http://www.repubblica.it/motori/attualita/2010/05/03/news/la_vita_impossibile_del_concessionario-3784221/
La vita impossibile del concessionario
Lettera aperta di un maxi dealer che da 35 anni lavora con il Gruppo Volkswagen. Dalla crisi ai difficili rapporti con la casa madre
Si parla spesso di crisi dell'auto, dei difficili rapporti fra concessionari e case madri. Ma è difficile capire davvero la realtà di queste aziende perché sono pochi i dealer disposti a parlare, ancor meno i dirigenti delle case automobilistiche. Ecco, però, una rara eccezione in una lettera che riceviamo (e pubblichiamo) direttamente da Giorgio Fiora, titolare di una delle più grandi e famose concessionarie del nord Italia. (v.bo.)
"Spett. le Redazione,
sono Piero Giorgio Fiora, nato a Busto Arsizio nel 1957, felicemente sposato con quattro figli. La mia vita professionale comincia a 17 anni presso l'Officina Autorizzata Volkswagen-AUDI di Busto Arsizio, ho iniziato facendo il magazziniere per poi proseguire come meccanico. Durante il lavoro trascorso presso l'officina Volkswagen-Audi di Busto ho incominciato a vendere le vetture delle marche Volkswagen e Audi che venivano esposte nello show room della sede ed è qui che ho capito che era giunto il momento di mettermi in proprio. Nel 1985 ho costituito un'officina generica a Busto Arsizio, riparando e vendendo autovetture Volkswagen-Audi. Nell'aprile del 1990 sono diventato officina autorizzata della concessionaria Volkswagen-Audi di Varese ed infine, nel settembre 1993, la allora Autogerma decise di nominarmi concessionario. Nasce così la Fiora S. r. l. concessionaria Volkswagen e Audi la cui attività si svolgeva nei locali di via Bellaria in Busto Arsizio. Nel novembre dello stesso anno ho ricevuto anche il mandato Skoda. Da allora, lo sviluppo del mio Gruppo è stato caratterizzato da un crescendo di investimenti: la sede dei Cinque Ponti per Volkswagen, inaugurata nel novembre 2003, la sede di Audi Zentrum Sempione di Busto Arsizio, inaugurata nel novembre 2007 ed infine quella di Audi Zentrum Saronno inaugurata nel novembre 2008. Sono da 35 anni legato al Gruppo Volkswagen con i suoi marchi Volkswagen, Audi e Skoda.
Mi permetto di disturbare la Redazione de La Repubblica per denunciare la situazione di grave sofferenza che negli ultimi mesi colpisce la mia azienda e gli 80 dipendenti che vi lavorano. Una crisi dovuta non solo ad una particolare condizione del mercato automobilistico ma, soprattutto, da una attività particolarmente restrittiva attuata dalla Casa Madre che rappresento.
Nel 2008, il Gruppo Fiora fatturava più di 107 milioni di euro, vendendo 3.885 auto nuove e 1.631 usate, i problemi erano solo finanziari, avevamo difficoltà a pagare le auto ma avevamo concordato con Volkswagen Group Italia il rientro dall'esposizione con una percentuale di trattenimento dei maggiori sconti maturati trimestralmente.
Con il 2009, la contrazione del mercato e le varie nuove restrizioni attuate da Volkswagen Group Italia nei nostri confronti, hanno segnato la prima flessione. Nonostante i 25 milioni di Euro sostenuti per realizzare strutture dai particolari canoni architettonici, secondo i rigorosi standard imposti da Volkswagen Group Italia, l'aiuto da loro promesso è venuto meno.
Ovviamente la scelta allora presa, di avventurarmi in questi importanti investimenti, era stata forzatamente invogliata dalla Case Madre per una crescita del prodotto Audi sul territorio di Busto Arsizio e Saronno.
Intanto, mentre investivo milioni di Euro in strutture a corporate design Volkswagen e Audi, gli ex dealer della zona, disdettati poiché non rispettavano i nuovi standard, continuavano a vendere Audi fornite dai dealer ufficiali di Milano e Como; dopotutto a Volkswagen Group Italia interessavano soltanto i numeri, certamente non era loro interesse tutelare un loro mandatario che da 20 anni li rappresentava.
