loopo
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Sfogliando un po di riviste vecchie ho trovato un´articolo molto interessante sulla pagina 14 di Ruoteclassiche del marzo 2005, intitolato:
La storia é di serie mica un optional
In poche parole un´analisi piú che corretta del giornalista Francesco Laurenzi, che ho desiderato postare qui, un pó per sottolineare e sostenere (ci mancherebbe ) l´Alfismo duro e puro, un pó per far capire a quelli della ?nuova? curva che il comportamento della Fiat, per quanto riguarda l´Alfa, é piuttosto incomprensibile e a volte anche stupido..
Il problema, cmq, é farlo capire a Mr.M. ,il giovine Elkann e zio Wester. :-(
La storia é di serie mica un optional
Ruoteclassiche ha scritto:Le tendenze del collezionismo sono il termometro del successo di un marchio. I seguaci dell´automobilismo storico sono infatti un pubblico scelto, una minoranza di intenditori, anche un pó sentimentali, ma proprio per questo ?opinion leader?: in grado cioé d´influenzare la maggioranza. Ebbene, da un pó di anni qualcosa sta cambiando. Una volta, il cultore di una marca comprava rigorosamente auto nuove di quella marca. Oggi, invece, é in aumento il numero degli ?infedeli? i quali, per esempio, raccolgono libri, modellini e cimeli sul tema Jaguar, hanno nel box una ?MK2? verde inglese, ma in ufficio ci vanno con l´Audi. In realtá, infedeli non sono loro ma le Case costruttrici, i cui nuovi progetti non sempre sanno trasmettere l´emozione e i contenuti dei modelli che lasciarono il segno nella nostra storia dell´automobile. Ora che ha risolto, e brillantemente, la questione General Motors, la Fiat promette 19 nuovi modelli di auto da qui al 2007 e un´azione a tutto campo per consolidare vecchi rapporti di collaborazione e interessarne di nuovi. Il futuro della Fiat, e con essa di Alfa Romeo e Lancia, si deciderá quindi sul campo: progettuale, stilistico e commerciale. Su questo, tutti gli analisti concordano. Ma ció potrebbe non bastare. Siamo convinti che il futuro di Fiat, in particolare di Alfa Romeo e Lancia, sará deciso anche dalla capacitá di riannodare i fili che legano questi nomi al passato (e che passato) e al loro pubblico piú devoto: collezionisti, soci di club e semplici appassionati, che della tradizione di un marchio sono i custodi. Ci sono Case automobilistiche, nate ieri, che farebbero carte false (e a volte le fanno) per avere una storia a cui appigliarsi per caratterizzare un modello sul piano tecnico e stilistico. Esse operano in condizioni di svantaggio, perché devono svendere a 100 un prodotto che, con un altro marchio, potrebbe essere venduto a 120. Le Case italiane, per fortuna, non hanno problemi di questo tipo: il loro patrimonio storico non puó essere conteggiato nei bilanci, ma c´é ed é imponente. Non metterlo a frutto, significherebbe gettare alle ortiche titoli di merito che invece possono tradursi in opportunitá commerciali. Al contrario, alimentarlo, anche attraverso la partecipazione a eventi e rievocazioni, significa dare al pubblico una ragione in piú per comprare italiano.
Francesco Laurenzi
In poche parole un´analisi piú che corretta del giornalista Francesco Laurenzi, che ho desiderato postare qui, un pó per sottolineare e sostenere (ci mancherebbe ) l´Alfismo duro e puro, un pó per far capire a quelli della ?nuova? curva che il comportamento della Fiat, per quanto riguarda l´Alfa, é piuttosto incomprensibile e a volte anche stupido..
Il problema, cmq, é farlo capire a Mr.M. ,il giovine Elkann e zio Wester. :-(