http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=575
Leggendo il bellissimo articolo di Fabio Cocconcelli (Arese06)?La caduta degli Dei?, anche chi non mastica di architettura comprende che il Centro Direzionale di Arese è un?opera di grande pregio artistico, un pezzo di storia moderna non solo da salvare, ma da rivalutare e valorizzare, una testimonianza della capacità e della tecnologia dell?Alfa Romeo di quegli anni.
Certo, oggi Arese non è più quello di una volta, quando il Centro Direzionale era un tutt?uno con la fabbrica, era il cervello e il cuore pulsante dell?Alfa Romeo.
Fino a pochissimo tempo fa il Centro Direzionale era costituito dal Museo Storico, dal Centro Documentazione Storica e dal Centro Stile, quest'ultimo purtroppo da poco trasferito a Torino. Circa un anno fa, a seguito di un grande progetto di rivalutazione dell'area, il Museo è stato chiuso per ristrutturazione, ma poi è stato riaperto come prima. Ora, stando all?editoriale di Marcello minerbi, aparso sul numero di ottobre 2009 della rivista RUOTECLASSICHE, si parla di riunire (non si sa dove) in un unico posto le collezioni Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Di conseguenza Arese verrebbe di fatto smantellata definitivamente.
Se ciò fosse vero, di sicuro non sarebbe il modo di festeggiare i cento anni di attività e di rilanciare il marchio. Questa sarebbe solo l?ultima umiliazione inferta agli Alfisti, ma anche un pessimo investimento (che di questi tempi non è auspicabile), oltre alla dimostrazione che ancora una volta la Fiat non comprende il mondo Alfista.Arese è oggi più che mai un simbolo, un luogo di culto, è la San Pietro, la Mecca, la Gerusalemme degli appassionati del Biscione e non solo. Arese non si può barattare per un luogo più ampio, moderno, funzionale, non si può gettare alle ortiche quarant?anni di storia, di idee e di sudore. Arese deve ospitare il Museo dell?Alfa Romeo, che deve essere ingrandito, modernizzato, valorizzato, così come l?Archivio Storico, così pieno di gemme preziose che non si possono tenere nascoste, ma dovrebbero essere esposte, senza dimenticare il Centro Stile, che deve a mio avviso tornare nel suo luogo d?origine.
Ricordo ancora le parole di Egger, ex Responsabile del Centro Stile e papà della bellissima 8C, poco prima di andarsene all?Audi, quando affermava che il Centro Stile e il Museo devono stare vicini, che non si può disegnare una nuova Alfa Romeo senza passare per il Museo.[/color] Certo, mantenere e ristrutturare Arese va contro la logica del risparmio e della sinergia, ma solo apparentemente, perché valorizzare Arese è un investimento forte sul futuro del marchio, un modo per dire ?qui è nata l?Alfa Romeo e qui rinascerà!?. Ma non si tratta solo di immagine, Arese può diventare anche una macchina per fare soldi e non un peso. Quale Alfista al mondo non verrebbe almeno una volta nella sua vita a passare due o tre giorni ad Arese, esplorando ogni reparto, attraverso una visita guidata, anche virtuale, immergendosi nella storia, dalle origini a quel che verrà?
Molti, io per primo, saremmo felicissimi di alloggiarvi qualche giorno e vivere un sogno, sarebbe come visitare un "Disneyano" parco giochi ... sacro. Chi poi non acquisterebbe dei gadget griffati Alfa Romeo? Ognuno si riporta a casa una piccola torre Eiffel da Parigi, o una gondoletta da Venezia, senza contare che l?entusiasmo spronerebbe anche ad acquistare una vettura magari personalizzata, numerata (pensate alla possibilità di stilare il contratto proprio ad Arese), già di per sé sarebbe un bellissimo accessorio da custodire e tramandare. Senza contare che si possono organizzare grandi manifestazioni a tema, conferenze, ma anche allestire un centro di compravendita di vetture storiche (magari certificate) e relativi pezzi. Anzi, la Fiat dovrebbe pensare proprio a rimettere in produzione molti componenti oramai introvabili e creare un business che farebbe la felicità degli appassionati e creerebbe un filo conduttore tra la storia e il presente, perché non ci devono essere Alfisti che amano le storiche o le moderne, ma Alfisti che amano entrambe.
