che per effettiva necessità perché la strada che porta a Merano la conosco bene.
Il V6 da 2,5 litri inizia a parlare con la sua voce roca, quasi un brontolio impercettibile. Di fianco a me è seduta la mia compagna, fa caldo e attivo la ventilazione dei sedili, una brezza ci respira un alito di freschezza sulle gambe. La strada scorre sotto di noi come se tra noi e l?asfalto ci fosse un cuscino d?aria, curve, rettilinei, paesini, stradine e finalmente si inizia a salire, fiancheggiati da abeti, verso Passo Palade (1510m slm). Una, due, tre curve, il piacere è infinito, in prossimità del Passo Palade la mia IS sembra guidare da sola, e quella che lo scorso anno era una strada a curve oggi mi sembra una strada della maremma Toscana.
Arriviamo a Merano (325m slm) e parcheggiamo l?auto nel parcheggio sotterraneo delle famose Terme, con dispiacere scendo e chiudo l?auto. Dopo i dovuti apprezzamenti alla città, e alle sue favolose vie sul Passirio, facciamo uno spuntino e torniamo al parcheggio. Scendo e mi incammino all?interno del parcheggio, vedo la mia IS che in lontananza rivela le sue linee filanti con la sua cintura che sale per abbracciare a gomito il finestrino posteriore e il frontale che a specchietti chiusi si mantiene molto compatto, basso e largo nella migliore tradizione granturismo. Arrivo a circa un metro e lei si illumina, mi guida verso la sua portiera, impugno la maniglia e tiro, la solita luce mi ricorda che la IS è una Lexus.
Proseguiamo il viaggio per Passo Giovo (2095m slm) in un paesaggio che in prossimità dei 2000m diventa poesia, mi sento benissimo, l?auto si lascia guidare sui tornanti con una semplicità che non avevo mai sperimentato prima, lo sterzo è abbastanza diretto e la precisione di guida amplifica il piacere di ciò che vedo dai finestrini. Il silenzio che trasmette il paesaggio maestoso nei pressi del passo diventa un tutt?uno con l?emozione e il benessere dello stare seduto dentro quella che non sembra più un?auto. Stò bene, mi sento in sintonia perfetta con l?auto e con l?ambiente in cui essa viaggia.
Seduti in questa sala privilegiata ci lasciamo guidare verso la prossima meta, scendiamo in direzione Vipiteno (950m slm), sono le 14.30 e sulla strada non c?è nessuno.