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Gli &#34;affari&#34; di Goldam Sachs

Gli "affari" di Goldam Sachs
lunedì 25 gennaio 2010
di Daniele Carcea

Nel nostro Paese in pochi conoscono il mondo delle più grandi banche internazionali, quelle che vengono definite "too big to fail" (troppo grandi per fallire); quelle che il Governo americano ha salvato con i suoi interventi "definiti male necessario" che hanno sovvertito tutti i principi del libero mercato e hanno cambiato le regole del gioco, mentre il gioco era già iniziato. Fra queste banche c'è ne è una che viene universalmente considerata la più importante, si chiama Goldman Sachs; e mai come quest'anno il colosso mondiale è balzato alle cronache degli Stati Uniti e di tutto il mondo.

Goldman Sachs venne fondata nel 1869 a Manhattan da due immigrati tedeschi, Marcus Goldman e Samuel Sachs. La sua sede è a New York , al numero 85 di Broad Street, nella parte bassa di Manhattan.

Viene considerato il miglior posto per produrre denaro che il capitalismo globale sia mai riuscito a immaginare e, dicono molti, è una forza politica più potente di qualsiasi governo. La macchina perfetta genera soldi più di quanto fanno molti stati. I beni della società ammontano complessivamente a 1 trilione di dollari, le entrate annuali dell'ordine di decine di miliardi, i profitti, vari miliardi, vengono generosamente ridistribuiti all'interno.

Il dato del terzo trimestre 2009 ha segnato un utile superiore ai 3 miliardi di dollari e dall'inizio dell'anno hanno accantonato 11 miliardi dollari da distribuire fra i loro manager e i dipendenti.

Politici e commentatori fanno a gara per apostrofare Goldman con termini sempre più pesanti: ladri tra i ladri, vandali economici, capitalisti di rapina; la rivista Rolling Stones ha pubblicato un articolo in cui descrive Goldman come "un enorme sanguisuga che succhia incessantemente sangue se solo sente odore di soldi. Nemmeno Michael Moore l'ha risparmiata: nel suo film (Capitalism: A love story) si presenta davanti alla sede di Broad Street con un furgone portavalori e dopo aver tirato fuori un sacco contrassegnato da un grosso dollaro urla "siamo qui per riprenderci i soldi dei cittadini americani".

Robert Scheer, noto giornalista di Huffington Post, ha scritto: «Il governo lavora per Goldman, non per il popolo americano».

Il capo della banca troppo grossa e troppo furba per poter fallire si chiama Lloyd Blankfein e in una famosa intervista di John Arlidge del Sunday Times ha dichiarato "di aver svolto il lavoro di Dio!", I'm doing ?God's work', poi si è scusato della sua affermazione, o molto più probabilmente lo avranno fatto scusare.

Blankfeld è il simbolo del sogno americano, nasce nel Bronx, figlio di un impiegato e di una receptionist, fu il primo nella sua famiglia a frequentare una scuola superiore, si fa quindi da solo e arriva a guidare cinicamente la sua banca riuscendo ad annientare tutti gli avversari.

Nel 2007 si è assegnato uno stipendio di 68 milioni di dollari e oltre 500 milioni di azioni della Goldman, ma gli piace definirsi "un semplice lavoratore".

Il successo di Goldman deriva anche dal fatto che riesce ad entrare nelle istituzioni di tutti i Paesi che contano al governo, nelle banche centrali, insomma in tutti luoghi di potere dove si prendono le decisioni più importanti.

Goldman è stata uno dei maggiori finanziatori di Obama, ma lo è stata anche di McCain, Romano Prodi è stato un consulente della Goldman Sachs, Gianni Letta, il consigliere del Principe, è anche lui uomo di Goldman, Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi è stato vicepresidente della Goldman per l'Europa, lo divenne dopo essere stato direttore generale del Ministero del Tesoro e responsabile delle Privatizzazioni italiane, o forse sarebbe meglio dire (della svendita dei gioielli di famiglia), chissà che non sia stato premiato per questo, perché le banche anglosassoni, fra cui anche Goldman sono state le maggiori profittatrici delle privatizzazioni italiane, decise al largo di Civitavecchia nei primi anni novanta, sul famoso panfilo della Regina d'Inghilterra:Britannia.

