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Democrazie economiche a confronto - Marchionne pensiero

G5

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«SU MIRAFIORI CI SARÀ UN INCONTRO TRA POCHI GIORNI. IO POTREI NON ESSERCI»

Marchionne rivede Obama
«Negli Usa si fa, in Italia si parla»
Visita del presidente nello stabilimento in Indiana. L'ad Fiat: «Io brusco? Le mie parole precise ed efficaci

Sergio Marchionne (Afp) KOKOMO (Indiana) - Negli Stati Uniti «si fa», in Italia «si parla». Nuovo affondo di Sergio Marchionne dallo stabilimento Chrysler di Kokomo, nello stato dell'Indiana, dove l'amministratore delegato della Fiat ha ricevuto la visita del presidente americano Barack Obama e del suo vice Joe Biden. L'ad del Lingotto ha annunciato che potrebbe non essere presente all'incontro che si terrà nei prossimi giorni su Mirafiori. «È&#8194;istituzionale», ha spiegato Marchionne. Interrogato a proposito dell'intervento della settimana scorsa del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che, pur condividendo la posizione dell'ad sulla Fiat, ne aveva osservato i modi «talvolta bruschi», Marchionne ha detto: «Le mie parole sono accurate, precise ed efficaci. La gente deve rendersi conto che questa è la realtà: negli Stati Uniti in 18 mesi sono stati annunciati investimenti per tre miliardi di dollari. Qui si fa, da noi si parla».

«MI PIACE QUESTO PRESIDENTE» - La presenza di Obama ha entusiasmato Marchionne, che ha parlato di «grande giorno». «Mi piace questo presidente» ha aggiunto l'ad Fiat. «Chrysler è un fulgido esempio», aveva detto Obama poco prima. Cronaca di un successo annunciato, come già era successo lo scorso 30 luglio quando Obama aveva visitato lo stabilimento di Jefferson North a Detroit. Anche questa volta, c?è stata la standing ovation per il presidente e quella per Marchionne (quando Obama ha fatto riferimento agli ulteriori 843 milioni di dollari che saranno investititi a Kokomo). «Sono state fatte scelte difficili, le abbiamo fatte noi e le ha fatte Sergio Marchionne. Ora sappiamo che sono state scelte giuste», ha anche voluto precisare l'inquilino della Casa Bianca, ricordando che «non si scommette contro l?America, non si scommette contro il settore auto e non si scommette contro di noi».

Redazione online
 
Penso che il sistema italiano sia pericolosamente ingessato ...... temo che alle sue parole di stimolo ci sia ben poco seguito.
 
L'Italia NON E' una democrazia economica.
E' anzi uno dei paesi piu' lontani da questa definizione.
Questo secondo diversi studi internazionali.
 
Ma l'Italia ha veramente bisogno di Marchionne e della Fiat? In primo può benessimo tornare in America da dove è venuto, gli Agnelli nel regno di Piemonte e Sardegna
 
Puoi fare a meno di chiunque purchè tu abbia un alternativa forte. Se non hai alternative tutti sono indispensabili.
 
A mio avviso invece ha ragione Emma Marcegaglia. Marchionne non dice cose sbagliate il più delle volte, ma i toni contano molto, e i suoi non mi piacciono per niente. Con gli ultimatum e le proposte avanzate senza consultare nessuno non si va nella direzione giusta, al contrario non si fa altro che alimentare la litigiosità interna all'azienda e le tensioni sociali nel Paese. Un grande manager dovrebbe pensare a questi risvolti. Nel settore del credito, dove i rapporti tra le parti sono sempre dialoganti e pacati, il tasso di litigiosità è ai minimi storici. Si pensi al recente accordo siglato tra i vertici di Unicredit e le parti sociali, CGIL inclusa.
 
