Maurizio XP ha scritto:
ETeLoVojoDi ha scritto:
kanarino ha scritto:
...se terminano gli incentivi se la vedranno brutta tutti non solo Fiat...
La differenza sostanziale è che gli incentivi a Fiat li paghiamo noi quelli alle altre case no.
E dopo aver fatto il pieno di incentivi, ha pure deciso si chiudere due impianti in Italia.
Certa gente non ha proprio la capacità di vergognarsi.
1) gli incentivi stanziati dal governo rientrano con l'iva
2)beneficiano anche gli altri gruppi in Italia
3)si sostengono i consumi e pertanto l'economia (pensa ai dipendenti dei vari gruppi che ricevono stipendi e li spendono, pensa ai tagliandi delle auto vendute... ricambi etc)
gli incentivi sono win to win. Conviene a tutti farli.
Inoltre QUALI impianti verranno chiusi in Italia? NOn è prevista nessuna chiusra.
Cominciamo dalla fine
Chiusura impianti:
Quattroruote/ Fiat, in esclusiva il piano-Marchionne. Scajola avverte: nessuna chiusura
Martedí 19.05.2009 14:50
Fiat/ Scajola avverte Marchionne: "Tenere 5 impianti in Italia"
Fiat/ Beppe Grillo ad Affaritaliani.it: Marchionne ha raddoppiato il debito e dimezzato il valore dell'azienda. Le banche creano un debito per comprare un'automobile che consuma petrolio
Analisi/ Scajola chiede l'impossibile: coinvolga l'Europa per un piano che non penalizzi solo l'Italia ... di Aldo Turinetto
Giorgetti (Lega) ad Affaritaliani.it: deve salvaguardare anche gli interessi generali del Paese
Fiat/ Damiano: "Azienda chiarisca voci chiusura stabilimenti"
Manifestazione Fiat/ Corrado Delle Donne (Slai-Cobas) ad Affaritaliani.it: "Qualcuno dei confederali ci ha strappato il microfono". Ecco perché
Fiat/ Progetta di creare una fabbrica auto in Cina
Fiat/ Liberazione riprende in prima pagina lo scoop di Affaritaliani.it
Fiat/ Ad Omnibus su La7 si discute del piano pubblicato da Affaritaliani.it
Rifondazione attacca/ "E' inaccettabile. Evidentemente il Governo lo sapeva perché altrimenti non si spiega perché non abbia mai posto il problema dell'Italia mentre Marchionne faceva accordi con tutti. E' inaccettabile, ne ha una responsabilità piena il Governo e per quanto ci riguarda ci batteremo assieme ai lavoratori per modificare questo piano". Il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, interpellato da Affaritaliani.it, commenta così il piano di Sergio Marchionne Fiat-Chrysler-Opel e che prevede la chiusura degli stabilimenti di Pomigliano e Termini Imerese.
DI MARCHIONNE PER LA CREAZIONE DEL GRUPPO AUTO FIAT-CHRYSLER-OPEL
Il segretario della Fiom Gianni Rinaldini dice che si opporrà alla chiusura di stabilimenti Fiat in Italia, ma alcuni operai, soprattutto quelli impiegati a Pomigliano, non gli credono.
L'incidente di sabato a Torino, in cui il segretario generale delle tute blu di Corso d'Italia è stato contestato, dimostra che la tensione fra i lavoratori del gruppo Fiat è alta.
Un motivo c'è. Eccome. Certo, il gesto con cui gli operai napoletani dello Slai Cobas, una piccola sigla sindacale che rappresenta circa il 3% dei metalmeccanici della casa automobilistica torinese, hanno cercato di prendere con forza la parola, facendo scivolare dal palco Rinaldini, fra urla e strattoni, è da stigmatizzare.
Ma gli operai di Pomigliano e Termini Imerese sono, a tutti gli effetti, dei dead men walking (morti che camminano, termine usato negli States per indicare i carcerati finiti nel braccio della morte e che, ormai, hanno un futuro segnato).
Articolo completo qua:
http://www.affaritaliani.it/economia/fiat-marchionne-phoenix-lavoro-tagli-pomigliano18052009.html
Puntoi due, si solleva l'economia:
Producenbdo le auto in Polonia e vendendole in Italia qual'è l'economia che si risolleva con gli incentivi? Quella polacca!!!
Punto 3, dei benefici approfittano tutti....
Appunto, costruttori di tutto il mondo (che non producono in Italia) si appropriano degli incentivi stanziati nel nostro paese. Ossia noi finanziamo Toyota, Kia Motors, etc etc.
Un'altra ragione per non concederli.
Se si vuole riattivare l'economia si smetta di investire all'estero e si riportino le produzioni del nostro paese.
Basta con le cazz@te.