Qualche anno fa, in occasione della visita in Italia dell?AROC di Singapore (Club con il quale siamo gemellati), il presidente mi chiese perché in Italia non esistesse uno store Alfa Romeo come quello Ferrari e perché ad Arese non si potesse comprare nemmeno una maglietta dell'Alfa Romeo ? non sapevo cosa rispondergli, ero mortificato come Alfista e come Italiano.
Ovviamente creare tutto questo altrove, non ha lo stesso significato, ne può avere lo stesso successo, sarebbe come smontare il Colosseo e ricostruirlo a Detroit.
Siamo stanchi di lapidi come quella del Portello, l?Alfa Romeo va capita, va ascoltata, va assaporata, va inalata, solo così si potrà non solo raggiungere, ma superare BMW, concorrente storico seppur oggi fuori portata, perché loro non hanno la storia e il carisma del nostro amato e glorioso marchio e i tantissimi Club e siti web dedicati, nonostante la crisi che dura da molti anni, ne sono la lampante testimonianza.
ARESE DEVE VIVERE e deve essere valorizzata. Arese è la patria degli Alfisti e deve rappresentarli in tutto il mondo. La sede del Biscione non può trovarsi in qualche stanza degli Uffici della Fiat a Torino. Credo che proprio in occasione del Centenario dell?Alfa Romeo il Sig. Marchionne dovrebbe posare la ?prima? pietra ad Arese e rilanciarla per dare un messaggio concreto, che vada oltre i soliti e disattesi proclemi di questi anni. Sono sicuro che lui saprà ricavarne immagine e profitto come ha fatto finora per la Fiat.
L?Alfa Romeo non può essere considerato un brand, né un sistema per riempire le catene di montaggio, né (a dispetto del nome) un?anonima fabbrica di automobili Lombarda, né una provincia povera ... c?erano anni in cui era un?azienda di Stato che produceva utili, capolavori e orgoglio nazionale. Ma è inutile piangere sul latte versato e fare processi inutili, bisogna guardare avanti e lo si può fare solo guardando indietro, a quel glorioso ed inimitabile passato.
Carlo Alberto Monti
Leggendo il bellissimo articolo di Fabio Cocconcelli (Arese06)?La caduta degli Dei?, anche chi non mastica di architettura comprende che il Centro Direzionale di Arese è un?opera di grande pregio artistico, un pezzo di storia moderna non solo da salvare, ma da rivalutare e valorizzare, una testimonianza della capacità e della tecnologia dell?Alfa Romeo di quegli anni.
Certo, oggi Arese non è più quello di una volta, quando il Centro Direzionale era un tutt?uno con la fabbrica, era il cervello e il cuore pulsante dell?Alfa Romeo.
Fino a pochissimo tempo fa il Centro Direzionale era costituito dal Museo Storico, dal Centro Documentazione Storica e dal Centro Stile, quest'ultimo purtroppo da poco trasferito a Torino. Circa un anno fa, a seguito di un grande progetto di rivalutazione dell'area, il Museo è stato chiuso per ristrutturazione, ma poi è stato riaperto come prima. Ora, stando all?editoriale di Marcello minerbi, aparso sul numero di ottobre 2009 della rivista RUOTECLASSICHE, si parla di riunire (non si sa dove) in un unico posto le collezioni Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Di conseguenza Arese verrebbe di fatto smantellata definitivamente.
Se ciò fosse vero, di sicuro non sarebbe il modo di festeggiare i cento anni di attività e di rilanciare il marchio. Questa sarebbe solo l?ultima umiliazione inferta agli Alfisti, ma anche un pessimo investimento (che di questi tempi non è auspicabile), oltre alla dimostrazione che ancora una volta la Fiat non comprende il mondo Alfista.Arese è oggi più che mai un simbolo, un luogo di culto, è la San Pietro, la Mecca, la Gerusalemme degli appassionati del Biscione e non solo. Arese non si può barattare per un luogo più ampio, moderno, funzionale, non si può gettare alle ortiche quarant?anni di storia, di idee e di sudore. Arese deve ospitare il Museo dell?Alfa Romeo, che deve essere ingrandito, modernizzato, valorizzato, così come l?Archivio Storico, così pieno di gemme preziose che non si possono tenere nascoste, ma dovrebbero essere esposte, senza dimenticare il Centro Stile, che deve a mio avviso tornare nel suo luogo d?origine.
