<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La Lancia che fù e la Lancia che vorrei | Il Forum di Quattroruote

La Lancia che fù e la Lancia che vorrei

Prendo spunto dalla discussione presente nella room AlfaRomeo "Il futuro dell'AlfaRomeo" per scrivere quello che sò della storia della Lancia, di quello che mi trasmette e del futuro sia programmato sia quello che immagino e auspico.

Partiamo dagli albori, non da Vincenzo Lancia ma da suo papà Giuseppe, chi era? Era un commerciante di carni torinese, per semplicità dico che ha brevettato la carne in scatola ma diciamo che era un innovatore, inventava attrezzature per la lavorazione delle carni, commerciava, produceva in argentina e in altre regioni d'italia, si era fatto da sè e aveva fatto tanta fortuna tanto da diventare amico e consigliere del Re Vittorio Emanuele. L'indole dei Lancia era l'innovazione, trovare soluzioni ai problemi, semplificare e migliorare. Sono partito da molto lontano perchè la storia di Vincenzo Lancia va assieme a quella della Fiat ed entrambe hanno come punto d'unione la Ceirano di Torino. E quindi dove voglio arrivare? Per me la Lancia deve avere o ritornare ad avere quell'indole innovativa, quel laboratorio di idee e quel genio creativo, purtroppo è un marchio che rispecchia il carattere di un uomo e della sua famiglia, un pò come Horacio Pagani oggi o come la Ferrari quando Enzo Ferrari era in vita e Lamborghini quando Ferruccio era in vita. Vendendo la proprietà del marchio l'indole pian piano svanisce e si guardano solo i numeri e il potenziale del nome ma nulla più. Lancia in epoca Fiat era il marchio laboratorio, le innovazioni venivano lanciate per prima sulle vetture di questo marcho e poi via via su tutte le altre, idem per l'AlfaRomeo anche se un pò meno. Finchè ha avuto questo ruolo a me è stato bene, poi qualcosa è andato storto. Oggi siamo al paradosso, sul web si mitizzano vetture Fiat "rifinite un pò meglio" mentre si ignorano vetture che hanno davvero innovato e che i grandi marchi stranieri hanno copiato. Oggi la Delta prima serie è un mito, la Thema, la Y10 e nessuno che cita la Lambda, la Augusta, la Aprilia, la Ardea, la Fulvia.
La Thema è stata una macchina che ha rappresentato tanto ma era una Giugiaro con la calandra Lancia, lo stile era eccessivamente imparentanto sia alla Croma e Saab 9000 ma anche alla Uno, alla Duna (ora mi fucilano), era un ammiraglia molto moderna ma tecnicamente era Fiat, se la batteva con le tedesche ma sempre Fiat era con tutti i suoi pregi e difetti. La Delta derivava dalla Ritmo anche se con le dovute modifiche, il mito lo ha costruito la squadra Abarth, i rallye, le vittorie, sono persone che hanno un nome e un cognome che hanno portato sul podio le Lancia ma anche le Fiat e dopo le AlfaRomeo, sempre le stesse persone, quelle che per intenderci ancora oggi si divertono a seguire i restomod di delta Evoluzione e Beta 037 (Martini-Biasion Delta Evo3, Kimera Evo37 e adesso Evo38 Mazinga). Nulla da togliere. Ma nulla a confronto all'innovazione che portarono la Lambda, l'Aprilia, la Ardea, queste erano 20 anni avanti rispetto alla concorrenza. Oggi c'è la Ypsilon, sarà francese, sarà spagnola, sarà italiana sarà quello che sarà ma almeno in fatto di stile e design c'è un impegno a fare qualcosa di diverso, per essere davvero una Lancia sarebbe dovuta nascere esattamente così ma nel 2011, al posto di quella uscente (che io chiamo ovetto). Oggi la Lancia avrei voluto vederla equiparata alla Tesla o meglio, la Lancia di oggi è la Tesla....magari un pò più stilosa.
 
