LECCE - Un colpo di mannaia e, di colpo, è stato «decapitato» il corpo della Stradale di Lecce. Un vero e proprio choc per le forze dell'ordine salentine che, di colpo, si sono trovate alle prese con un'attività corruttiva che andava avanti da decenni.
GLI ARRESTI - Sono finiti in manette 16 agenti della polizia stradale di Lecce con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla concussione. Gli arresti sono stati eseguiti al termine di sei mesi di indagine durante i quali sono stati fatte numerose intercettazioni. L'attività investigativa è stata coordinata dalla procura di Lecce è stata condotta dagli stessi agenti della questura e della polizia stradale.
I FATTI - Gli investigatori hanno scoperto cun consolidato sistema di concussione che durava da almeno 20 anni, e si concretizzava nella riscossione di somme di denaro o nell'acquisizione di beni materiali da parte dei poliziotti. A pagare erano imprenditori e commercianti per evitare i controlli delle loro merci sulle strade.
UN CASO PARTICOLARE - Un caso particolare è quello di un poliziotto intercettato che ipotizzava con un collega, anche lui del «giro», di poter andare in pensione avendo ottenuto «mazzette» complessive di circa 40 mila euro. Una sorta di «liquidazione» frutto delle attività concussive. Questo lascia intendere il livello illegale attivato dai poliziotti «infedeli».
CORPO DIMEZZATO - I sedici agenti erano tutti in servizio a Lecce dove lavorano in totale circa 36 agenti. La metà del corpo è stata, quindi, decapitata dall'indagine che comunque non ha interessato il distaccamento di Maglie, la seconda sezione della polizia stradale salentina.
IL PROCURATORE - Il capo della procura salentina, Cataldo Motta, così commenta: «C'è soddisfazione per aver fatto emergere questa situazione molto grave, soddisfazione tuttavia temperata dal fatto che si tratta di agenti di polizia con i quali siamo abituati a lavorare e a condividere gli interventi per la legalità. L'aspetto che crea maggiore amarezza è proprio questo». Sul fronte delle indagini ha aggiunto: «La possibilità di un'indagine così approfondita si è presentata solo quando abbiamo avuto una denuncia non anonima dall'interno della stessa sezione di polizia stradale. E poi c'è stato l'invio, con lettera anonima, di un elenco di aziende che pagavano gli agenti»
Fonte: Corsera
GLI ARRESTI - Sono finiti in manette 16 agenti della polizia stradale di Lecce con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla concussione. Gli arresti sono stati eseguiti al termine di sei mesi di indagine durante i quali sono stati fatte numerose intercettazioni. L'attività investigativa è stata coordinata dalla procura di Lecce è stata condotta dagli stessi agenti della questura e della polizia stradale.
I FATTI - Gli investigatori hanno scoperto cun consolidato sistema di concussione che durava da almeno 20 anni, e si concretizzava nella riscossione di somme di denaro o nell'acquisizione di beni materiali da parte dei poliziotti. A pagare erano imprenditori e commercianti per evitare i controlli delle loro merci sulle strade.
UN CASO PARTICOLARE - Un caso particolare è quello di un poliziotto intercettato che ipotizzava con un collega, anche lui del «giro», di poter andare in pensione avendo ottenuto «mazzette» complessive di circa 40 mila euro. Una sorta di «liquidazione» frutto delle attività concussive. Questo lascia intendere il livello illegale attivato dai poliziotti «infedeli».
CORPO DIMEZZATO - I sedici agenti erano tutti in servizio a Lecce dove lavorano in totale circa 36 agenti. La metà del corpo è stata, quindi, decapitata dall'indagine che comunque non ha interessato il distaccamento di Maglie, la seconda sezione della polizia stradale salentina.
IL PROCURATORE - Il capo della procura salentina, Cataldo Motta, così commenta: «C'è soddisfazione per aver fatto emergere questa situazione molto grave, soddisfazione tuttavia temperata dal fatto che si tratta di agenti di polizia con i quali siamo abituati a lavorare e a condividere gli interventi per la legalità. L'aspetto che crea maggiore amarezza è proprio questo». Sul fronte delle indagini ha aggiunto: «La possibilità di un'indagine così approfondita si è presentata solo quando abbiamo avuto una denuncia non anonima dall'interno della stessa sezione di polizia stradale. E poi c'è stato l'invio, con lettera anonima, di un elenco di aziende che pagavano gli agenti»
Fonte: Corsera