Così, nel dicembre 2009, durante un incontro con il presidente di Volkswagen Group Italia, alla presenza dei dirigenti di marca Volkswagen e Audi, mi hanno invitato a cedere gli immobili per pagare il debito allo scopo di sollevare l'importatore Volkswagen Group Italia di Verona dai problemi con la casa madre Volkswagen AG di Wolfsburg in Germania. Alla loro proposta ho obiettato che non era immaginabile mettere sul mercato strutture dedicate, in cui tutto, dalla struttura architettonica al layout interno, dal tipo di pavimento alla vetrata, era stato studiato per essere esclusivo Volkswagen o esclusivo Audi, oltretutto in un periodo di grave crisi economica. Chi compra uno show room Volkswagen o un'Audi Zentrum? Un supermercato? Un negozio di elettronica? Un concessionario Fiat? Inoltre tali strutture erano state realizzate, senza alcuna possibilità di scelta, da aziende di costruzioni indicate dalla stessa Volkswagen Group Italia.
A quel punto a Verona hanno gettato la maschera, prendendo loro stessi l'iniziativa di trovare qualcuno che subentrasse nell'attività. Mi sono fermamente opposto ed il management di Volkswagen Group Italia ha iniziato ad attuare le sopra menzionate restrizioni. Dopo di che Volkswagen Bank mi ha tolto gli affidamenti e Volkswagen Group Italia ha iniziato le trattative con un importante gruppo di concessionarie, che, non avendo ancora i mandati di concessione dei marchi Volkswagen e Audi, desiderava averli a tutti i costi. Così, da quattro mesi hanno bloccato la fatturazione delle vetture nuove, senza togliermi il mandato. Noi trasmettevamo gli ordini raccolti dai clienti, che venivano regolarmente accettati da Volkswagen Group Italia, ma, allo stesso tempo, questa si rifiutava di far pervenire le autovetture presso i nostri showroom per la consegna ai clienti. A Verona rimanevano così 220 vetture dei nostri clienti ferme in attesa della consegna. Il loro obiettivo era chiaro: portarmi al punto tale di trattare e vendere la mia azienda al Gruppo a loro gradito".
Potete, quindi, solo immaginare i problemi con i nostri clienti nello spiegare i motivi del ritardo della consegna della loro vettura. Finché, per evitare problemi e porre fine alle continue minacce e lettere di avvocati, che mi intimavano la consegna della vettura o la risoluzione del contratto, a fine marzo mi hanno costretto a contattare i miei clienti per avvisarli che le loro vetture sarebbero state consegnate da altri concessionari delle province di Milano e Varese. Nonostante questo, a tutt'oggi, le mie concessionarie sono ancora legalmente mandatarie dei marchi Volkswagen e Audi, non avendo ancora ricevuto disdetta, anche perché sanno di essere i veri responsabili di questa situazione.
In Volkswagen Group Italia ci sono manager commerciali che mi hanno chiesto investimenti immobiliari sproporzionati rispetto al potenziale del territorio. Il mio non è un caso isolato ma, al contrario tale situazione è, in questo momento, comune a quella di molti altri Concessionari, usati dalle Case Madri come sfogo dei loro errori e delle loro ambizioni.
Mi rivolgo dunque a voi e ai vostri lettori per farvi comprendere cosa vuol dire lavorare con e per Volkswagen Group Italia.
Ho parlato con le autorità, con esponenti della politica, con Quattroruote che ha pubblicato un articolo modificando notevolmente il contenuto dell'intervista a mia insaputa. Capisco che hanno molto potere contrattuale, soprattutto nei confronti dei media per i milioni di Euro che possono mettere sul piatto della pubblicità. Parlerò certamente con altre testate giornalistiche e con la televisione in Italia e su tutto il territorio Europeo e mi auguro comunque che le mie dichiarazioni siano pubblicate e servano ad altri concessionari che si trovano nella mia stessa situazione.
Mi farebbe piacere che questa lettera venisse letta anche dal nostro Presidente del Consiglio-On. Silvio Berlusconi, quale utilizzatore di Audi ..., affinché si renda conto che purtroppo non bisogna sconfiggere solo la "malavita", ma che in Italia operano Multinazionali all'interno delle quali vige un profondo "malessere" che danneggia gli imprenditori, i lavoratori e indirettamente i clienti/cittadini italiani.
Desidero infine scusarmi con tutti i clienti che sono entrati nelle mie concessionarie e hanno firmato un contratto con me e desidero ringraziare tutti coloro che continuano a portare le loro vetture da riparare nelle mie concessionarie, è grazie a loro che sono cresciuto come imprenditore.
Ma voglio giustizia, non mi arrenderò a tali oppressioni dopo così tanti anni di lavoro".
