Tratto dal Sole24Ore:
Il consiglio d'amministrazione della Chrysler ha esaminato ieri al quartier generale di Auburn Hills il piano industriale della nuova gestione "made in Fiat", presentato dall'amministratore delegato Sergio Marchionne. La riunione, che si è conclusa nel primo pomeriggio, era incentrata sulla riorganizzazione dei tre marchi (Chrysler, Dodge e Jeep) e sui rispettivi nuovi prodotti in arrivo dal 2011. Il piano verrà presentato forse già la settimana prossima alla task force automobilistica dell'amministrazione Obama e reso noto poi al pubblico nel mese di novembre in un meeting simile a quello tenuto nell'autunno 2006 al Lingotto per Fiat.
Poco o nulla è trapelato finora sulle strategie della squadra di Marchionne. Certamente il piano Chrysler prevede una stretta integrazione con l'offerta di piattaforme e motori di Fiat (il cui piano prodotti potrebbe essere annunciato nei mesi successivi). Tale stretta collaborazione era già contenuta nel piano presentato da Chrysler all'amministrazione Obama nello scorso mese di febbraio. Per il 2010/2011, in particolare, esso ipotizzava già una serie di veicoli sviluppati a partire da piattaforme del gruppo Fiat: due vetture del segmento A, una del B, e una berlina "compact" (piccola per gli standard Usa, media per quelli europei). Oltre alla 500, che dovrebbe essere solo "federalizzata" - ovvero adattata agli standard Usa - e prodotta in Messico, la necessità più urgente è quelle di rimpiazzare le berline medie (come la Chrysler Sebring) che non hanno avuto un grande successo in un segmento dominato da Honda e Toyota. Fiat sta lavorando alla cosiddetta piattaforma C-Evo, ovvero un'evoluzione di quella della Bravo; sulla stessa base verrebbe costruita la futura Giulia (erede della Alfa 159). Oltre ai prodotti e agli investimenti, sono da definire anche gli impianti che verranno utilizzati; un puzzle non facile da comporre.
Il problema principale è quello dei tempi. Marchionne ha detto nei giorni scorsi al Salone di Francoforte di essere rimasto «sorpreso» da quanto poco lavoro di sviluppo sia stato portato avanti negli ultimi 24 mesi alla Chrysler. La sfida per il manager italo-canadese e il suo team è di portare le nuove auto sul mercato in 18 mesi, più o meno quanto è servito in Italia a trasformare la Stilo nella Bravo; una performance quasi da primato mondiale e che nel caso della Bravo è stata realizzata con il contributo determinante dei tecnici austriaci della Magna. Al di là dell'eventuale utilizzo di consulenti esterni, proprio per accelerare il lavoro di sviluppo - scrive il "Detroit Free Press" - Marchionne ha intenzione di riassumere alcuni degli ingegneri usciti dall'azienda nelle recenti ondate di tagli. Nella necessità di accelerare al massimo l'integrazione fra le due gamme si inquadra anche la recente nomina di Paolo Ferrero a capo della Chrysler Powertrain, ovvero della parte motoristica della Chrysler.
Nei prossimi due anni, in attesa che i nuovi modelli arrivino sul mercato, Chrysler dovrà battersi con quelli in gamma e con le novità già previste - come le nuove versioni della berlina 300C e del SUV Grand Cherokee. L'unica novità nella gamma 2009/2010, presentata nei giorni scorsi, è la versione "full size" del pickup Dodge Ram, uno dei cavalli di battaglia del marchio più "macho" del gruppo.
Le mosse di Marchionne negli Usa hanno suscitato - scrive il Wall Street Journal - qualche malumore tra i fornitori, alcuni dei quali - soprattutto quelli piccoli e in difficoltà finanziarie - si sarebbero rifiutati di investire in nuovi prodotti senza garanzie da parte di Chrysler sui volumi produttivi. Chrysler - come del resto la stessa Fiat - ha nel tempo delegato in misura crescente gli investimenti sui nuovi modelli anche ai fornitori più importanti e dovrà quindi trovare un accordo se non vorrà mettere a rischio il programma di rinnovo della gamma.
