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La transizione sotto la lente, tra frenata alle plug-in e modifiche al Fit for 55

La transizione sotto la lente, tra frenata alle plug-in e modifiche al Fit for 55 | Pagina 2 - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. pilistation

    pilistation

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    basta farsi un giro in un parcheggio e guardare i segni sulle fiancate o i paraurti per rendersi conto che dell'auto (o in generale dei soldi) forse interessa a me ed altre 12 persone...
     
  2. Divergent

    Divergent

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    Concordo....... ma mi riferivo ai "decisori" di Bruxelles.......così in prima fila per la difesa dei diritti, libertà e uguaglianza su certi temi, e così arroganti e ipocriti su altri.

    Scusate il tema politico, ma, per me, parte tutta da lì la transazione green e non è scindibile.
     
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  3. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Potrò sbagliarmi, ma ho la netta impressione che a un certo punto la classe politica europea (da tempo mossa dall'immediato consenso più che dalla pianificazione) abbia sentito l'esigenza di individuare un campo in cui distinguersi. Persa la gara dell'innovazione tech con gli Usa, del commercio con la Cina e delle materie prime con la Russia, ha deciso che essere all'avanguardia della sostenibilità, guidando il movimento ed essendo d'esempio al mondo, sarebbe stato un primato degno di una società avanzata nei valori come quella europea. Siccome i politici sono di non esemplare qualità, ci si è buttati a pesce senza considerare le implicazioni ad ampio spettro di tale scelta strategica, limitandosi a imporre all'industria il loro nuovo obbiettivo. Le Case hanno recalcitrato, perché sapevano benissimo che elettrico non è necessariamente green; ma ora di questa rivoluzione a loro ordinata hanno scoperto i vantaggi. E non esitano più.

     
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  4. Bauscia

    Bauscia

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    peccato che, in questo primato, noi paghiamo e ci "gongoliamo".
    gli altri, inquinano per noi, e ci guadagnano.

    speriamo in bene e tiremm inanz (come disse Sciesa andando al patibolo :D)
     
  5. robby1954

    robby1954

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    Non sono sicuro che l'industria ricaverà veramente vantaggi, ma deve sforzarsi di essere "filogovernativa". Intanto si può già cercare di capire chi ne ricaverà degli svantaggio: i cittadini europei. Riempire il serbatoio di benzina, gasolio, GPL, o perfino metano, richiede pochi minuti e non necessita di pianificazione, mentre “fare il pieno” di energia elettrica richiede oggi tempi misurabili in ore e pianificazione preventiva sul dove, quando e per quanto tempo fermarsi. Una scocciatura enorme, senza contare l’aggravante di dover liberare la piazzola appena terminata la ricarica, pena multe o aggravio di costi. Siamo di fronte al ripensamento dell’auto generalista, la compatta di segmento B/C economicamente accessibile al ceto medio e buona a tutto: ad andare al lavoro, fare la spesa, spostarsi nei week-end, portare la famiglia al mare o in settimana bianca.
    Sarà tutto più scomodo? Sicuramente più complesso, e soprattutto con implicazioni industriali e sociali rilevanti: oggi Il settore dell’ automotive europeo, con il suo indotto, in assenza di un’immediata inversione di rotta rischia di fare la fine dell'industria italiana dell'elettrodomestico bianco. Qualcuno dirà che è colpa dei produttori europei, rimasti indietro rispetto a quelli asiatici. Va molto di moda paragonare la transizione dall’auto tradizionale a quella elettrica con la transizione dalla macchina da scrivere al computer. Il problema, però, è che questa rivoluzione industriale non funziona come tutte quelle che l’hanno preceduta: non è il progresso a minacciare il futuro dell’auto a combustione bensì le scelte della politica. In poche parole, per la prima volta l’evoluzione tecnologica non è dettata dall’efficienza economica (pur essendo più semplici le auto elettriche sono più costose e meno performanti) ma è imposta per legge dai Parlamenti, nell’assoluta e colpevole mancata analisi delle conseguenze. Perciò, domandarsi che senso abbia incentivare questa transizione industriale non significa mettere in discussione il progresso o, peggio ancora, dubitare della drammaticità della crisi climatica. Significa semplicemente chiedersi che futuro può avere l'industria europea dell'auto in termini di produzione, occupazione, distribuzione di reddito, quando l’ipocrita narrativa ecologica, che trova la sua massima interpretazione a Bruxelles, genera una politica industriale che inevitabilmente porterà a chiudere stabilimenti e creare disoccupati tutti nel giro di pochi anni, dato che la produzione di auto elettriche non riuscirà certo a sostituirli in termini di posti di lavoro e redditi. Senza trascurare il fatto che, solo in Italia, le imposte sui carburanti hanno fruttato allo stato italiano circa 36 miliardi di Euro nel 2019, ultimo anno "normale", ed ancora, se non sbaglio, 30 miliardi nel 2020. Questi miliardi sono
    poco meno del budget per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca. Tutto questo, in un momento in cui i governi hanno disperato bisogno di soldi da investire per far ripartire l’economia. Se scompariranno questi introiti, come verranno rimpiazzati?
     