Piero Giorgio Fiora
Amministratore Gruppo Fiora Spa
La vita impossibile del concessionario
Lettera aperta di un maxi dealer che da 35 anni lavora con il Gruppo Volkswagen. Dalla crisi ai difficili rapporti con la casa madre
Si parla spesso di crisi dell'auto, dei difficili rapporti fra concessionari e case madri. Ma è difficile capire davvero la realtà di queste aziende perché sono pochi i dealer disposti a parlare, ancor meno i dirigenti delle case automobilistiche. Ecco, però, una rara eccezione in una lettera che riceviamo (e pubblichiamo) direttamente da Giorgio Fiora, titolare di una delle più grandi e famose concessionarie del nord Italia. (v.bo.)
"Spett. le Redazione,
sono Piero Giorgio Fiora, nato a Busto Arsizio nel 1957, felicemente sposato con quattro figli. La mia vita professionale comincia a 17 anni presso l'Officina Autorizzata Volkswagen-AUDI di Busto Arsizio, ho iniziato facendo il magazziniere per poi proseguire come meccanico. Durante il lavoro trascorso presso l'officina Volkswagen-Audi di Busto ho incominciato a vendere le vetture delle marche Volkswagen e Audi che venivano esposte nello show room della sede ed è qui che ho capito che era giunto il momento di mettermi in proprio. Nel 1985 ho costituito un'officina generica a Busto Arsizio, riparando e vendendo autovetture Volkswagen-Audi. Nell'aprile del 1990 sono diventato officina autorizzata della concessionaria Volkswagen-Audi di Varese ed infine, nel settembre 1993, la allora Autogerma decise di nominarmi concessionario. Nasce così la Fiora S. r. l. concessionaria Volkswagen e Audi la cui attività si svolgeva nei locali di via Bellaria in Busto Arsizio. Nel novembre dello stesso anno ho ricevuto anche il mandato Skoda. Da allora, lo sviluppo del mio Gruppo è stato caratterizzato da un crescendo di investimenti: la sede dei Cinque Ponti per Volkswagen, inaugurata nel novembre 2003, la sede di Audi Zentrum Sempione di Busto Arsizio, inaugurata nel novembre 2007 ed infine quella di Audi Zentrum Saronno inaugurata nel novembre 2008. Sono da 35 anni legato al Gruppo Volkswagen con i suoi marchi Volkswagen, Audi e Skoda.
Mi permetto di disturbare la Redazione de La Repubblica per denunciare la situazione di grave sofferenza che negli ultimi mesi colpisce la mia azienda e gli 80 dipendenti che vi lavorano. Una crisi dovuta non solo ad una particolare condizione del mercato automobilistico ma, soprattutto, da una attività particolarmente restrittiva attuata dalla Casa Madre che rappresento.
Nel 2008, il Gruppo Fiora fatturava più di 107 milioni di euro, vendendo 3.885 auto nuove e 1.631 usate, i problemi erano solo finanziari, avevamo difficoltà a pagare le auto ma avevamo concordato con Volkswagen Group Italia il rientro dall'esposizione con una percentuale di trattenimento dei maggiori sconti maturati trimestralmente.
Con il 2009, la contrazione del mercato e le varie nuove restrizioni attuate da Volkswagen Group Italia nei nostri confronti, hanno segnato la prima flessione. Nonostante i 25 milioni di Euro sostenuti per realizzare strutture dai particolari canoni architettonici, secondo i rigorosi standard imposti da Volkswagen Group Italia, l'aiuto da loro promesso è venuto meno.
Ovviamente la scelta allora presa, di avventurarmi in questi importanti investimenti, era stata forzatamente invogliata dalla Case Madre per una crescita del prodotto Audi sul territorio di Busto Arsizio e Saronno.
Intanto, mentre investivo milioni di Euro in strutture a corporate design Volkswagen e Audi, gli ex dealer della zona, disdettati poiché non rispettavano i nuovi standard, continuavano a vendere Audi fornite dai dealer ufficiali di Milano e Como; dopotutto a Volkswagen Group Italia interessavano soltanto i numeri, certamente non era loro interesse tutelare un loro mandatario che da 20 anni li rappresentava.