99octane ha scritto:
L'Italia NON E' una democrazia economica.
E' anzi uno dei paesi piu' lontani da questa definizione.
Questo secondo diversi studi internazionali.
Hai ragione, l'Italia è il Paese in cui quando lo Stato fa comodo gli investimenti pubblici nelle aziende private sono bene accetti, quando c'è da chiudere, delocalizzare e licenziare lo Stato deve stare al suo posto e i sindacati zitti.
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
A mio avviso invece ha ragione Emma Marcegaglia. Marchionne non dice cose sbagliate il più delle volte, ma i toni contano molto, e i suoi non mi piacciono per niente. Con gli ultimatum e le proposte avanzate senza consultare nessuno non si va nella direzione giusta, al contrario non si fa altro che alimentare la litigiosità interna all'azienda e le tensioni sociali nel Paese. Un grande manager dovrebbe pensare a questi risvolti. Nel settore del credito, dove i rapporti tra le parti sono sempre dialoganti e pacati, il tasso di litigiosità è ai minimi storici. Si pensi al recente accordo siglato tra i vertici di Unicredit e le parti sociali, CGIL inclusa.

Io credo che un paese davvero responsabile debba iniziare a smettere di far melina con le parole evitando di raccontarci la verità che fa male. La reltà bisogna iniziare a guardarla per intero senza temerla ma affrontandola con determinazione. Invece noi abbiamo un linguaggio che sottende sempre che alla fine tutto si sistema e che se va male li, andrà meglio di la. Siamo il paese delle infinite possibilità di riprova.
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
A mio avviso invece ha ragione Emma Marcegaglia. Marchionne non dice cose sbagliate il più delle volte, ma i toni contano molto, e i suoi non mi piacciono per niente. Con gli ultimatum e le proposte avanzate senza consultare nessuno non si va nella direzione giusta, al contrario non si fa altro che alimentare la litigiosità interna all'azienda e le tensioni sociali nel Paese. Un grande manager dovrebbe pensare a questi risvolti. Nel settore del credito, dove i rapporti tra le parti sono sempre dialoganti e pacati, il tasso di litigiosità è ai minimi storici. Si pensi al recente accordo siglato tra i vertici di Unicredit e le parti sociali, CGIL inclusa.

se non mi sbaglio la Fiat non fa nemmeno parte di Confindustria quindi puoi immaginare quanto Marchionne abbia in considerazione la Marcegaglia
 
bip71 ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
A mio avviso invece ha ragione Emma Marcegaglia. Marchionne non dice cose sbagliate il più delle volte, ma i toni contano molto, e i suoi non mi piacciono per niente. Con gli ultimatum e le proposte avanzate senza consultare nessuno non si va nella direzione giusta, al contrario non si fa altro che alimentare la litigiosità interna all'azienda e le tensioni sociali nel Paese. Un grande manager dovrebbe pensare a questi risvolti. Nel settore del credito, dove i rapporti tra le parti sono sempre dialoganti e pacati, il tasso di litigiosità è ai minimi storici. Si pensi al recente accordo siglato tra i vertici di Unicredit e le parti sociali, CGIL inclusa.

se non mi sbaglio la Fiat non fa nemmeno parte di Confindustria quindi puoi immaginare quanto Marchionne abbia in considerazione la Marcegaglia

da quando?
 
bip71 ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
A mio avviso invece ha ragione Emma Marcegaglia. Marchionne non dice cose sbagliate il più delle volte, ma i toni contano molto, e i suoi non mi piacciono per niente. Con gli ultimatum e le proposte avanzate senza consultare nessuno non si va nella direzione giusta, al contrario non si fa altro che alimentare la litigiosità interna all'azienda e le tensioni sociali nel Paese. Un grande manager dovrebbe pensare a questi risvolti. Nel settore del credito, dove i rapporti tra le parti sono sempre dialoganti e pacati, il tasso di litigiosità è ai minimi storici. Si pensi al recente accordo siglato tra i vertici di Unicredit e le parti sociali, CGIL inclusa.

se non mi sbaglio la Fiat non fa nemmeno parte di Confindustria quindi puoi immaginare quanto Marchionne abbia in considerazione la Marcegaglia
Fiat fa parte della Confidustria.
Saluti
 

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