Ricordo ancora le parole di Egger, ex Responsabile del Centro Stile e papà della bellissima 8C, poco prima di andarsene all?Audi, quando affermava che il Centro Stile e il Museo devono stare vicini, che non si può disegnare una nuova Alfa Romeo senza passare per il Museo.[/color] Certo, mantenere e ristrutturare Arese va contro la logica del risparmio e della sinergia, ma solo apparentemente, perché valorizzare Arese è un investimento forte sul futuro del marchio, un modo per dire ?qui è nata l?Alfa Romeo e qui rinascerà!?. Ma non si tratta solo di immagine, Arese può diventare anche una macchina per fare soldi e non un peso. Quale Alfista al mondo non verrebbe almeno una volta nella sua vita a passare due o tre giorni ad Arese, esplorando ogni reparto, attraverso una visita guidata, anche virtuale, immergendosi nella storia, dalle origini a quel che verrà?
Molti, io per primo, saremmo felicissimi di alloggiarvi qualche giorno e vivere un sogno, sarebbe come visitare un "Disneyano" parco giochi ... sacro. Chi poi non acquisterebbe dei gadget griffati Alfa Romeo? Ognuno si riporta a casa una piccola torre Eiffel da Parigi, o una gondoletta da Venezia, senza contare che l?entusiasmo spronerebbe anche ad acquistare una vettura magari personalizzata, numerata (pensate alla possibilità di stilare il contratto proprio ad Arese), già di per sé sarebbe un bellissimo accessorio da custodire e tramandare. Senza contare che si possono organizzare grandi manifestazioni a tema, conferenze, ma anche allestire un centro di compravendita di vetture storiche (magari certificate) e relativi pezzi. Anzi, la Fiat dovrebbe pensare proprio a rimettere in produzione molti componenti oramai introvabili e creare un business che farebbe la felicità degli appassionati e creerebbe un filo conduttore tra la storia e il presente, perché non ci devono essere Alfisti che amano le storiche o le moderne, ma Alfisti che amano entrambe.
Qualche anno fa, in occasione della visita in Italia dell?AROC di Singapore (Club con il quale siamo gemellati), il presidente mi chiese perché in Italia non esistesse uno store Alfa Romeo come quello Ferrari e perché ad Arese non si potesse comprare nemmeno una maglietta dell'Alfa Romeo ? non sapevo cosa rispondergli, ero mortificato come Alfista e come Italiano.
Ovviamente creare tutto questo altrove, non ha lo stesso significato, ne può avere lo stesso successo, sarebbe come smontare il Colosseo e ricostruirlo a Detroit.
Siamo stanchi di lapidi come quella del Portello, l?Alfa Romeo va capita, va ascoltata, va assaporata, va inalata, solo così si potrà non solo raggiungere, ma superare BMW, concorrente storico seppur oggi fuori portata, perché loro non hanno la storia e il carisma del nostro amato e glorioso marchio e i tantissimi Club e siti web dedicati, nonostante la crisi che dura da molti anni, ne sono la lampante testimonianza.
ARESE DEVE VIVERE e deve essere valorizzata. Arese è la patria degli Alfisti e deve rappresentarli in tutto il mondo. La sede del Biscione non può trovarsi in qualche stanza degli Uffici della Fiat a Torino. Credo che proprio in occasione del Centenario dell?Alfa Romeo il Sig. Marchionne dovrebbe posare la ?prima? pietra ad Arese e rilanciarla per dare un messaggio concreto, che vada oltre i soliti e disattesi proclemi di questi anni. Sono sicuro che lui saprà ricavarne immagine e profitto come ha fatto finora per la Fiat.
L?Alfa Romeo non può essere considerato un brand, né un sistema per riempire le catene di montaggio, né (a dispetto del nome) un?anonima fabbrica di automobili Lombarda, né una provincia povera ... c?erano anni in cui era un?azienda di Stato che produceva utili, capolavori e orgoglio nazionale. Ma è inutile piangere sul latte versato e fare processi inutili, bisogna guardare avanti e lo si può fare solo guardando indietro, a quel glorioso ed inimitabile passato.
Carlo Alberto Monti