Bèh, non si può dire che tu non fossi al corrente delle diverse problematiche connesse alla circostanza di specie:
http://www.quattroruote.it/forums/index.cfm?Page=1&action=messages&threadid=147740
link che, come puoi vedere, contiene anche altri collegamenti e diverse opinioni e considerazioni.
Adesso, veniamo al problema che citi. Dopo un certo tempo in cui si utilizzi la vettura a regimi medio-bassi e quindi, presumibilmente, anche a basso carico (ovvero premendo poco l'acceleratore) si ha un certo abbassamento della temperatura del sottocandela. Questo indicherebbe l'esigenza di utilizzare un tipo di candela più "calda", ovvero più tenera e quindi più adatta alle combustioni caratterizzate da minor temperatura; ciò, come è evidente, contravviene al fatto che, notoriamente, la combustione a gas tenda ad essere più calda rispetto a quanto avviene a benzina. Potrebbe essere una conseguenza, più o meno diretta, della particolare tipologia dell'impianto, ovvero ad iniezione liquida; ciò provoca enormi gradienti termci intervallati da brevissimi tempi, come quelli che intercorrono tra la fase di iniezione e quella di accensione ed espansione, che potrebbero ragionevolmente avere riverberi di un certo rilievo proprio sulle candele.
Ecco che ritengo essere una buona iniziativa quella di aggiustare, anche solo di un poco, la distanza tra gli elettrodi della candela; partendo dal valore attuale, che potrebbe essere compreso tra 1,0 e 1,2 mm, si potrebbero effettuare diversi tentativi riducendo progressivamente tale distanza fino all'eventuale risoluzione del problema. Il primo step, di entità pari ad un decimo di mm; i successivi, qualora necessari, a steps più contenuti, a stima intorno a 5 centesimi di mm, misure, peraltro, alla portata di un qualsiasi spessimetro di facile reperibilità. Al limite, come è già successo ed è stato segnalato, ad esempio, in Ford, montare candele con grado termico diverso, senza mai perdere di vista l'enorme importanza che riveste l'aspetto che ho evidenziato poco sopra.
Oltre a questo, si potrebbe pensare a diverse iniziative di messa a punto della carburazione e dell'anticipo, intervenendo opportunamente sui dispositivi coinvolti; l'autoregolazione dei parametri implementata di default potrebbe settarsi, nell'uso, a valori non perfettamente compatibili con lo specifico motore e, non di meno, con lo specifico utilizzo. Non credo, tuttavia, che si tratti di situazione irrimediabile, almeno finché tengono in misura ragionevole e recuperabile le sedi valvola.