L'arrivo di Fiat salva la Dodge Viper
In America gli uomini di marketing le chiamano "halo cars", per indicare quelle automobili che non fanno grossi volumi e sono dispendiose da costruire, ma ripagano gli investimenti soprattutto con il ritorno di immagine. La Dodge Viper è la "halo car" per eccellenza: nata in un altro momento di crisi per Chrysler, alla fine degli anni '80, quando arrivò Bob Lutz al posto di Lee Iacocca per risollevare l'immagine deficitaria del Marchio, è da circa 20 anni una delle auto più esagerate e forse per questo più affascinanti in circolazione. E' l'unica infatti a portarsi appresso un motore V10 da 8400 cc, derivato da quello dei truck Dodge, che vomita circa mezzo chilo di anidride carbonica al chilometro, cioè quanto di più "tecnicamente scorretto" suggerisce la tendenza motoristica di oggi. Eppure, nonostante i moniti di Obama, la produzione della Viper SRT10, quella di quarta generazione, continuerà anche oltre il dicembre 2010, data nella quale era stata fissata la fine del suo ciclo oppure la cessione dei diritti di produzione. Risale infatti ad un anno fa la decisione del Gruppo di Auburn Hills di affidare ai consulenti finanziari newyorkesi della Lazard Ltd. la ricerca di possibili compratori per la supercar americana, che viene costruita artigianalmente da oltre 110 addetti presso lo stabilimento di Conner Avenue a Detroit. Adesso la decisione: "La Viper ha catturato i cuori e l'immaginazione degli appassionati delle alte prestazioni in tutto il mondo. Siamo estremamente orgogliosi che la auto sportiva americana per definizione vivrà ancora come icona leader del Marchio Dodge", ha dichiarato Mike Accavitti, Presidente e CEO di Dodge. Con l'arrivo di Fiat Conner Avenue era stato il primo impianto a riprendere l'attività e, pur se le linee produttive impianto e tutti gli assets relativi alla Viper non hanno fatto parte della transazione fra il Gruppo torinese e quello americano, pare che si punterà ancora per qualche tempo sulla roadster/coupé da 600 CV, a causa anche delle poche e timide offerte, mantenute sempre riservate, arrivate ancor prima della dichiarazione di bancarotta.
(Fonte: www.motori.it - 13/7/2009)