Concordo su larga parte del tuo intervento, soprattutto per quanto riguarda il contributo alle innovazioni dato dai modelli anteguerra e del secondo dopoguerra. Tuttavia, ma il discorso non vale solo per Lancia, il mondo è profondamente cambiato dopo il 2001 e la scellerata mossa di includere la Cina nel WTO. Da quel momento l'innovazione tecnica in campo automobilistico ha assunto un'importanza via via minore. Oggi l'unica innovazione richiesta (a parte qualche sciocchezza software per guadagnare uno-due milioni di clic), è sostanzialmente la riduzione dei costi.
 
il progresso oggi va verso la guida autonoma e il multitasking, non è una critica, è la strada intrapresa.....com'è stata imboccata la strada della massima affidabilità accoppiata però a delle formule di noleggio e comodato d'uso e qui l'elettrico potrebbe fare la differenza. Auto affidabili almeno quei 3-5-10 anni di noleggio e poi ciao ciao, o demolizione o vendita nel mercato dell'usato. In questo un "Lancia" cosa si sarebbe inventato?
 
a me però sfugge sempre un punto, premettendo che da nato a metà degli anni 70 non ho nella mia vita avuto grandi dimostrazioni da marchi come Lancia o come Alfa, se non per alcuni modelli, quindi tutto deve rivolgere al passato, ma perchè sono finite nell'orbita Fiat e di conseguenza hanno abbandonato il loro percorso storico?
 
Alfa Romeo principalmente a causa della gestione pubblica (ex-IRI)...era diventato il classico carrozzone soprattutto dopo l'operazione Alfasud.

Lancia, a causa di traversie finanziarie e scelte strategiche (e agonistiche) sbagliate del signor Gianni, che cedette il tutto al gruppo Pesenti. Bravi come tutti i bergamaschi col cemento, ma non con le auto...
 
a me però sfugge sempre un punto, premettendo che da nato a metà degli anni 70 non ho nella mia vita avuto grandi dimostrazioni da marchi come Lancia o come Alfa, se non per alcuni modelli, quindi tutto deve rivolgere al passato, ma perchè sono finite nell'orbita Fiat e di conseguenza hanno abbandonato il loro percorso storico?
Lancia e Alfa hanno due storie molto diverse. La prima nata da Vincenzo Lancia, ex operaio Ceirano poi divenuto pilota, quando nacque la Fiat una delle prime aziende che acquisirono fu appunto la Ceirano compresa tutte le maestranze e quindi anche Vincenzo che a quel punto diventò pilota Fiat, lo restò fino al 1908 cioè 2 anni dopo che fondò la sua azienda assieme all'amico e collega Claudio Fogolin. Vincenzo morì prematuramente nel 1937 poco prima della commercializzazione dell'Aprilia, da allora l'azienda fu diretta dalla moglie Adele Miglietti con l'aiuto di qualche famigliare e a 23 anni passò la direzione al figlio primogenito Gianni, un ragazzo molto ambizioso che portò la Lancia in F1 con la D50 e la costruzione del grattacielo Lancia a Borgo San Paolo. Le cose purtroppo non andarono nel verso giusto, Gianni forse molto deluso e spinto dalla mamma vendette tutto alla famiglia Pesenti, i costruttori che fecero il grattacielo, e da quella gestione continuarono a fare modelli di auto prestigiose e sofisticate. Nel 1969 anche la Famiglia Pesenti volle disfarsi di questa azienda e la cedettero alla Fiat (spero non per una lira). Gianni Lancia cedette pure la squadra corse ma a Enzo Ferrari che fin'ora aveva una sua scuderia ma le auto erano AlfaRomeo, la Lancia D50 fù la prima Scuderia Ferrari non AlfaRomeo e vinse il suo primo campionato....da quel momento Enzo Ferrari iniziò a costruirsi le F1 in modo autonomo. Questo "favore" fu ricambiato 2 volte quando chiesero un motore per una vettura da rally (la Stratos) e successivamente per una berlina sportiva (la Thema 8.32). Ferrari non cedeva mai i suoi motori a terzi, questa fù l'unica eccezione.
 
ma perchè sono finite nell'orbita Fiat e di conseguenza hanno abbandonato il loro percorso storico?
per quanto ne so io perchè non riuscendo a vendere al prezzo giusto ma ribassato non guadagnavano abbastanza e a un certo punto non si riesce più a tenere in piedi la baracca causa penuria di soldi, spiegato malamente è un pò così...
 
Gianni Lancia cedette pure la squadra corse ma a Enzo Ferrari che fin'ora aveva una sua scuderia ma le auto erano AlfaRomeo, la Lancia D50 fù la prima Scuderia Ferrari non AlfaRomeo e vinse il suo primo campionato....da quel momento Enzo Ferrari iniziò a costruirsi le F1 in modo autonomo
Da quel che ho sempre saputo, Ferrari gestiva le Alfa Romeo negli anni '30. Negli anni '40 e '50 Ferrari si faceva già tutto in casa e di Alfa Romeo non aveva niente.
 
Secondo me il grosso problema di Lancia è stato sempre il mercato di riferimento, cioè l'Italia, non in grado da un punto di vista economico nel supportare le vendite.
Avesse avuto come mercato di riferimento la Germania avrebbe goduto di ottima salute.
 
Back
Alto