Così, nel dicembre 2009, durante un incontro con il presidente di Volkswagen Group Italia, alla presenza dei dirigenti di marca Volkswagen e Audi, mi hanno invitato a cedere gli immobili per pagare il debito allo scopo di sollevare l'importatore Volkswagen Group Italia di Verona dai problemi con la casa madre Volkswagen AG di Wolfsburg in Germania. Alla loro proposta ho obiettato che non era immaginabile mettere sul mercato strutture dedicate, in cui tutto, dalla struttura architettonica al layout interno, dal tipo di pavimento alla vetrata, era stato studiato per essere esclusivo Volkswagen o esclusivo Audi, oltretutto in un periodo di grave crisi economica. Chi compra uno show room Volkswagen o un'Audi Zentrum? Un supermercato? Un negozio di elettronica? Un concessionario Fiat? Inoltre tali strutture erano state realizzate, senza alcuna possibilità di scelta, da aziende di costruzioni indicate dalla stessa Volkswagen Group Italia.
A quel punto a Verona hanno gettato la maschera, prendendo loro stessi l'iniziativa di trovare qualcuno che subentrasse nell'attività. Mi sono fermamente opposto ed il management di Volkswagen Group Italia ha iniziato ad attuare le sopra menzionate restrizioni. Dopo di che Volkswagen Bank mi ha tolto gli affidamenti e Volkswagen Group Italia ha iniziato le trattative con un importante gruppo di concessionarie, che, non avendo ancora i mandati di concessione dei marchi Volkswagen e Audi, desiderava averli a tutti i costi. Così, da quattro mesi hanno bloccato la fatturazione delle vetture nuove, senza togliermi il mandato. Noi trasmettevamo gli ordini raccolti dai clienti, che venivano regolarmente accettati da Volkswagen Group Italia, ma, allo stesso tempo, questa si rifiutava di far pervenire le autovetture presso i nostri showroom per la consegna ai clienti. A Verona rimanevano così 220 vetture dei nostri clienti ferme in attesa della consegna. Il loro obiettivo era chiaro: portarmi al punto tale di trattare e vendere la mia azienda al Gruppo a loro gradito".
Potete, quindi, solo immaginare i problemi con i nostri clienti nello spiegare i motivi del ritardo della consegna della loro vettura. Finché, per evitare problemi e porre fine alle continue minacce e lettere di avvocati, che mi intimavano la consegna della vettura o la risoluzione del contratto, a fine marzo mi hanno costretto a contattare i miei clienti per avvisarli che le loro vetture sarebbero state consegnate da altri concessionari delle province di Milano e Varese. Nonostante questo, a tutt'oggi, le mie concessionarie sono ancora legalmente mandatarie dei marchi Volkswagen e Audi, non avendo ancora ricevuto disdetta, anche perché sanno di essere i veri responsabili di questa situazione.
In Volkswagen Group Italia ci sono manager commerciali che mi hanno chiesto investimenti immobiliari sproporzionati rispetto al potenziale del territorio. Il mio non è un caso isolato ma, al contrario tale situazione è, in questo momento, comune a quella di molti altri Concessionari, usati dalle Case Madri come sfogo dei loro errori e delle loro ambizioni.
Mi rivolgo dunque a voi e ai vostri lettori per farvi comprendere cosa vuol dire lavorare con e per Volkswagen Group Italia.
Ho parlato con le autorità, con esponenti della politica, con Quattroruote che ha pubblicato un articolo modificando notevolmente il contenuto dell'intervista a mia insaputa. Capisco che hanno molto potere contrattuale, soprattutto nei confronti dei media per i milioni di Euro che possono mettere sul piatto della pubblicità. Parlerò certamente con altre testate giornalistiche e con la televisione in Italia e su tutto il territorio Europeo e mi auguro comunque che le mie dichiarazioni siano pubblicate e servano ad altri concessionari che si trovano nella mia stessa situazione.
Mi farebbe piacere che questa lettera venisse letta anche dal nostro Presidente del Consiglio-On. Silvio Berlusconi, quale utilizzatore di Audi ..., affinché si renda conto che purtroppo non bisogna sconfiggere solo la "malavita", ma che in Italia operano Multinazionali all'interno delle quali vige un profondo "malessere" che danneggia gli imprenditori, i lavoratori e indirettamente i clienti/cittadini italiani.
Desidero infine scusarmi con tutti i clienti che sono entrati nelle mie concessionarie e hanno firmato un contratto con me e desidero ringraziare tutti coloro che continuano a portare le loro vetture da riparare nelle mie concessionarie, è grazie a loro che sono cresciuto come imprenditore.
Ma voglio giustizia, non mi arrenderò a tali oppressioni dopo così tanti anni di lavoro".
Piero Giorgio Fiora
Amministratore Gruppo Fiora Spa