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Brutte notizie sul fronte università. Altro che ritorno al maestro unico, riduzione delle ore settimanali a scuola e introduzione del voto in condotta nelle scuole primarie e secondarie. A giudicare dalla preparazione dei nostri ragazzi che escono dalle superiori, fotografata dai risultati dei test di ammissione universitari, le ore andrebbero quintuplicate e i maestri triplicati per colmare tutte quelle lacune.
Sì, perché l?ignoranza delle nostre matricole è spaventosa. E non ci riferiamo solo alle carenze culturali, ma anche a quelle lessicali e ai problemi di comprensione dei testi.
«Siamo preoccupati -ha detto la preside dell?ateneo fiorentino di lettere Franca Pecchioli- perché se le matricole non sanno dov?è il Mar Nero, pazienza, glielo insegneremo strada facendo. Ma se non sono in grado di seguire quando parla un docente perché non conoscono il significato di certi vocaboli, allora è grave».
Proprio a Firenze alla facoltà di Lettere non ha superato il test il 50% degli studenti. Che non conoscevano il significato delle parole "refuso", "velleità" e "procrastinare". A Palermo, la maggioranza pensava che La Nausea l?avesse scritta Moravia anziché Sastre. Quasi il 30%, ovvero uno studente su tre, ha ottenuto deibiti formativi.
«L?anno scorso insegnando si primi anni di Filosofia, ho chiesto chi avesse letto Proust. Hanno alzato la mano 3 studenti su 100. E quasi nessuno aveva idea di chi avesse scritto Delitto e Castigo» Dice Elio Franzini, preside di Lettere della statale di Milano.
Dalle facoltà umanistiche a quelle scientifiche, la musica non cambia: a Genova a Economia, uno studente su quattro non ha raggiunto la sufficienza, dimostrando una cultura generale bassissima. Sono andati in crisi su quesiti apparentemente banali, tipo "cos?è la Cgil" o "La Finmeccanica".
A Bari il 30% degli iscritti a scienze matematiche, fisiche e naturali non ha raggiunto la soglia minima della sufficienza. La consolazione è che ai bocciati non si preclude la possibilità di accedere all'Università, ma si impone la frequentazione dei corsi di recupero, dove è una gara contro il tempo a colmare le lacune più gravi. Anche se in poche settimane, viene difficile pensare che si possa porre rimedio a dieci e più anni di studio superficiale e male indirizzato. Il rimedio, come sempre, andrebbe trovato e curato monte. Prima che l'ignoranza diventi cronica e irrecuperabile
Sì, perché l?ignoranza delle nostre matricole è spaventosa. E non ci riferiamo solo alle carenze culturali, ma anche a quelle lessicali e ai problemi di comprensione dei testi.
«Siamo preoccupati -ha detto la preside dell?ateneo fiorentino di lettere Franca Pecchioli- perché se le matricole non sanno dov?è il Mar Nero, pazienza, glielo insegneremo strada facendo. Ma se non sono in grado di seguire quando parla un docente perché non conoscono il significato di certi vocaboli, allora è grave».
Proprio a Firenze alla facoltà di Lettere non ha superato il test il 50% degli studenti. Che non conoscevano il significato delle parole "refuso", "velleità" e "procrastinare". A Palermo, la maggioranza pensava che La Nausea l?avesse scritta Moravia anziché Sastre. Quasi il 30%, ovvero uno studente su tre, ha ottenuto deibiti formativi.
«L?anno scorso insegnando si primi anni di Filosofia, ho chiesto chi avesse letto Proust. Hanno alzato la mano 3 studenti su 100. E quasi nessuno aveva idea di chi avesse scritto Delitto e Castigo» Dice Elio Franzini, preside di Lettere della statale di Milano.
Dalle facoltà umanistiche a quelle scientifiche, la musica non cambia: a Genova a Economia, uno studente su quattro non ha raggiunto la sufficienza, dimostrando una cultura generale bassissima. Sono andati in crisi su quesiti apparentemente banali, tipo "cos?è la Cgil" o "La Finmeccanica".
A Bari il 30% degli iscritti a scienze matematiche, fisiche e naturali non ha raggiunto la soglia minima della sufficienza. La consolazione è che ai bocciati non si preclude la possibilità di accedere all'Università, ma si impone la frequentazione dei corsi di recupero, dove è una gara contro il tempo a colmare le lacune più gravi. Anche se in poche settimane, viene difficile pensare che si possa porre rimedio a dieci e più anni di studio superficiale e male indirizzato. Il rimedio, come sempre, andrebbe trovato e curato monte. Prima che l'ignoranza diventi cronica e irrecuperabile