  6. keyone

    keyone

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    Fine della ricerca del volume di produzione , significa fine del motto di Henry Ford : il progresso tecnologico o è per tutti o non è . La ricerca del profitto su ogni singolo pezzo , produco meno e guadagno di più , come già sta avvenendo in tutte le case e anche in Stellantis e non solo nelle premium storiche della triade Audi-Bmw-Mercedes , significa una sola cosa : ritorno a prima dei magnifici 30 anni (50/80) del dopo guerra . Quindi , non per fare a tutti i costi l'apocalittico e sperando di sbagliare ,saltando gli anni bui ( per la gente) della 2a guerra mondiale , la produzione (di auto) per un'elite ci riporta agli anni ' 30 , con lo scenario connesso : guerre , di cui abbiamo un'assaggio oggi nel conflitto Russia-Ucraina e dittature . Credo che , come dice il Direttore , la classe politica odierna ( non solo questa italiana , ma tutta quella occidentale) non sia all'altezza e le regole andrebbero fatte con la logica del progresso , quello per esempio di cui parlava Ford e non del regresso verso disoccupazione , politiche non democratiche e guerre . Cultori della decrescita felice permettendo...

    “C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.”
    HENRY FORD
     
    Ultima modifica: 4 Maggio 2022
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  7. a_gricolo

    a_gricolo

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    Quotissimo. Aggiungerei un dettaglio: ai tempi del buon Henry Ford le "masse" erano abituate alla povertà, quindi il progresso per loro è partito da zero. Oggi c'è un discreto benessere diffuso, non so se qualche centinaio di milioni di "quasi-benestanti" faranno i salti di gioia all'eventualità di diventare "quasi-poveri"....
     
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  8. ALGEPA

    ALGEPA Moderatore Membro dello Staff

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    le porgo un quesito Direttore che da tempo nelle discussioni sul forum propongo e che si lega all'argomento del suo topic, ma se non ci fosse stata questa transazione il settore automobilistico sarebbe restato comunque quello che abbiamo conosciuto per tanti decenni
    e che proprio per le nuove politiche si sta andando a perdere?
    Da semplice appassionato a me sembra di vedere che almeno negli ultimi 3 decenni, quando ancora non si parlava di transazione, comunque le case automobilistiche avevano dovuto rivedere molto del modo in cui producevano ed erano sul mercato, mi ricordo che voi esperti del settore avevate preannunciato la formazione di grandi gruppi perchè ormai la casa automobilistica che da sola riesce a 'vivere' probabilmente non sarebbe più esistita, di conseguenza condivisione dei prodotti su larga scala con probabile abbandono di segmenti meno redditizi e tanto altro.
    Ritornando al mio quesito, forse comunque noi appassionati un cambiamento temo che lo avremmo dovuto mettere in conto , cambiamento che avrebbe intaccato la nostra passione , che poi non fosse in toto quello proposto dall'attuale transazione sarebbe stato auspicabile, ma tendo a pensare che un cambiamento ci doveva essere forse anche solo per far continuare a vivere il settore automobilistico.
     