Mario Monti nel 2005 è stato nominato 'international advisor' di Goldman Sachs International.
Robert Rubin , è passato da dirigente Goldman Sachs a segretario al Tesoro presidenza Clinton ;

Henry M. Paulson , da vice Presidente di Goldman Sachs a Segretario al Tesoro sotto presidenza G.W. Bush;

Robert Zoellich , da dirigente Goldman Sachs a vicesegretario U.S.A;

William Dudley , da dirigente della Goldman Sachs a capo della Federal Reserve Bank di New York, il distretto principale azionista della Federal Reserve;

Paul Thain , da Presidente Goldman Sachs nel 2003 a capo del New York Stoch Exchange, la consob americana;

Mario Draghi , da Vicepresidente Goldman Sachs a Governatore della Banca d'Italia;

Joshua Bolten , da dirigente Goldman Sachs, a capo del gabinetto della Casa Bianca; Gary Gensler , sottosegretario al tesoro;

Jon Corzine, da ex presidente Goldman Sachs a Governatore del New Jersey ;

Philip D. Murphy, da presidente Goldman Sachs in Asia a Responsabile per la raccolta fondi per il Partito Democratico U.S.A;

Da tempo alcuni analisti avevano notato che l'avvicendamento ai vertici della Goldman, rappresentava un'ulteriore prova del potere enorme dell'azienda, perché i dirigenti che lasciavano la Goldman passavano ad occupare i posti che contano, quelli dove si prendono le decisioni politiche legate all'economia e alla finanza.

Paulson, è soprattutto l'artefice del salvataggio da 800 miliardi di dollari delle banche americane, caricato sulle spalle dei contribuenti con il notevole aumento del debito pubblico, un grosso passaggio di ricchezza l'ha definita il Nobel per l'economia Stiglitz.

Siamo a quasi un anno e mezzo dallo scoppio della più tremenda crisi economico-finanziaria dalla funesta crisi del 29", anche se per molti esperti, questa crisi supererà per lunghezza e profondità quella degli anni trenta.

In realtà però, la crisi inizia a prendere forma nel 2007, perché è allora che nascono le prime preoccupazioni delle banche, queste si accorgono che i prezzi del mercato immobiliare crescevano troppo rapidamente, che loro stesse avevano in portafoglio un'esposizione molto forte sui mutui subprime.

Da qui la decisione di impacchettarli in pacchetti misti, fatti da mutui di tutti i tipi dai famosissimi subprime, ai mutui Ninja (acronimo di No Income No Jobs or Assets, cioè dati senza verificare reddito, possesso di posto di lavoro o attività a garanzia) a gli Alt A; i mutui Alt-A sono a metà strada fra quelli di ?prima scelta' (prime) e quelli concessi con garanzie sottili o con nessuna garanzia.

C'era una banca però che aveva capito prima e meglio di tutti quello che stava per succedere: la Goldman Sachs, anche se all'epoca le sue valutazioni quotidiane avevano evidenziato sofferenze modeste, Goldman organizzò una riunione degli alti vertici per cercare di capire cosa stava succedendo. Anche se i mercati immobiliare e creditizio erano ancora in piena effervescenza, la banca non apprezzò la situazione e cominciò a ridurre le esposizioni. Quando esplose la crisi creditizia le sue perdite nel settore dei mutui ammontarono a soli 1,7 miliardi di dollari, meno di qualsiasi altra grande banca d'investimenti (la UBS perse 58 miliardi di dollari).

Come aveva operato la più importante banca d'affari del mondo? Aveva iniziato a piazzare questi prodotti, i cosiddetti derivati, presso gli investitori, loro clienti.

Già questi tipi di operazioni, si possono considerare operazioni poco trasparenti: abbiamo una banca che costruisce un prodotto finanziario, guardandosi bene da fornire al pubblico tutte le informazioni a sua disposizione e lo colloca ponendoci il suo marchio, a quel punto la palla passa all'investitore che decide o meno di concedere fiducia alla "sua" banca.

Ma se ci troviamo di fronte ad un'operazione poco chiara che dire allora del fatto che Goldman Sachs crea un fondo, costruito come abbiamo detto sopra, lo piazza in tutto il mondo, ma ad un certo punto incomincia a scommettere contro quei stessi fondi che la banca aveva collocato presso i propri clienti, cioè inizia a scommettere sulla discesa del mercato immobiliare, contribuendo così di fatto a farlo scendere e a minare alla base la solidità di quei pacchetti che lei stessa aveva collocato presso i propri clienti.

Questa operazione già venuta alla luce da tempo nella società americana, è stata ritenuta inaccettabile, in quanto una banca seria non può vendere uno strumento finanziario ai propri clienti e nello stesso tempo scommettere contro quello strumento, tramite i famosi C.D.S.

Goldman Sachs si giustificò dicendo che le operazioni sono state effettuate da due dipartimenti diversi, separati completamente fra di loro che operavano sul mercato, per la serie la mando destra non sa quello che fa la mano sinistra. Nel momento in cui la crisi parte, le più potenti banche del mondo sono più o meno sullo stesso piano, ad un certo punto però i grandi concorrenti iniziano a cadere, Lehman Brothers fallisce, Merrill Lynch, Brean Stearn e molte altre banche spariscono o sono ingoblate, Citigroup e UBS perdono molto forza,Morgan Stanley, J.P. Morgan Chase ed altre rimangono in piedi, grazie agli immensi salvataggi di Stato, ma Goldman rimane la regina. C'è una famosa telefonata di Dik Fold leader di Lehman Brothers a Blankfeld in cui gli dice: Ma cosa state facendo, cosa fanno i tuoi, non è possibile che voi andiate a "giocare" contro di noi nel momento in cui siamo in grossa difficoltà.

