Non so quanti topic siano stati aperti sull'argomento referendum, comunque questo mi sembra almeno un titolo che condivido pienamente.
Consentitemi di fare un discorso generale, che prende le mosse appunto dal recente referendum di Mirafiori.
Il futuro del gruppo Fiat Automobiles e quindi anche dell'Alfa Romeo si giocava in questi giorni con il famoso "referendum". La risposta di Mirafiori è stata "si" per il 54% dei dipendenti (grazie soprattutto agli impiegati, ma anche i si degli operai hanno vinto, sia pure per 9 voti). Ora si più guardare con ottimismo al futuro del gruppo anche in merito agli investimenti in Italia (ma occorrerà vigilare su di essi).
Ma il problema è un altro e "parte" da molto lontano: come alcuni ricorderanno nel 2004 Marchionne incassò 1,6 miliardi di euro (2 miliardi di dollari) dalla GM, la quale non volendo più acquistare la Fiat dovette pagare una penale. Poco dopo Marchionne fece un altro "colpo", ovvero disse alle banche che non era in grado di onorare alla scadenza 3 miliardi di obbligazioni e così le stesse furono trasformate in azioni, che le banche poi vendettero sul mercato. Grazie a questi 4,6 miliardi (1,6 di maggiori entrate e 3 di minori uscite) fu dato il via libera alla presentazione di 4-5 modelli-chiave (già progettati) che poi fino al 2007 e, per inerzia, 2008, diedero grande successo alla Fiat: Nuova Punto, 500, Bravo, Croma, 16.
Poi, nel (2008)-2009 e 2010 il buio. Arrivò la crisi e Marchionne decise di stopppare praticamente tutti i progetti in corso, tanto che negli ultimi 3 anni sono state presentate solo la nuova Delta, la Giulietta, la Maserati Grancabrio e la Ferrari 458 Italia, ma nessuna nuova Fiat!! Per me questo è stato un grave errore, perchè nel frattempo le altre case invece hanno presentato nuovi modelli a raffica e la Fiat in questi 3 anni, diciamo soprattutto negli ultimi 2, ha subìto un crollo delle vendite e delle quote di mercato (a livello europeo e non solo italiano) che l'ha praticamente riportata ai livelli pre-Marchionne.
E' vero che la crisi avrebbe comunque comportato un calo di vendite, ma ora che la ripresa c'è sono state le altre case ad approfittarne, grazie ai nuovi modelli presentati e molte di esse hanno chiuso il 2010 con dati record di vendite e di utili (a danno di Fiat) mentre Fiat ha solo evitato di chiudere in deficit!
Ecco perchè ritengo che, a denti stretti e certamente con rammarico, bisognava rispondere "si" al referendum. Perchè se è vero che ci sono stati errori strategici del management, soprattutto nel 2009 e 2010, è anche vero che è stato raggiunto un positivo accordo con Chyrler e che nei prossimi anni (speriamo già dal 2011) i nuovi modelli dovrebbero arrivare, per consentire al gruppo di risalire la china. Il contratto deroga da diverse norme del CCNL metalmeccanico, però ciò è reso necessario dalla situazione oggettivamente di crisi in cui si trova oggi la Fiat, dalla scarsa produttività e dal forte assenteismo e il futuro delle relazioni industriali va nella direzione di una maggiore importanza della contrattazione aziendale.
Quello che io molto modestamente auspico è che non si cada nell'errore di presentare dei cloni di modelli Jankee (v. ipotesi della rivista AUTO - gennaio 2011), i quali non credo proprio che possano incontrare il gusto europeo. Quindi ok pianali americani, ma con carrozzerie disegnate da grandi stilisti IN ITALIA. E via subito al lancio di nuova Panda, nuova Y, nuova Punto (anche se non se ne parla proprio), nuova Croma, SUV e nuova 600. Nonchè, ovviamente, GIULIA entro il 2012!