  9. pilistation

    pilistation

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    C'è da dire che la "scossa" dell'elettrico ci sta permettendo di vedere su strada anche qualcosa di diverso dal solito crossover a trazione anteriore, rigorosamente grigio.
     
  10. a_gricolo

    a_gricolo

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  11. keyone

    keyone

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    Esatto, this is the question. Ma "i quasi benestanti" non hanno molte cartucce in canna per farsi sentire dai "tecnici" al volante e far valere i propri diritti (acquisiti). Mi fermo qui per non entrare in territori da questo forum vietati...
     
  12. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Le Case avrebbero sicuramente modificato il proprio business model. Se avessero potuto, si sarebbero tranquillamente risparmiate la transizione. Ma - lo ripeto - adesso hanno capito che questa rivoluzione ha positive implicazioni sui conti. L'abbandono dei segmenti utilitari, per dire, non soltanto è motivato dai margini sempre più risicati che le citycar generano (soprattutto a fronte di investimenti tecnologici sempre più impegnativi); è altresì funzionale ad aprire la strada al cosiddetto "mobility as a service", essendo molti convinti che nel basso di gamma la proprietà lascerà il posto a nuovi modelli di utilizzo.
     
  13. a_gricolo

    a_gricolo

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    Vorrà dire che replicheremo il modello cubano: auto cinquantennali tenute insieme col filo di ferro, e la sicurezza ringrazia....
     
  14. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Sta già succedendo. L'età media del circolante si sta alzando, vanificando qualsiasi sforzo indirizzato a una maggiore sostenibilità (vera o presunta).
     
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  15. alexmed

    alexmed Moderatore Membro dello Staff

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    Io sono uno di quelli che va verso la povertà di fatto e l'auto, pur essendo appassionato, andrà sempre più indietro tra le priorità... infatti l'età medie delle mie auto attuali:

    Punto diesel: 16anni
    Punto benzina: 20 anni
    Spider: 24 anni.

    Che fa 20 anni medi giusti giusti. Siccome in casa abbiamo diminuito l'uso delle auto, la Punto a benzina l'ho messa in vendita a pochi spiccioli e... ho avuto la fila di gente che me la chiedeva. Ergo di persone che ha bisogno l'auto ce ne è... sono i soldi a mancare. Appena farò il trapasso a giorni il mio parco auto avrà l'età media sempre di 20 e se non fosse per la passione la Spider sarebbe già stata eliminata.

    I miei nonni non hanno mai avuto l'auto e usavano la bicicletta... mio padre nel boom economico prima ebbe la Lambretta, poi la mitica 500.

    Ora io... venduta un'auto cerco di usare meno quelle che rimangono e sono tornato in bicicletta, come anche mia moglie. Il cerchio si chiude... in bicicletta eravamo e in bicicletta stiamo tornando, sicuramente nella mia famiglia. Tra l'altro come impatto ambientale penso che siamo più virtuosi così che cambiando le due vecchie auto. Ho appena fatto i calcoli degli ultimi due mesi e io e mia moglie abbiamo percorso più del doppio di km in bici rispetto alle auto.

    Mi sa che gli anni '30 di questo secolo si riallacceranno a quelli del secolo precedente. L'auto nuova sarà come allora per una élite? Spero che in questi prossimi anni '30 non accadano le cose funeste del secolo precedente... ma ho paura della tenuta sociale che possa sfociare in tensioni pericolose. L'auto quindi davvero, credo sarà sempre meno popolare e sempre meno negli interessi delle persone.
     
    Ultima modifica: 10 Maggio 2022

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