migliazziblu ha scritto:
...mandare giù un licenziamento ... non è facile...
Non lo metto in dubbio.
Credo però dipenda anche molto dalle aspettative, dal rapporto che si ha con il proprio lavoro e non solo.
Non poche persone sono mentalmente abituate da sempre (anche in virtù degli insegnamenti ricevuti) a considerare il posto di lavoro come qualcosa di garantito e sicuro, qualcosa che non può venire a mancare a meno che non siano loro a volerlo.
Il che non è razionale, esattamente come non sarebbe razionale, ad esempio, pensare che possa esistere un contratto che ci garantisca a tempo indeterminato la salute.
Sulla suddetta erronea convinzione parecchie persone basano molte scelte di vita, come ad esempio quella di indebitarsi anche per anni per "comprare" questo e quello, dando appunto per scontato che il reddito percepito questo mese verrà certamente percepito anche nei prossimi 24, 36 o 60 mesi.
Indubbiamente perdere il proprio lavoro non è affatto un boccone facile da deglutire, così come non è facile accettare qualche nuovo acciacco (la vista che cala, il mal di schiena, la pressione alta o peggio) che ci costringe a
"declassare" per sempre la qualità della nostra vita. Forse si potrebbe affrontare la cosa in maniera meno pesante se ci si abituasse a pensarci, ovvero a pensare che può sempre succedere, per i più svariati motivi. Forse dovremmo imparare ad aspettarci dai nostri "clienti" (compratori del nostro lavoro) lo stesso trattamento che noi riserviamo ai nostri fornitori (panettiere, fruttivendolo, meccanico, elettricista...) quando pretendiamo di poter liberamente scegliere e cambiare anche per puro capriccio. Forse.
Senza dubbio, peraltro, le conseguenze non solo psicologiche diventano di gran lunga più devastanti se nel momento in cui si perde il lavoro si sono già... spesi, sulla carta, i prossimi 20 o 30 stipendi.