Mentre la GM sta decidendo se vendere o no OPEL, un'altra casa Americana è alle prese con i grossi cambiamenti voluti dagli Italiani:
Auto Americane: la Fiat - Chrysler e il metodo Marchionne
04.09.2009 15:09:30
Detroit - In Chrysler è arrivato il metodo Marchionne, ma il nuovo ad e il suo team avranno ancora "molto da fare". auto.jpgA parlarne è il Financial Times, con un lungo articolo intitolato "Gli italiani si mettono al lavoro alla Chrysler". "Gli italiani - spiega il quotidiano finanziario - hanno fatto molti cambiamenti da quando hanno preso il controllo operativo del produttore d'auto di Detroit", ma "stanno ancora affrontando seriamente alcuni problemi difficili che perfino il passaggio della Chrysler dalla bancarotta e i miliardi di dollari dell'aiuto del governo americano non hanno risolto". La Fiat, ricorda il Ft, presenterà il piano per Chrysler in ottobre o novembre, mentre il board della casa americana dovrebbe essere informato «per la fine di settembre". Intanto, "dietro le quinte, Marchionne sta tagliando la burocrazia e rendendo più efficienti il management e i processi, come fece quando prese le redini della Fiat nel 2004". Secondo Stuart Pearson, analista auto di Credit Suisse, infatti, "questo è il lavoro numero uno alla Chrysler: affrontare la tronfia struttura di controllo". Un consulente vicino alla Chrysler aggiunge che "stanno lanciando sassi e vedendo cosa nuota al di sotto. A volte trovano cose che non vorrebbero trovare". Una delle priorità, dice il Ft, è stata "convertire gli impianti della Chrysler al sistema Fiat" cosa che, secondo il sindacalista Leon Rideout, "sta già avendo un grande impatto", con gli addetti che "hanno più autonomia rispetto al passato per risolvere i problemi sulla catena di montaggio" e "l'uso più flessibile dei team di produzione". Cambiamenti, inoltre, si sono verificati anche nel rapporto con i concessionari, in particolare per quanto riguarda scorte e tempi di ordinazione dei veicoli. "L'enigma più grande - avverte però il quotidiano - sarà comunque come superare le carenze dei portafogli vetture. La Chrysler, a lungo dipendente dai pick-up, dai veicoli sportivi e dai minivan, ha bisogno di una linea di auto piccole. È ansiosa di guadagnare peso nel mercato delle familiari. In ogni caso, la Fiat deve produrre almeno 1 milione di pezzi l'anno perchè valga la pena fare un investimento su una nuova piattaforma". A questo proposito, il Ft cita tra le varie opzioni all'esame «una nuova versione della berlina Chrysler 300 sotto il marchio Alfa Romeo, mentre anche l'Alfa 169 potrebbe essere prodotta in Nord America». Secondo gli analisti, infine, "Marchionne sarebbe ancora alla ricerca di un altro partner". In ogni caso, conclude il quotidiano, "Marchionne, oltre a sfoltire l'arroccata cultura aziendale ad Auburn Hills, deve anche prestare attenzione alla Fiat", dove tutti i settori sono stati "colpiti duramente dalla crisi globale"
Auto Americane: la Fiat - Chrysler e il metodo Marchionne
04.09.2009 15:09:30
Detroit - In Chrysler è arrivato il metodo Marchionne, ma il nuovo ad e il suo team avranno ancora "molto da fare". auto.jpgA parlarne è il Financial Times, con un lungo articolo intitolato "Gli italiani si mettono al lavoro alla Chrysler". "Gli italiani - spiega il quotidiano finanziario - hanno fatto molti cambiamenti da quando hanno preso il controllo operativo del produttore d'auto di Detroit", ma "stanno ancora affrontando seriamente alcuni problemi difficili che perfino il passaggio della Chrysler dalla bancarotta e i miliardi di dollari dell'aiuto del governo americano non hanno risolto". La Fiat, ricorda il Ft, presenterà il piano per Chrysler in ottobre o novembre, mentre il board della casa americana dovrebbe essere informato «per la fine di settembre". Intanto, "dietro le quinte, Marchionne sta tagliando la burocrazia e rendendo più efficienti il management e i processi, come fece quando prese le redini della Fiat nel 2004". Secondo Stuart Pearson, analista auto di Credit Suisse, infatti, "questo è il lavoro numero uno alla Chrysler: affrontare la tronfia struttura di controllo". Un consulente vicino alla Chrysler aggiunge che "stanno lanciando sassi e vedendo cosa nuota al di sotto. A volte trovano cose che non vorrebbero trovare". Una delle priorità, dice il Ft, è stata "convertire gli impianti della Chrysler al sistema Fiat" cosa che, secondo il sindacalista Leon Rideout, "sta già avendo un grande impatto", con gli addetti che "hanno più autonomia rispetto al passato per risolvere i problemi sulla catena di montaggio" e "l'uso più flessibile dei team di produzione". Cambiamenti, inoltre, si sono verificati anche nel rapporto con i concessionari, in particolare per quanto riguarda scorte e tempi di ordinazione dei veicoli. "L'enigma più grande - avverte però il quotidiano - sarà comunque come superare le carenze dei portafogli vetture. La Chrysler, a lungo dipendente dai pick-up, dai veicoli sportivi e dai minivan, ha bisogno di una linea di auto piccole. È ansiosa di guadagnare peso nel mercato delle familiari. In ogni caso, la Fiat deve produrre almeno 1 milione di pezzi l'anno perchè valga la pena fare un investimento su una nuova piattaforma". A questo proposito, il Ft cita tra le varie opzioni all'esame «una nuova versione della berlina Chrysler 300 sotto il marchio Alfa Romeo, mentre anche l'Alfa 169 potrebbe essere prodotta in Nord America». Secondo gli analisti, infine, "Marchionne sarebbe ancora alla ricerca di un altro partner". In ogni caso, conclude il quotidiano, "Marchionne, oltre a sfoltire l'arroccata cultura aziendale ad Auburn Hills, deve anche prestare attenzione alla Fiat", dove tutti i settori sono stati "colpiti duramente dalla crisi globale"