Dopo la caduta o il ridimensionamento dei suoi concorenti, Goldman Sach, si dice, controlli il 40% degli scambi a Wall Street. E' il monopolio di quello che fra poco tempo potrebbe essere considerato il nulla cosmico, ma intanto accaparrano immense ricchezze.

Poi in un momento in cui l'America è in crisi, la disoccupazione sale al 10%, il debito pubblico esplode a causa del soccorso rosso al sistema bancario, grazie al denaro al bassissimo tasso di interesse concesso dalla Federal Riserve per sostenere indirettamente l'economia, Goldman, ma non solo lei, riesce ad ottenere profitti notevoli con il trading, speculando sulle azioni, sulle materie prime, sulle obbligazione di Stati Sovrani che danno buoni rendimenti con il carry-trade.

Il 2009 diventa quindi l'anno magico di Goldman, è stata proprio l' attività di trading che ha fatto rivivere a Wall Street l' atmosfera di altri tempi.

Gli "orchi", come vengono soprannominati i suoi trader con riferimento alle creature del Signore degli anelli, hanno continuato a fare quello che hanno fatto già da parecchi anni: assumersi quei rischi che gli altri temevano e tradurli in profitti.

Le attività speculative di Goldman vengono realizzate con un programma ad alta frequenza, che produce ordini computerizzati di acquisto e vendita sparati a raffica su tutte le piazze utilizzando software sofisticati e formule complesse. Questa strategia "ad alta frequenza" è tra quelle che si stanno sviluppando più rapidamente sulla piazza americana: già nel 2008 alimentava il 59% degli scambi azionari e nei primi mesi di quest'anno ha raggiunto il 73%. La sola Goldman, che possiede un software magico e segreto (tanto che Sergey Aleynikov, 39 anni, vicepresidente per la «equity strategy» a Goldman Sachs, ha cercato di rubarlo, prima di andarsene), controlla il 24% degli ordini via computer.

Il programma consente a Goldman di «compiere scambi sofisticati ad altissima velocità e a grandi volumi su vari mercati azionari e sulle merci. Fra l'altro, la piattaforma è in grado di ottenere rapidamente e di elaborare informazioni riguardanti veloci sviluppi in questi mercati». In molti analisti economici hanno affermato che il mondo delle banche e della borsa è un grande casinò e c'è anche chi in questo casinò gioca alla roulette e spesso sa dove si ferma la pallina; insomma arrivano un attimo prima.

La regola è con Wall Street, non con Main Street, cioè con la finanza e non con l'economia....

Qualcuno sicuramente liquiderà tutte queste considerazioni come ciarpame populistico, qualcun altro invece si renderà conto che ci troviamo in situazioni dove la realtà supera la fantasia.

Infine, il presidente americano Barack Obama ha proposto nuove misure per limitare le dimensioni e le attività delle banche, che non potranno più investire negli hedge funds. "I contribuenti americani non dovranno essere più ostaggio di banche troppo grandi per poter fallire", ha dichiarato il presidente, riferendosi ai massicci aiuti che il governo federale fu costretto a versare nel 2008 per impedire il crack delle grandi banche americane.

Le nuove misure vengono proposte nell'ambito di un pacchetto già presentato al Congresso che prevede la creazione di un'agenzia per la protezione dei consumatori e la concessione di nuovi poteri alla Federal Reserve per regolamentare l'attività finanziaria. Obama le ha annunciate oggi alla Casa Bianca, accanto al suo consigliere Paul Volker, ex presidente della Federal Reserve. "La mia decisione viene soltanto rafforzata quando vedo che si ritorna a vecchie pratiche nelle società che si oppongono alle riforme, e quando vedo i profitti in crescita e gli osceni bonus in alcune delle società che sostengono di non poter concedere prestiti ai piccoli imprenditori", ha detto Obama, riferendosi ai bonus pagati quest'anno ai manager delle grandi banche.

La sfida è lanciata, vediamo se Obama sarà in grado di continuare questa battaglia!

http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=9598&Itemid=56
 
belpietro ha scritto:
quando si fa il copia incolla da un altro sito, correttezza vorrebbe che si indicasse la fonte (e non solo l'autore).
Non solo la correttezza. Certi siti si riservano di procedere per vie legali se copiaincollati senza citazione.....
 
Grazie delle informazioni. Aggiornato messaggio con indirizzo internet.
Ripeto indirizzo.

http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=9598&Itemid=56
 

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