26 settembre 2009
Il consiglio d'amministrazione della Chrysler ha esaminato ieri al quartier generale di Auburn Hills il piano industriale della nuova gestione "made in Fiat", presentato dall'amministratore delegato Sergio Marchionne. La riunione, che si è conclusa nel primo pomeriggio, era incentrata sulla riorganizzazione dei tre marchi (Chrysler, Dodge e Jeep) e sui rispettivi nuovi prodotti in arrivo dal 2011. Il piano verrà presentato forse già la settimana prossima alla task force automobilistica dell'amministrazione Obama e reso noto poi al pubblico nel mese di novembre in un meeting simile a quello tenuto nell'autunno 2006 al Lingotto per Fiat.
Poco o nulla è trapelato finora sulle strategie della squadra di Marchionne. Certamente il piano Chrysler prevede una stretta integrazione con l'offerta di piattaforme e motori di Fiat (il cui piano prodotti potrebbe essere annunciato nei mesi successivi). Tale stretta collaborazione era già contenuta nel piano presentato da Chrysler all'amministrazione Obama nello scorso mese di febbraio. Per il 2010/2011, in particolare, esso ipotizzava già una serie di veicoli sviluppati a partire da piattaforme del gruppo Fiat: due vetture del segmento A, una del B, e una berlina "compact" (piccola per gli standard Usa, media per quelli europei). Oltre alla 500, che dovrebbe essere solo "federalizzata" - ovvero adattata agli standard Usa - e prodotta in Messico, la necessità più urgente è quelle di rimpiazzare le berline medie (come la Chrysler Sebring) che non hanno avuto un grande successo in un segmento dominato da Honda e Toyota. Fiat sta lavorando alla cosiddetta piattaforma C-Evo, ovvero un'evoluzione di quella della Bravo; sulla stessa base verrebbe costruita la futura Giulia (erede della Alfa 159). Oltre ai prodotti e agli investimenti, sono da definire anche gli impianti che verranno utilizzati; un puzzle non facile da comporre.
Il problema principale è quello dei tempi. Marchionne ha detto nei giorni scorsi al Salone di Francoforte di essere rimasto «sorpreso» da quanto poco lavoro di sviluppo sia stato portato avanti negli ultimi 24 mesi alla Chrysler. La sfida per il manager italo-canadese e il suo team è di portare le nuove auto sul mercato in 18 mesi, più o meno quanto è servito in Italia a trasformare la Stilo nella Bravo; una performance quasi da primato mondiale e che nel caso della Bravo è stata realizzata con il contributo determinante dei tecnici austriaci della Magna. Al di là dell'eventuale utilizzo di consulenti esterni, proprio per accelerare il lavoro di sviluppo - scrive il "Detroit Free Press" - Marchionne ha intenzione di riassumere alcuni degli ingegneri usciti dall'azienda nelle recenti ondate di tagli. Nella necessità di accelerare al massimo l'integrazione fra le due gamme si inquadra anche la recente nomina di Paolo Ferrero a capo della Chrysler Powertrain, ovvero della parte motoristica della Chrysler.
Nei prossimi due anni, in attesa che i nuovi modelli arrivino sul mercato, Chrysler dovrà battersi con quelli in gamma e con le novità già previste - come le nuove versioni della berlina 300C e del SUV Grand Cherokee. L'unica novità nella gamma 2009/2010, presentata nei giorni scorsi, è la versione "full size" del pickup Dodge Ram, uno dei cavalli di battaglia del marchio più "macho" del gruppo.
Le mosse di Marchionne negli Usa hanno suscitato - scrive il Wall Street Journal - qualche malumore tra i fornitori, alcuni dei quali - soprattutto quelli piccoli e in difficoltà finanziarie - si sarebbero rifiutati di investire in nuovi prodotti senza garanzie da parte di Chrysler sui volumi produttivi. Chrysler - come del resto la stessa Fiat - ha nel tempo delegato in misura crescente gli investimenti sui nuovi modelli anche ai fornitori più importanti e dovrà quindi trovare un accordo se non vorrà mettere a rischio il programma di rinnovo della gamma.
26 settembre 2009