Der spiegel dà l' affare per già fatto, con il sindacato ig metall fortemente contrario all' accordo con Fiat.
Lo Spiegel: martedì Fiat firma
per acquistare la Opel
ROMA - Il settimanale tedesco Spiegel dà per certa la firma martedì di un accordo con cui la Fiat rileverebbe la maggioranza di Opel, controllata dell'americana sull'orlo del fallimento General Motors.
Del fatto che vi siano trattative in corso vi sono numerose conferme, da quella del leader del consiglio di fabbica della Opel, Klaus Franz, che si oppone all'operazione temendo tagli di stabilimenti e posti di lavoro, alle dichiarazioni del premier dell'Assia Roland Koch, che ha parlato anche di trattative in corso con un consorzio al quale partecipa il produttore di componenti d'auto austriaco-canadese Magna, soluzione, quest'ultima, che sarebbe preferita da dirigenti e dipendenti della Opel.
A favore della soluzione Fiat sarebbero invece, sempre secondo lo Spiegel, sia la GM che il ministero tedesco dell'Economia.
Da Torino né conferme né smentite: si rinvia alla conference call del pomeriggio sui risultati trimestrali.
(23 aprile 2009) Conferma dal leader del consiglio di fabbrica della casa di Ruesselsheim, Klaus Franz. Da Torino nessun commento, solo un rinvio alla conference call di oggi pomeriggio sui risultati trimestrali
Fiat é in trattative per rilevare una quota di maggioranza di Opel, controllata di General Motors. La conferma all'indiscrezione riportata dal sito internet del settimanale tedesco Der Spiegel arriva dal leader del consiglio di fabbrica di Opel, Klaus Franz. A riportare le parole di Franz è l'agenzia Dpa. Tra i possibili investitori in Opel, oltre a Fiat, potrebbe esserci anche il gruppo Magna - ha detto questa mattina il premier dell'Assia Roland Koch - precisando comunque che nessuna decisione è stata presa finora in merito. Da Torino nessun commento, solo un rinvio alla conference call di oggi pomeriggio sui risultati trimestrali.
Franz, ha detto a Spiegel di temere «una sensibile riduzione dei posti di lavoro della Opel e chiusure di fabbriche in Germania se l'operazione avesse luogo. Il management ed il consiglio di fabbrica della Opel intendono battersi per evitare l'acquisizione della casa tedesca da parte della Fiat. . Il settimanale di Amburgo spiega che dirigenza e maestranze della Opel sono invece favorevoli alla cessione della casa tedesca al gruppo Magna, specializzato nella componentistica auto.
Secondo lo Spiegel, la cessione alla Fiat della Opel sarebbe stata favorita dalla direzione dell'americana General Motors e dal ministero federale tedesco dell'Economia, ansiosi di trovare una soluzione rapida alla crisi della casa di Ruesselsheim. Il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, annuncia invece una durissima opposizione all'ingresso di Fiat, poichè teme «una drammatica riduzione dei posti di lavoro e la chiusura di impianti in Germania».
Sottolineando le cattive esperienze della passata collaborazione tra Fiat e Opel, Franz ha aggiunto in tono sarcastico in riferimento alla casa torinese: «Conosciamo la sposa». Secondo il rappresentante sindacale, la Fiat è anche fortemente indebitata, mentre la gamma di vetture delle due case è praticamente identica. Secondo Franz, la Fiat sarebbe interessata a rilevare Opel solo per ottenere le garanzie finanziarie promesse dal governo alla casa tedesca. Opel e Fiat avevano collaborato per 5 anni fino al 2005, quando la General Motors versò alla casa italiana 1,5 miliardi di dollari per sganciarsi dall'accordo in cui si impegnava a rilevarla.
Oltre alla sede centrale di Ruesselsheim, che comprende anche il centro di ricerca e sviluppo, Opel possiede in Germania le fabbriche di Bochum, Kaiserslautern ed Eisenach, quest'ultima nell'est del Paese. In Europa Opel dispone di numerosi impianti, come quello di Anversa, in Belgio, per la produzione di Astra, di Katowice in Polonia (Agila, Astra Classic e Zafira), Ellesmere Port in Inghilterra (Astra), Luton sempre in Inghilterra (Vivaro) e Saragoza in Spagna (Corsa, Meriva, Combo).
La fabbrica di Ruesselsheim è stata completamente modernizzata nel 2002 con un investimento di 750 milioni di euro e dispone di 15 mila addetti, 5500 dei quali appartenenti al Centro internazionale di ricerca. Attualmente dalle linee di montaggio di Ruesselsheim escono ogni giorno 720 autovetture nei tre modelli dell'ultima nata in casa Opel, la Insignia, che ha ottenuto un immediato successo sul mercato tedesco e europeo. Opel occupa in Germania oltre 25 mila dipendenti.
Tra le prime reazioni in Italia da segnalere quella del segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, che è intervenuto al direttivo della Fiom torinese e parteciperà oggi pomeriggio a un incontro con l'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne. «Potremmo trovarci con una grande Fiat internazionale e una piccola Fiat in Italia - ha affermato Rinaldini -. Negli Stati Uniti stanno discutendo di nuovi modelli, ma in Italia Marchionne non dice quali siano previsti per diversi stabilimenti. Arrivano continui annunci, prende quota l'ipotesi relativa all'Opel. Oltre alla Chrysler mi pare ci sia una situazione un po' confusa».
«Il problema - ha proseguito il leader della Fiom - è che non si capisce, dentro questi percorsi di alleanze europee o internazionali, in Italia cosa succeda. La Fiat non ha presentato alcun piano per gli stabilimenti italiani e, nel frattempo, sta raschiando liquidità in tutte le forme e modi possibili. La situazione non è così florida come viene venduta, non dire nulla peggiora le cose. Chiediamo al governo di convocare subito le parti».